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Solidarietà al Presidente Antonio Esposito

PRESIDENTE ANTONIO ESPOSITO.
A chi ha conosciuto e conosce il Presidente Antonio Esposito resta di difficile comprensione quanto gli sta capitando.
In un Paese in cui domina la legge del più forte, o del più furbo, dove opportunismo e doppiogiochismo assurgono a qualitá eccelse da inculcare ai propri figli, ingenuità e schiettezza sono considerati un disvalore.
Ingenuità nel concedere un’intervista ad un giornalista del quale non se ne conoscono a fondo le qualità professionali, schiettezza nell’eloquio informale e nell’esprimere liberamente il proprio pensiero per essersi fidato di tal giornalista.
Ed è ciò che è appunto capitato al Presidente Antonio Esposito, la cui colpa nello specifico è stata senza dubbio quella di aver confermato, non di averla pronunciata, la condanna al Berlusconi. Se egli in una qualunque maniera, e ne aveva più di una, avesse adottato una decisione diversa, oggi vivrebbe giorni meno convulsi.
Senza entrare nei tecnicismi giuridici di non immediata comprensione, va però detto che ammesso che quanto detto al giornalista inerisca al merito della vicenda, essendo tale è sottratto alla competenza della Cassazione, a cui è invece riservata la funzione cosiddetta nomofilattica, che consiste nell’assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione delle leggi da parte della magistratura. In altri termini la Cassazione controlla che la legge sia stata correttamente applicata al caso concreto senza poter giudicare sul merito della vicenda. La motivazione della sentenza che Esposito dovrà depositare non conterrà quindi alcun riferimento al merito perché su questo si sono già espressi il Tribunale prima e la Corte d’Appello dopo, entrambi con sentenza di condanna. La Cassazione non ha fatto altro che prendere atto che la legge era stata correttamente applicata in quel processo.
Si è detto dell’inegnuità, ma l’ingenuitá è tipica di chi ha un animo nobile, candido, non contaminato né contaminanile da intromissioni od ingerenze esterne, e, soprattutto, non é sanzionata da alcuna norma giuridica, come lo è invece la frode fiscale!
Sul piano strettamente etico nulla si può o si deve rimproverare al Presidente Esposito perché i fatti non sono quelli rappresentati dal Mattino, semplicemente sono stati manipolati ad arte. Esposito parlava in termini generali, non si riferiva affatto al processo appena deciso, il giornalista ha invece surrettiziamente inserito nel pezzo una domanda inesistente nel dialogo con il Presidente Esposito. La registrazione che si ascolta su internet o in tv è stata diffusa dal Mattino ma non é integrale perché dá conto soltanto del commento del Presidente Esposito che invece non si è mai riferito al processo Berlusconi. Nel momento in cui si aggiunge una domanda che esula dal contesto di un discorso se ne cambia profondamente il senso facendo apparire ciò che non è, nella specie che quello che diceva il Presidente Esposito fosse riferito al processo Mediaset. Quando venne contattato dall’intraprendente giornalista del Mattino il Presidente Esposito tenne a specificare, come ovvio che fosse, che nell’intervista non si dovesse parlare affatto di quel processo ma soltanto in termini generali. Nonostante su questo sia stata immediatamente diffusa per il tramite dell’Associazione A. Caponnetto, di cui il Dr. Esposito é presidente onorario, una smentita con puntuale spiegazione di quanto realmente accaduto, di tale smentita non se ne coglie traccia in nessuno degli articoli del Mattino, né de Il Giornale, che nel frattempo si è gettato a capofitto sulla “notizia”.
Anzi, Il Mattino a dimostrazione della bontà dell’operato dei suoi giornalisti ha anche diffuso una registrazione audio, che però guarda caso è una registrazione parziale perché diffonde quanto detto dal Presidente Esposito senza dar conto né di quello che si è detto in precedenza né successivamente. Dalla registrazione non si evince per nulla che il Presidente avesse fatto riferimento al processo Mediaset, ciononostante si continua a gettar fango sulla sua persona.
A dar man forte al Mattino ci ha pensato, manco a dirlo, Il Giornale di Sallusti (graziato ma pur sempre condannato in via definitiva per diffamazione a mezzo stampa) che quanto ad obiettività difetta non poco.
E fosse solo di obiettività!
Non è difficile ricordare casi analoghi (Boffo, Mesiano, Boccassini, Galli,…) ma nel caso del Presidente Esposito si sfodera il meglio dell’artiglieria
Sallustiana, che guarda caso riporta “notizie” parziali, proprio come il Mattino. Chi sarà trai due il maestro e chi il discepolo!!!
Riporta con la dovuta enfasi Il Giornale la roboante notizia che il Presidente Esposito nel lontano 1980, quando era pretore a Sapri, era stato sottoposto ad un procedimento disciplinare da parte del Csm, dimenticando però di aggiungere che Esposito fu prosciolto in istruttoria perché chi lo aveva denunciato “aveva motivi di inimicizie verso il pretore per i provvedimenti da lui emessi nell’esercizio delle sue funzioni”, in parte “sottoposte a procedimenti penali per gravissimi reati”. Secondo la commissione disciplinare del Csm, fu “un vero e proprio complotto contro l’Esposito…”. L’ispettore ministeriale che aveva raccolto le accuse fu rinviato a giudizio per 30 capi di imputazione per interesse privato in atti d’ufficio, falso ideologico e diffamazione pluriaggravata ai danni di Esposito, condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi e assolto in appello per un dubbio sul dolo, dopo che Esposito aveva ritirato la sua costituzione di parte civile in seguito al risarcimento di 20 milioni di lire di danni e a una dichiarazione che attestava l’assoluta correttezza del giudice e l’inganno in cui l’ispettore diceva di essere stato tratto dai suoi calunniatori.
Nulla però Il Giornale ha pubblicato su questi successivi sviluppi al procedimento disciplinare ma, come per ribadire la bontà delle proprie inchieste giornalistiche sul “caso Esposito”, dà conto dell’apertura a suo carico di un fascicolo da parte del Csm.
Anche in questo caso, però, si omette di dire che l’apertura del fascicolo è stata richiesta dai cinque membri del Csm in quota Pdl!!!
Il mal celato obiettivo di chi non ha gradito l’esito della decisione della Cassazione è proprio quello di gettare discredito su chi l’ha adottata per ottenerne un indebito beneficio.
Chi non vede, o fa finta di non vedere, è in perfetta mala fede.
Cassino, 12.08.2013
Avvocato Massimo Clemente