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Sentenza Mafia capitale, legale Carminati: “Presto istanza scarcerazione”. Eseguiti 9 arresti. Zingaretti: “La mafia a Roma c’è, nessuno si illuda”

La Repubblica, 23 OTTOBRE 2019

Sentenza Mafia capitale, legale Carminati: “Presto istanza scarcerazione”. Eseguiti 9 arresti. Zingaretti: “La mafia a Roma c’è, nessuno si illuda”

Condannne definitive per Coratti, Tassone e Tredicine e altre sei persone. Ieri la Cassazione ha cancellato l’aggravante mafiosa per 17 imputati: ora si attende il ricalcolo delle pene. Il vicesindaco Bergamo: “Singolare che qualcuno esulti”. Salvatore Buzzi: “Incubo finito”

di redazione

“Ci aspettiamo che venga immediatamente revocato il 41bis, ovvero il regime di carcere duro, se ciò non dovesse accadere siamo pronti a fare istanza”. E’ soddisfatto  l’avvocato Cesare Placanica, difensore di Massimo Carminati, dopo la decisione della Corte di Cassazione che ha fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa per l’ex Nar e per gli altri 16 imputati. “In queste ore – aggiunge il penalista – stiamo valutando anche di presentare una istanza di scarcerazione nell’attesa che la Corte d’Appello di Roma ridetermini la pena”. La stessa istanza di scarcerazione su cui già da ieri stava ragionando anche il legale di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi.

Intanto, nell’attesa del ricacolo delle pene,  nove condanne sono diventate definitive e nella notte le porte dei penitenziari romani di Rebibbia e Regina Coeli  si sono aperte per l’ex presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, per l’ex dirigente che si occupava della cura del Verde a Roma Claudio Turella, Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Andrea Tassone ex presidente del municipio di Ostia,  Giordano Tredicine ex consigliere comunale,  e Marco Placidi ex responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Sant’Oreste.

Il passaggio in giudicato della sentenza ha dato immediata esecuzione alla pena detentiva, precludendo, così come previsto dalla legge Spazzacorrotti, ai condannati la possibilità di richiedere e usufruire di misure alternative al carcere, come l’affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari.

In particolare la legge è stata applicata, tra gli altri, nei confronti di Turella, Coratti e Tassone, che dovranno scontare una pena residua di oltre tre anni, del dirigente regionale Guido Magrini e – infine – dell’ex consigliere comunale Giordano Tredicine.

Nello specifico, Coratti dovrà quindi scontare una pena residua di 3 anni, 7 mesi e 6 giorni di reclusione, con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e incapacità di contrarre con la pa per 4 anni e 6 mesi.

Tassone dovrà invece scontare una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici, incapacità di contrarre con la pa per 5 anni e interdizione legale durante l’esecuzione della pena.

“Trovo singolare che qualcuno possa festeggiare il fatto che si riconosce la presenza massiccia delle associazioni criminali semplicemente perchè non viene riconosciuta l’aggravante della mafia”. Commenta  il vicesindaco di Roma, Luca Bergamo. “Non sono tanto stupito dalla sentenza- ha aggiunto- ma francamente trovo singolari i commenti di chi gioisce. C’è una distonia nel dire ‘che bello, e’ solo associazione a delinquere e non mafia. Ma è associazione a delinquere. Sembra che il non riconoscimento dell’aggravante possa essere motivo di soddisfazione, ma a me sembra angosciante trovare elementi di criminalità all’interno della vita pubblica della città”.

A proposito invece di chi ha parlato di un venir meno della strategia politica e comunicativa dei Cinque Stelle sulla presenza della mafia, Bergamo ha detto “questa roba non la commento nemmeno”.

Buzzi: “Incubo finito”

“L’incubo è finito, voglio uscire da questo inferno dietro le sbarre e tornare a casa”. Ecco le prime parole che Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti dell’inchiesta Mafia Capitale, pronuncia ai suoi avvocati Alessandro Diddi e Piergerardo Santoro. Tramite dei due legali, l’Adnkronos riporta le sue parole a commento della sentenza. Buzzi – a detta dei difensori – potrebbe tornare in libertà dopo la decisione della Cassazione di eliminare dal processo (che lo ha visto comunque condannato) il profilo mafioso.

“Dopo oltre 4 anni vedo di nuovo la luce, ho un futuro davanti a me – dice Buzzi – sono emozionato, incredulo, e sotto sotto ci speravo anche se si era creata una situazione surreale perché avevano costruito giudiziariamente e mediaticamente un’immagine distorta”. E ancora: “La Cassazione ha condannato soprattutto la politica che mi spremeva per farmi lavorare. Erano loro, non io, a chiedere favore e soldi. Per lavorare dovevo pagare, ma la mafia non c’entrava, non c’era.  Io ho sbagliato, mivergogno, ho confessato i miei sbagli e ho pagato tutto. Hanno scritto un film su me e Carminati e non hanno raccontato la verità su un male che attanaglia Roma da sempre: la corruzione”.

Zingaretti: “A Roma e nel Lazio la mafia c’è, nessuno si illuda”

Su Mafia Capitale “leggo commenti come se non fosse accaduto nulla”, ma la sentenza “conferma l’esistenza di un potere criminale che è stato smantellato. Vedremo gli atti, ho capito che non è stato individuato un sistema intimidatorio. A Roma e nel Lazio c’è la mafia, nessuno si illuda, io lo so come presidente della Regione. Ognuno dica la propria, ma sia chiaro che il pericolo mafioso è fortissimo e bisogna tenere altissimo il livello di mobilitazione delle forze dell’ordine”. Così il segretario Pd e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a Porta a Porta.