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Secondo il Procuratore di Cassino non ci sarebbe un radicamento mafioso sul territorio.

Grave, gravissimo il comportamento del Procuratore Capo di Cassino che ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa secondo le quali non ci sarebbero organizzazioni mafiose radicate sul territorio della Città martire.

Un Procuratore della Repubblica NON deve mai fare in modo che si abbassi il livello di guardia della comunità rispetto ad un fenomeno così invasivo e sconvolgente che sta minando le basi stesse della nostra convivenza civile e democratica.

Ci sono decine di rapporti, di relazioni della DNA, della DIA, delle associazioni, di istituti specializzati che indicano il Basso Lazio e, quindi, il Cassinate, come territorio a forte penetrazione mafiosa.

Senza considerare, poi, le notizie che pervengono in continuazione circa operazioni di polizia che riguardano nello specifico il Cassinate.

Quello che ci sconcerta è il fatto che nessuno, ma proprio nessuno, partiti, sindacati o associazioni che siano, ha sentito il dovere di correggere quelle dichiarazioni e di censurarle contrapponendo ad esse proprio quanto citano le relazioni ed i rapporti cui abbiamo fatto cenno.

Una sorta di assuefazione al fenomeno?

Rassegnazione?

Non sappiamo il motivo di tanti silenzi.

Ma una cosa ci sconcerta ancora di più: la constatazione della mancanza di un raccordo fra la Magistratura antimafia e quella ordinaria.

E qui ci rivolgiamo direttamente e personalmente al Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso per pregarlo di intervenire per creare una linea di sinergia fra i vari organismi.

I reati associativi di stampo mafioso sono di ESCLUSIVA competenza delle Direzioni Distrettuali Antimafia e le Procure ordinarie non c’entrano per niente.

Le informative delle forze dell’ordine debbono essere inviate direttamente alle DDA e non per il tramite, ad evitare, soprattutto, quello che si sarebbe verificato negli anni andati a Latina, dove, secondo quanto scritto dai Procuratori Diana De Martino e Francesco Curcio in occasione delle inchieste “Damasco” sul “caso Fondi”, reati in realtà di natura mafiosa sarebbero stati iscritti come reati ordinari.

Anche se le Procure ordinarie non hanno per legge la competenza per trattare i casi di natura mafiosa, è necessario che le varie Procure, quelle ordinarie e le DDA, agiscano non in maniera divergente, dicendo le une una cosa e le altre un’altra.

Così è inevitabile un blocco di tutto il sistema investigativo, o, quanto meno, un rallentamento delle indagini e, comunque, una mancata collaborazione della comunità civile a supporto degli organismi investigativi e giudiziari nella lotta alle mafie.

Paolo Borsellino, prima di essere ucciso, lamentava appunto questa mancata collaborazione da parte della gente ed “una delega totale ed inammissibile alle forze dell’ordine ed alla magistratura ad affrontare esse sole il problema della lotta alle mafie”.

Questo è un dovere di tutti i cittadini, di tutti i partiti democratici, di tutte le articolazioni sociali, economiche culturali della società, nessuno escluso.

Quello che andiamo dicendo noi dell’Associazione Caponnetto da anni!

Sempre finora inascoltati, purtroppo.

Non è la prima volta che ci vediamo costretti a scendere in campo con tutto il peso ed il prestigio della nostra Associazione dopo le dichiarazioni di vari esponenti di istituzioni locali che negano, o quanto meno minimizzano, l’esistenza del fenomeno mafioso a Cassino e nel territorio circostante.

E’ successo con un ex sindaco e con un ex generale dei Carabinieri.

Ora ci succede addirittura con un Procuratore Capo.

Così non andiamo da nessuna parte e vanifichiamo anni di impegno civile, di sacrifici, di pericoli personali spesi per combattere questo mostro, le mafie, che hanno assunto un volto pericolosissimo, quello di soggetti spesso insospettabili che investono tonnellate di soldi per privarci di tutti gli spazi di vivibilità economica, sociale e democratica.

Quando parliamo di mafie, oggi, dobbiamo infatti parlare di mafie IMPRENDITRICI e di mafie POLITICHE, non più e non solo di mafie militari come ci vengono presentate dalla maggioranza dei mezzi di informazione.

Il Procuratore di Cassino è proprio certo che queste nuove mafie non abbiano investito i loro capitali nel suo distretto???