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Soffiate dei finanzieri all’onorevole

Il Caffè, n. 445 dal 19 al 25 aprile 2018

Soffiate dei finanzieri all’onorevole

Quattro uomini delle Fiamme Gialle rivelarono i dettagli dell’inchiesta a Maietta in cambio di denaro e di posti di lavoro

di Clemente Pistilli

Finanzieri corrotti, pronti anche quando alcuni di loro finiscono sotto indagine ad andare ad offrirsi come talpe al loro posto, un pentito degli impenetrabili clan rom, e un suicidio ancora avvolto da mille misteri. Uno spaccato inquietante della città di Latina e non solo quello che offre l’inchiesta “Arpalo”.

FINANZIERI PREOCCUPATI

Quando l’indagine stava muovendo i primi passi vennero arrestati, con l’accusa di chiedere mazzette a imprenditori in cambio di controlli “soft”, i finanzieri Ciro Pirone e Tarcisio Raffaele Dell’Aversana, il primo indagato ora anche in “Arpalo”. Gli investigatori hanno ben presto scoperto che dopo quegli arresti Maietta, Cavicchi e Colletti erano particolarmente preoccupati. Uno dei due finanzieri era stato bloccato dopo essere stato scoperto anche a intercettare abusivamente una conversazione con lo stesso onorevole. Oltre a chiedere mazzette l’investigatore, prima che il legame si incrinasse, avrebbe infatti fatto da gola profonda anche al deputato, per quanto riguarda proprio gli accertamenti in corso a suo carico. Pirone, però non sarebbe stato il solo a soffiare informazioni a Maietta in cambio di denaro o altre utilità. Per corruzione, insieme all’onorevole, a Palombi e a Neroni, è infatti indagato anche il fi- nanziere Claudio Arpaia, che si sarebbe “messo a disposizione” in cambio della promessa di assunzione del figlio, per uno stage, presso la società Recoma della famiglia Aprile, socio del deputato nel Latina Calcio prima che le indagini travolgessero la società fino ad arrivare alla dichiarazione di fallimento. Quando la stessa Guardia di finanza iniziò a indagare su Dell’Aversana e Pirone ci sarebbe poi stato un quarto finanziere, ora indagato, Riccardo Tomei, che si sarebbe precipitato dal deputato, riferendogli che i colleghi erano stati “impallinati” e che le informazioni, se retribuito, poteva fornirle lui.

IL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA

Negli atti dell’inchiesta “Arpalo” compare poi per la prima volta il nome del collaboratore di giustizia Renato Pugliese, figlio di Costantino Cha Cha Di Silvio, esponente della criminalità rom di Latina e legato da profonda amicizia con Maietta, tanto da essere stati indagati insieme in “Dont’t touch”. Il legame del padre con l’onorevole non ha impedito al pentito di svelare agli investigatori parte del “sistema” messo in piedi dal deputato. Interrogato per tre volte, il 20 gennaio, il 7 febbraio e il 29 marzo 2017, Pugliese ha riferito circa i rapporti tra Maietta, Noce e Fanciulli. Il giovane ha dichiarato che Fanciulli gestiva un locale, “L’angolo del caffè”, che in realtà apparteneva a Maietta, che grazie all’onorevole godeva di una villa con giardino e che apriva coop lasciandole poi sommerse di debiti. Su Noce ha invece riferito che “è sempre stato uomo di Maietta e ne ha tratto benefici economici”. Dritte riscontrate dagli investigatori, scoprendo che Fanciulli risultava amministratore di 31 società riferibili al deputato e a Di Raimo e Noce di 18.