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Sequestri di immobili a Nettuno e proteste contro i tributi ad Anzio

A NETTUNO, IN PROVINCIA DI ROMA, LA CUI AMMINISTRAZIONE COMUNALE E’ STATA SCIOLTA, COME E’ NOTO, PER COLLUSIONE CON LA MAFIA, SEQUESTRATO UN INTERO QUARTIERE ABUSIVO COMPOSTO DA BEN 9 PALAZZINE. QUALCUNA DI QUESTE E’ RISULTATA INTESTATA A SOGGETTO COLLEGATO CON LA ‘NDRINA DEI GALLACE.

NELLA VICINA ANZIO, INVECE, E’ SCOPPIATA LA RIVOLTA CONTRO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER LA RISCOSSIONE DEI “CREDITI INESIGIBILI” DA PARTE DEL CENTRO SERVIZI EUROPEI, UNA SRL CON SEDE A ROMA

Abusivismo edilizio e falso ideologico. Queste le accuse a carico di 27 persone abitanti a Nettuno. Fra gli accusati ci sono anche 7 dipendenti comunali. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Nettuno su incarico della Procura della Repubblica di Velletri e riguarda ben 321 unità immobiliari, fra appartamenti e garage, realizzate senza l’approvazione della Regione Lazio e, quindi, abusivamente. Fra i costruttori c’è anche un congiunto di Franco D’Agapiti, il boss attualmente detenuto per narcotraffico e collegato con il clan calabrese dei Gallace. Ancora una volta viene alla luce l’intreccio esistente fra segmenti della pubblica amministrazione e delle istituzioni ed elementi collegati con la criminalità organizzata e con il malaffare; un intreccio che si fa beffa delle leggi e che inquina la vita civile, economica e politica del territorio. Territorio che-si badi bene- non si limita a quello della sola Nettuno, ma che, invece, investe tutta la fascia litoranea laziale, da nord a sud, da Civitavecchia-Santa Marinella-Tolfa, ai confini della Toscana, fino a Scauri-Minturno-SS. Cosma e Damiano, alle foci del fiume Garigliano e al confine con la Campania. Un territorio invaso da clan, cosche e ‘ndrine di ogni specie, sia italiani che stranieri.

Appare quanto meno risibile – e fa riflettere – il tentativo maldestro di quanti, nelle istituzioni e nel mondo della politica, tentano di accreditare la chiave di lettura secondo la quale tali clan, presenti ed operanti, come è stato accertato, a Nettuno, non lo siano, invece, nelle confinanti Anzio ed Ardea, come se le mafie operassero su territori delimitati da paletti!… Evidentemente i riflettori non sono stati accesi sugli altri Comuni con la stessa intensità con la quale sono stati accesi su Nettuno. E’ questo il motivo per il quale la nostra Associazione da tempo sta concentrando una particolare attenzione su tutto il litorale romano, confidando sulla collaborazione di cittadini onesti e volenterosi in grado di fornirci elementi di valutazione, da “girare”, poi, a chi ha il compito di indagare soprattutto sul versante dell’”origine” dei capitali che si investono e sulle collusioni mafia-politica.

In quest’ottica, non è infondato il sospetto da noi sollevato per quanto attiene al settore degli appalti e dei subappalti, pubblici e privati, non solo dei mondi dell’edilizia e del commercio, ma anche in quello dei servizi.

Si sta parlando in questi giorni moltissimo della gara espletata dal Comune di Anzio relativamente all’affidamento del servizio di riscossione dei cosiddetti “crediti inesigibili” a carico di cittadini che non hanno pagato quanto avrebbero dovuto pagare, gara vinta dal Centro Servizi Europeo, con sede in Roma in viale Ciamarra 280 e, si dice, anche a San Marino.

Sulla legittimità di tale gara molti dubbi sono stati sollevati da consiglieri dell’opposizione di centrosinistra al Comune di Anzio nella seduta consiliare del 23 aprile u. s. , , consiglieri che hanno annunciato di aver richiesto l’intervento della Procura della Repubblica di Velletri.

Stiamo aspettando al riguardo che magistratura e forze dell’ordine facciano piena luce su tutta la vicenda.