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.SE RISPONDE A VERITA’ QUANTO RIPORTATO IN QUESTO ARTICOLO IL FATTO E’ DI UNA GRAVITA’ ECCEZIONALE ED IL MINISTERO DELL’INTERNO DEVE INTERVENIRE

Tarquinia, vice questore rivela l’identità di un testimone di giustizia: rinviato a giudizio

11 novembre 2016 –

tribunale-civitavecchiaRinvio a giudizio per rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio. Questo il reato di cui è accusato un vice questore di Tarquinia. Un fatto grave di per sè, ma che lo diventa ancora di più quando l’identità in questione è quella di un testimone di giustizia.

Una storia alquanto singolare affidata al gup Paola Petti e di cui se ne è occupata Mecenate Tv.

Secondo quanto emerso dall’indagine, nata dalla denuncia dello stesso testimone di giustizia, il vice questore avrebbe rivelato l’identità del testimone di giustizia, figlio di un esponente di spicco della ‘ndrangheta calabrese, che viveva a Tarquinia con un programma di protezione del ministero dell’interno, al quale è stata data una nuova identità e soldi, per rifarsi completamente una vita, dopo che grazie alla sua testimonianza la magistratura calabrese riuscì a sgominare molti esponenti della famiglia avversa alla sua e che aveva assassinato suo padre.

Arrivato a Tarquinia il testimone, sotto protezione, ha aperto alcune attività commerciali iniziando una vita normale. Secondo quanto avrebbe scoperto la magistratura però, il vice questore, che era a conoscenza della reale identità del testimone, un giorno chiede allo stesso se poteva assumere una persona nelle sue attività commerciali. Il testimone, fidandosi ciecamente del vice questore, lo accontenta. Ma quando vede di chi si tratta la persona che deve assumere, capisce che la cosa è di una pericolosità inaudita. Il personaggio infatti è un collaboratore di giustizia, e per di più che ha fatto parte proprio della famiglia con cui la sua ha combattuto per la supremazia malavitosa per anni in Calabria. Entrambi sanno chi sono realmente, così come, secondo la procura, lo sa anche il vice questore. Da quel momento scatta la denuncia ai carabinieri di Tuscania. Parte l’indagine, inizialmente affidata al pm Margherita Pinto, poi passata al pm di Viterbo Petroselli, poi tornata alla procura di Civitavecchia per competenza territoriale.

La magistratura inquirente ritiene che il vice questore ha rivelato il segreto d’ufficio e ne chiede il rinvio a giudizio. La richiesta viene accolta all’udienza di ieri dal gup Petti. Prima udienza il 9 marzo.