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SOLIDARIETA’ E VICINANZA A BORROMETI DALL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO

Deputati siciliani chiedono all’Antimafia di indagare sull’assegnazione della scorta di Borrometi.

Il giornalista: “Mi hanno detto di tutto e di più negli ultimi mesi. A loro rispondo “fuori la mafia dallo Stato””

Stamane dei 7 firmatari in 3 ritirano richiesta indagine. Resta la firma di Giuseppe Gennuso e altri

30 Novembre 2019

di Giorgio Bongiovanni e Karim El Sadi

Il ruolo del giornalista è quello di fungere da “cane da guardia” della democrazia. Il giornalista è colui che esercita oltre al diritto di cronaca, anche il diritto di critica. E spesso nell’esercitare questo diritto si è soggetti a denigrazioni, sgambetti, angherie ogni qual volta che si mette il dito fra certi sistemi di potere e i loro interessi. Ne sa qualcosa Paolo Borrometi, direttore de La Spia e oggi vice direttore dell’AGI, che ieri ha subito l’ennesimo attacco dei colletti bianchi. Mentre si trovava a Malta insieme al giornalista Sandro Ruotolo per partecipare alle iniziative promosse dai colleghi dell’isola relative alla svolta delle indagini sul caso Caruana Galizia, è stata depositata una lettera tra le carte della commissione antimafia all’Assemblea regionale siciliana dove si chiede formalmente di indagare sulle vicende che hanno portato all’assegnazione della scorta a Borrometi. A renderlo noto il sito web Meridionews.it. La missiva è firmata da 7 personaggi della “res publica” siciliana: Pippo Gennuso, Luigi Genovese, Gaetano Galvagno, Riccardo Gallo, Tony Rizzotto, Riccardo Savona, Michele Mancuso. I deputati in soldoni chiedono un approfondimento rispetto ai tre episodi che hanno portato all’assegnazione della scorta al giornalista minacciato dalla mafia. Il primo è quello dell’aggressione subita a Modica, il secondo è l’incendio avvenuto nella sua abitazione, il terzo il presunto piano di attentato con un’autobomba. Dubbi, questi, sollevati senza una prova documentata, frutto del chiacchiericcio della provincia ragusana, come scrive il quotidiano. A firmare la lettera c’era anche il deputato di Diventerà Bellissima Giuseppe Zitelli, che ha però revocato la sottoscrizione a pochi minuti dalla presentazione della missiva, in quanto, ha affermato, avrebbe “firmato quel documento per errore, finito in mezzo a una pila di emendamenti su cui ho apposto la mia firma”. Tra i firmatari spicca il nome di Giuseppe Gennuso deputato regionale incappato più volte in guai con la legge. Un volto che Borrometi conosce bene.
Nel frattempo, notizia giunta qualche ora fa, altri tre dei sette firmatari della missiva, i deputati regionali siciliani
Riccardo Gallo, Michele Mancuso e Riccardo Savona, “non confermano, e pertanto ritirano, la sottoscrizione del documento tramite cui si chiede alla Commissione antimafia all’Assemblea Regionale di approfondire le vicende che hanno portato all’assegnazione della scorta al giornalista Paolo Borrometi”, come si legge in un comunicato.
Ieri l’Antimafia ha protocollato la lettera ricevuta e ha deciso di inoltrarla alle tre Procure di Siracusa, Ragusa e Catania, chiedendo appunto di “
verificare se ci siano procedimenti o incartamenti legati alla situazione del giornalista. Sulla base delle risposte delle Procure, la commissione valuterà se esistono i margini per un eventuale approfondimento“.

Fuori la mafia dallo Stato
A chi pensa che sette deputati, alcuni dei quali pregiudicati, possano cambiare il corso della storia e della Giustizia, rispondo con la frase che stasera abbiamo urlato a Malta: “fuori la mafia dallo Stato“”. E’ stato questo il commento, pubblicato su Facebook, di Paolo Borrometi alla notizia della lettera depositata tra le carte della Commissione Antimafia all’Ars.
Mi hanno detto di tutto e di più negli ultimi mesi – ha continuato il giornalista – e lo hanno fatto in ogni modo. Adesso persino un esposto in commissione Antimafia da parte di chi vorrebbe coprire le proprie condanne (vedasi tale Giuseppe Gennuso, condannato e arrestato negli ultimi due anni ben due volte). Io vado avanti a testa alta e con il sorriso di chi fa semplicemente il proprio dovere: sognavo di fare il giornalista e di contribuire alla ricerca della verità. Insieme a voi.
Diffusa è stata la solidarietà espressa dai colleghi e membri delle istituzioni nei confronti del giornalista. Il Gruppo siciliano dell’
Unci (Gruppo di specializzazione dell’Assostampa-Fnsi) in una nota ha comunicato la propria vicinanza al vice direttore dell’agenzia AGI. “Noi pensiamo che la Commissione antimafia, sollecitata da deputati non esenti, alcuni, da critiche di familismo clientelare o, anche, da veri e propri pregiudizi penali, farebbe bene ad occuparsi del rapporto “mafia-politica”, prima di indagare le ragioni per le quali ad un giornalista è stata assegnata una scorta. Siamo vicini al collega Paolo Borrometi esprimendogli la nostra piena e convinta solidarietà in ragione del suo impegno di cronista nella costante denuncia sociale del malaffare e delle connivenze a tutti i livelli sul territorio siciliano“.

Al collega e amico Paolo Borrometi la redazione di ANTIMAFIADuemila esprime la propria solidarietà e vicinanza

Fonte:http://www.antimafiaduemila.com/