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Smentito il trasferimento del Prefetto di Latina Bruno Frattasi. Ma Maroni che aspetta a decidere su Fondi?

SMENTITO, FINALMENTE, UN TRASFERIMENTO DEL PREFETTO DI LATINA. MA, INTANTO, CHE ASPETTA IL MINISTRO MARONI A DECIDERE SU FONDI?

Sarebbe stato un colpo duro all’immagine delle Istituzioni un provvedimento di trasferimento del Prefetto di Latina Bruno Frattasi. Fortunatamente la notizia che circolava da qualche giorno è stata smentita. Per ora!

Ma la preoccupazione resta, tenuto conto della campagna di delegittimazione promossa ai danni di questo Prefetto da una parte ben individuata dell’attuale classe di governo di destra.

Una parte politica che non fa mistero della sua insofferenza di fronte ad una continua difesa delle legalità da parte del massimo rappresentante sul territorio del governo centrale.

Va detto, per amor di verità, che non tutta quella parte politica veste, al riguardo, gli stessi panni.

Ed è su questa parte, quella che ha mostrato di recente il suo proposito di ripristinare un minimo di vivibilità democratica, che sono appuntati gli sguardi di tutti coloro che credono ancora nelle Istituzioni.

Certamente il comportamento del Prefetto di Latina non è piaciuto a quanti si sono sentiti colpiti dai suoi provvedimenti su Fondi.

Ma un Prefetto onesto, un vero servitore dello Stato, non avrebbe potuto fare diversamente in una situazione del genere.

Tutti, anche gli increduli più incalliti, hanno potuto rendersi conto di quello che c’era in quella cittadina. E non è emerso, secondo noi, tutto quello che c’è, tenuto conto del fatto che lo Stato si è visto costretto ad assegnare una scorta armata al Presidente del Consiglio Comunale, dopo gli attentati incendiari ad un suo capannone ed all’autovettura della sorella.

Perciò non capiamo le ragioni che ancora frenano, a distanza di circa 5 mesi dalla richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale formulata dal Prefetto di Latina al Ministro Maroni, una decisione da parte di quest’ultimo.

Maroni non fa altro che autoaccreditarsi di fronte all’opinione pubblica nazionale come un difensore della legalità ed un nemico delle mafie.

Abbiamo voluto credergli. Ma se egli continua a tollerare una situazione qual’è quella che è emersa su Fondi dalle indagini della DDA e della Commissione di accesso, la fiducia in lui comincia seriamente a venir meno.