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Sequestro dell’hotel Ganimede, nove indagati: dal sindaco Cusani e il vice, proprietari, ai tecnici

Sequestro dell’hotel Ganimede, nove indagati: dal sindaco Cusani e il vice, proprietari, ai tecnici

Mercoledì 31 maggio 2017

di Mirko Macaro

Un albergo secondo le accuse cresciuto troppo, fino a far configurare il reato di lottizzazione abusiva in un’area già finita nella bufera per il piano integrato, considerato “col trucco”. E degli indagati eccellenti, con nomi che in alcuni casi in un modo o nell’altro si ricorrono, nel seguire la strada dei sigilli e delle ultime vicende giudiziarie di Sperlonga.

Nove, i destinatari del decreto di sequestro preventivo notificato nella tarda mattinata di mercoledì dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sull’hotel “Ganimede”Partendo dai proprietari, ovvero il sindaco Armando Cusani, che dopo mesi di carcere nell’ambito di un’altra inchiesta, la “Tiberio”, è attualmente ai domiciliari, ed il vicesindaco Francescantonio Faiola, amministratore unico della società di gestione del Ganimede, la “Resorts & Hotels Sperlonga srl”, e socio al 50% col primo cittadino, già comproprietario di un altro albergo sequestrato per lottizzazione, il “Grotta di Tiberio”.

Con loro, figurano indagati in qualità di tecnici progettisti Luca Conte ed Antonio Camerota, rispettivamente nativi di Fondi e Minturno; Antonio Pignataro, originario di Napoli e amministratore unico pro tempore della “Resorts & Hotels Sperlonga”; Antonio Faiola, responsabile pro tempore del settore urbanistico del Comune e firmatario del permesso a costruire con cui nel 2008 veniva autorizzata l’edificazione della struttura ricettiva; Massimo Pacini, suo successore e firmatario di un’autorizzazione paesaggistica ugualmente contestata. Gli ultimi due destinatari del decreto di sequestro sono invece funzionari della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, l’ex sindaco di Campodimele Francesco Paolo Zannella e il capitolino Giorgio Palandri, firmatari della succitata autorizzazione paesaggistica, risalente al 2014.

Per una serie di atti da ritenersi nella sostanza “illegittimi e illeciti”, secondo la Procura, “in quanto autorizzanti una volumetria pari a 4.125 metri cubi rispetto a 2.494 metri cubi (la volumetria originariamente attribuita al lotto, il 41, ndr), incremento determinato dall’omesso computo di superfici coperte e chiuse su tre lati, del corpo scala del corpo di fabbrica delle scale, delle superfici dei porticati, nonché di un ulteriore incremento di volumetria pari a 285 metri cubi”.

fonte:www.h24notizie.com