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Si é dimesso il Sindaco di Marcianise (Caserta)

Dobbiamo ad Antonello Velardi il disvelamento  di un dato che ha sperimentato con sofferenza e che noi verifichiamo quotidianamente.
La diffusa illegalità, il disinteresse per il bene comune, il rinchiudersi nel proprio ‘particulare’, il sentirsi esentati dal costruire una comunità virtuosa sono dimensioni di vita diffuse che ostacolano l’attività della Pubblica Amministrazione.
Velardi , Sindaco di Marcianise, era una sorta di ‘mosca bianca’ in quella cittadina, un po’ un personaggio fuori dal contesto, un inguaribile utopista, che voleva ben amministrare. E poi la subcultura trasversale della camorra ha fatto il resto.
E Velardi ha capito che l’uomo solo, animato da buoni propositi, non sopravvive in una Amministrazione che è considerata e ritiene di essere dispensatrice di favori, di privilegi, alleata interessata di chi ha interessi non sempre leciti.
Nel nostro sud la Pubblica Amministrazione svolge il ruolo di banca, eroga fondi, permette il lavoro, crea carriere, gestisce, si , gestisce.
Gestire vuol dire altro che amministrare secondo regole condivise in funzione del bene di tutti. Gestire vuol dire imporre volontà: arbitrio e non diritto.
Gestire equivale a cercare di mantenere equilibri precari, volere accontentare  ognuno come si farebbe con un cliente un po’ petulante, non prendere posizioni decise, rinviare, tollerare ciò che è illegale per non creare conflitti, chiudere un occhio ….Insomma in numerosi Comuni si amministra ogni giorno senza programmare, senza scomodare l’etica della responsabilità, senza operare scelte determinanti che costano.
E Velardi si è dimesso da Sindaco di Marcianise. Certamente,da ottimo giornalista, ha scritto di vicende che hanno interessato cittadini,politica,pubblici amministratori.
Una cosa è scrivere ed altra cosa è vivere   la realtà.
Una cosa è studiare malati e medicinali con metodo scientifico seduti in un attrezzato laboratorio, altra cosa è vivere in corsie di ospedali in tempi di epidemia.
Velardi si è dimesso da Sindaco. Da uomo solo , minacciato e non sostenuto, scarsamente condiviso nella sua coraggiosa azione politica, ha visto prevalere le ombre più delle luci, ha sofferto l’isolamento, l’incomprensione, il fastidio di chi avrebbe dovuto affiancarsi nella sua opera , nello svolgere il mandato ricevuto.
Velardi è stato educato, formato con principi in funzione di una società che non c’è.
Anche i migliori credono che il voto esaurisce ogni attiva partecipazione
Oggi Velardi ci dice di aver inseguito un’utopia e lascia l’incarico di primo Cittadino di Marcianise. Ciò che è giusto e normale è considerato utopia.
Ma Velardi non ha fallito. Intorno a lui c’è il fallimento non di una astratta società. Donne ed uomini di Marcianise che hanno contribuito alla decisione di Velardi sono i falliti, sono i soggetti responsabili e falliti nella loro dimensione umana.
Siamo solidali con Antonello.Non c’è altro da fare. Se l’erba non cresce, non avremo mai il prato. Se inquiniamo la terra, i fiori non li vedremo  mai.

Francesco de Notaris

V.Segretario Nazionale Associazione A.Caponnetto