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Sequestro da 5 milioni alla cosca Rango-Zingari

Sequestro da 5 milioni alla cosca Rango-Zingari

Sequestro da 5 milioni alla cosca Rango-Zingari

I destinatari sono Antonio Intrieri e Domenico Mignolo, entrambi già condannati per associazione mafiosa poiché ritenuti ai vertici della cosca cosentina. Il sequestro, su richiesta della Dda di Catanzaro, ha riguardato immobili, società, rapporti bancari e automezzi

 

Martedì, 07 Novembre 2017

 

COSENZA La Guardia di Finanza di Cosenza ha sequestrato su disposizione del Tribunale di Cosenza un patrimonio di oltre 5 milioni di euro riconducibile a due affiliati di spicco della cosca Rango-Zingari, Antonio Intrieri e Domenico Mignolo. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione. Il sequestro è avvenuto su richiesta dalla Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri, a seguito di un’articolata e complessa attività di accertamento antimafia svolta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, e coordinata dal procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto procuratore Camillo Falvo.

La normativa antimafia prevede l’applicazione delle misure di prevenzione anche patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi ovvero che, per la loro condotta ed il tenore di vita, debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa. Intrieri ritenuto ai vertici della cosca Rango – Zingari, è stato condannato a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa e reati connessi nel 2016 emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro ed attualmente detenuto, in attesa di giudizio. Su di lui grava altresì la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, ancora da scontare poiché detenuto.

Mignolo, ritenuto anch’egli ai vertici della cosca, risulta condannato a 14 anni di reclusione sempre per associazione mafiosa e reati connessi ed è condannato anche a 18 anni di reclusione per omicidio. Lo stesso attualmente è detenuto ed è sottoposto al regime penitenziario del 41 bis. Anche su di lui grava la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, ancora da scontare poiché detenuto. Il sequestro è stato possibile grazie anche al lavoro certosino svolto dai finanzieri calabresi del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Cosenza, che, sotto la direzione della Dda di Catanzaro, hanno svolto accertamenti patrimoniali nei confronti degli appartenenti la cosca condannati nonché dei loro prossimi congiunti, esaminando e approfondendo le variazioni patrimoniali nell’arco temporale dal 1986 al 2016.

Il lavoro svolto ha evidenziato una netta sproporzione delle movimentazioni economico-finanziarie in uscita (spese) rispetto agli esigui redditi dichiarati (entrate), non sufficienti a soddisfare le primarie esigenze di vita. L’esecuzione del provvedimento ha portato al sequestro dei seguenti beni intestati riconducibili ai due detenuti: 2 fabbricati; 1 appezzamento di terreno; 2 società con relativo complesso aziendale; 2 fabbricati; 4 quote di partecipazione di società intestate o riconducibili ai due detenuti; 2 associazioni sportive dilettantistiche; 1 appezzamento di terreno; 8 automezzi; diversi rapporti bancari, per un valore complessivo stimato di oltre 5 milioni di euro.

 

Fonte:http://www.corrieredellacalabria.it