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Sicurezza: il Governo fa solo chiacchiere

Domani in piazza saranno 20.000 i lavoratori della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato che manifesteranno in corteo a Roma per protestare contro le scelte operate dal Governo sul tema della Sicurezza e nei confronti del personale del Comparto

Giungeranno da ogni città del Paese i lavoratori delle tre forze di Polizia ad ordinamento civile che domani manifesteranno in corteo a Roma per protestare contro le scelte operate dal Governo sul tema della Sicurezza e nei confronti del personale del Comparto.

Poliziotte e poliziotti demotivati e mal pagati, stanchi di essere vittime di un modello di sicurezza ritenuto inefficiente e inadeguato, che rischia ogni giorno di più il collasso; un sistema, quello attuale, che privato delle risorse umane e degli investimenti economici essenziali a garantirne la piena funzionalità finisce per mortificare le coscienze e la professionalità degli operatori addetti, 40.000 meno di quelli previsti, ben 6.000 quelli fin qui perduti dalla Polizia Penitenziaria, a fronte di un sempre crescente numero di reclusi che supera ormai le 65.000 presenze in carcere fuorilegge e in spazi che potrebbero ospitarne non più di 43.000.

Una situazione, quest’ultima, che rischia di degenerare, che alimenta tensioni e provoca continue offese e aggressioni alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria – circa 850 quelle fin qui registrate da un anno a questa parte -, invero costretti anche a sopportare, per mantenere l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, condizioni di lavoro inumane in turni di servizio resi doppi, tripli, senza neanche vedersi riconosciuto il pagamento del lavoro straordinario, pagato ancora oggi addirittura meno di quello ordinario.

Personale umiliato anche dall’attuale esecutivo, che per rinnovare il contratto di lavoro  scaduto ormai da due anni ha previsto un aumento di soli 40 euro mensili ai poliziotti, ben il 50% sotto alla somma stanziata per lo scorso biennio dal precedente Governo, non prevedendo, oltretutto, alcuna risorsa economica per il rinnovo del prossimo.

Donne e uomini che oggi dicono basta, stop alla politica degli annunci e degli impegni non mantenuti dal Governo, che chiedono rispetto per il loro lavoro, per la loro dignità personale e professionale, che rivendicano quella attenzione, quei mezzi e quegli strumenti che sono essenziali per garantire la sicurezza di questo Paese, di un paese che possa definirsi civile.
Francesco Quinti (Responsabile Nazionale Fp Cgil Comparto Sicurezza)

(Tratto da Aprileonline)