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Se questo è lo Stato di diritto! Il “caso” di Ignazio Cutrò e quello dell’incomprensibile comportamento del Prefetto di Agrigento e della politica!!!

UN SEGNALE INQUIETANTE CHE ARRIVA A TUTTI COLORO CHE FANNO DELLA LOTTA ALLE MAFIE UN IMPEGNO CIVILE E MORALE. IL CASO DI IGNAZIO CUTRO’… E NON SOLO

Uno Stato che lascia al proprio destino, esposto alle ritorsioni delle mafie, chi collabora con la Giustizia contro i mafiosi, è uno Stato che dovrebbe vergognarsi.

La stampa nazionale, finalmente, – in prima linea IL FATTO quotidiano – ha acceso i riflettori su quanto sta capitando all’amico Ignazio Cutrò.

Un Prefetto, quello di Agrigento, che resta inerte di fronte all’esigenza che quest’uomo ha di lavorare, dopo che gli hanno bruciato l’azienda.

Ignazio vuole solamente lavorare per far mangiare la propria famiglia, i propri figli.

Chiede solamente di lavorare, dopo che i privati, probabilmente minacciati da Cosa nostra, non chiamano più la sua azienda ad effettuare alcun lavoro.

Come Comuni, Provincia, Regione ed enti pubblici.

E’ il destino, questo, di tutti coloro che… ,. ”osano” schierarsi con lo Stato di diritto, contro le mafie.

Con lo Stato di diritto che, però, nelle sue articolazioni locali, come in questo caso il Prefetto di Agrigento, ti abbandona.

Difficile, oggi, il compito di chi si schiera contro le mafie.

Ti incendiano l’azienda, ti denunciano e ti chiedono risarcimenti milionari, ti denigrano e prendono in giro.

E c’è chi ti ridicolizza perché magari qualcuno ti ha denunciato… per diffamazione, come se il lavoro di chi fa antimafia vera non comportasse anche questo rischio.

Come per i giornalisti d’inchiesta, d’altra parte.

Gente che è dalla parte delle mafie. Gente che non fa niente per darti una mano nel combattere contro le mafie. Gente che non ti aiuta quando, come Ignazio Cutrò, ha bisogno di essere aiutato. E’ questo lo Stato?

Questo è il terreno sul quale si muovono persone coraggiose ed oneste che si battono contro le mafie militari, politiche ed economiche. E l’antimafia parolaia.

Non c’è stato finora un solo deputato o senatore siciliano o nazionale che abbia avuto il coraggio di sburdagiare il Ministro dell’Interno Maroni in Parlamento quando si vanta di combattere contro le mafie.

Se questa è lotta alle mafie, andiamocene tutti da questo Paese ingrato e destinato all’agonia.