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SEMPRE A PROPOSITO DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI IN PROVINCIA DI LATINA

LA PREFETTURA DI LATINA HA EFFETTUATO I CONTROLLI ?

 

Atto Senato Interrogazione a risposta orale 3-03329 presentata da IVANA SIMEONI giovedì 24 novembre 2016, seduta n.730 SIMEONI, FUCKSIA – Ai Ministri dell’interno e della salute – Premesso che: la cooperativa “ArteInsieme”, operante ad Itri (Latina), sarebbe risultata aggiudicataria di gara pubblica bandita dalla Prefettura di Latina finalizzata ad assicurare servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, ed avrebbe, da subito, evidenziato numerose criticità relative alla capacità di offrire adeguata assistenza ai migranti. Invero, già sotto il profilo della necessaria esperienza pregressa richiesta in sede di presentazione delle domande di partecipazione, si rende doveroso evidenziare che la cooperativa non aveva prestato in precedenza servizi in ambito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), ovvero in progetti di accoglienza similari; l’unico centro di accoglienza a Itri attrezzato in tal senso è, per onore di verità, gestito unicamente dal Comune; la struttura individuata dalla cooperativa per offrire assistenza sarebbe stata indicata nell’ex albergo “Montefusco”, peraltro ubicata in una località isolata di montagna e lontana molti chilometri dal centro abitato. Si aggiunga che la struttura versava, al momento della presentazione del progetto, in totale stato di abbandono da anni; si sono resi, pertanto, necessari lavori di adeguamento che ad oggi risultano essere ancora provvisori, e sussisterebbero inoltre plurime criticità, anche in mancanza del rispetto delle norme di legge in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro; si evidenzia, in proposito, che la struttura risulterebbe priva dei necessari allacci per l’erogazione dell’acqua e del metano, come anche dell’opportuno impianto di depurazione dell’acqua; ne discende, pertanto, che il carico d’acqua raccolto tramite autobotte risulterebbe non potabile e di conseguenza non adeguato per gli usi di cucina. Ancora, non risulterebbe essere stato predisposto un piano antincendio, così come non figurerebbe alcuna scala di emergenza; gli unici estintori in dotazione sarebbero quelli presenti al tempo della diversa destinazione dello stabile e quindi non revisionati da anni; considerato che: oltre alle carenze in merito alla struttura preposta, la cooperativa ArteInsieme non risulterebbe ottemperare a molti altri dei requisiti richiesti nel bando di gara, giacché il personale in organico non possiederebbe le competenze necessarie ad offrire un’adeguata assistenza ai beneficiari del servizio; in primo luogo non sussisterebbero competenze in materia di mediazione linguistico-culturale: il bando, in proposito, dispone specificatamente che il servizio di mediazione linguistico-culturale debba essere effettuato mediante la copertura delle principali lingue parlate dai cittadini extracomunitari. Ad oltre 5 mesi di distanza dall’avvio del progetto, non risulterebbe la presenza di alcun mediatore linguistico-culturale in possesso dei requisiti previsti; del pari, risulterebbe insussistente anche il servizio di assistenza legale precipuamente specializzato nella normativa concernente l’immigrazione, i diritti e i doveri, nonché la condizione dello straniero. L’unico avvocato a disposizione non presenterebbe alcuna esperienza precedente in merito e non presterebbe patrocinio per un tempo da ritenersi adeguato a fronteggiare le necessità dei migranti: sembrerebbe infatti che si palesi presso le strutture di accoglienza con una frequenza di una, due volte al mese; non sarebbe inoltre presente un sostegno socio-psicologico adeguato, dacché l’unica operatrice è laureata in Psicologia ma non risulterebbe abilitata all’esercizio della professione; in aggiunta, sarebbe chiamata a prestare servizio per circa 10 ore settimanali, un tempo, ad avviso degli interroganti, non sufficiente se rapportato ai circa 120 immigrati presenti nel progetto; tali carenze, hanno comportato una serie di gravi ripercussioni, prime fra tutte la cooperativa non sarebbe stata in grado di procedere alla presentazione del modello C3 presso la Questura di Latina, senza il quale gli immigrati ospitati nella struttura non possono ottenere il documento di riconoscimento, corredato di foto, che attesti lo status di richiedenti protezione internazionale, vedendosi, di conseguenza, anche impossibilitati a formalizzare l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti; se il Ministro dell’interno non intenda verificare la correttezza di tutte le procedure amministrative seguite nell’assegnazione dell’appalto alla cooperativa ArteInsieme, nonché la sussistenza di tutti i requisiti previsti dal bando di gara, con particolare riguardo a quanto disciplinato al punto 7.7 in merito all’iscrizione della cooperativa al registro delle imprese della Camera di commercio territoriale; se non intendano valutare l’invio di ispettori ministeriali affinché siano verificati lo stato, il corretto funzionamento e le condizioni igienico-sanitarie della struttura di accoglienza, l’attuale condizione di vita e di salute dei migranti ospitati; se il Ministro della salute non intenda, provvedere affinché sia verificato l’ avvenuto espletamento dello screening virale obbligatorio per HIV, HCV B, HCV C e tubercolina. (3-03329)