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Se non si attacca, oltre che quello economico, anche il livello politico delle mafie, si macina aria fritta. “Formia Connection” “Damasco” Nettuno e quanti altri ancora nel solo Lazio!

Il livello politico delle complicità con la mafia.

E’ quello che bisogna aggredire se veramente si vuole fare una lotta seria alle mafie nel Lazio ed in provincia di Latina.

Fino a quando non si attaccherà quello, si farà sempre il classico buco nell’acqua.

Le complicità dirette.

E, forse, soprattutto quelle indirette, che non appaiono, non si vedono.

I… tanti silenzi.

Indizi, questi ultimi, di una melma che rischia di travolgere tutto e tutti.

La “Formia Connection”, le “Damasco” di Fondi, e, poi, Nettuno, gli attacchi subiti da noi –mica dai mafiosi acclarati ma da chi proprio non te lo aspetti, gente in giacca e cravatta e che “conta” – ogni volta che parliamo di presenze mafiose a Cassino, Tarquinia, nel viterbese.

E via via.

“Non c’è mafia se non c’è politica”.

“Politica e mafia come mare e pesci. Non c’è l’uno se non ci sono gli altri ”.

Lo specificò bene Piero Grasso in un suo bell’intervento al CONI di Formia qualche anno fa.

Perché se si arrestano Bardellino, Dell’Aquila, Setola, Sandokan e quanti altri e si lasciano indenni i loro tanti referenti politici, quelli che vengono eletti con i voti di questi signori e fanno i loro interessi, si è buttato solamente fumo negli occhi.

Non lo diciamo ai magistrati ed alle forze dell’ordine ad ognuno dei quali bisognerebbe fare un monumento per quello che fanno.

Lo diciamo ai tanti produttori di fumo, fra i politici, fra i mass media, fra gli esponenti di molte istituzioni.

Fumo per gli allocchi, per coloro che quando indichi la luna anziché guardare questa guardano il dito che la indica.

Sappiamo bene che bisogna raccogliere le prove, che questo è difficilissimo anche grazie ad una legislazione fatta da un Parlamento dove siedono decine –diciamo così-di inquisiti e condannati.

Sappiamo bene che magistratura e forze dell’ordine sono spesso impossibilitati a colpire “alto” per impedimenti di ogni genere.

Sappiamo bene che gli inquirenti spesso sono impotenti per scarsità (voluta e creata ad arte) di strumenti, risorse, uomini e quant’altro.

Sappiamo bene che “ ‘o sistema” è quello che è, una coltre, un fumo che impediscono di penetrarvi per colpirlo, demolirlo.

“ ‘o sistema”.

Un cancro, l’idra dalle mille teste.

Ne tagli una e ne nascono altre cento, nei partiti, nelle istituzioni, nella porta accanto alla nostra.

Professionisti, cittadini, gente comune ed altolocata.

Gente di tutte le specie che si mischia con i boss, con i loro figli, con i loro nipoti, dalla faccia pulita, dalla fedina penale anche, ma che sono “quelli”, che campano alla grande con i soldi dei loro padri, dei loro nonni, guadagnati con sistemi sporchi, con traffici illeciti, vessando e rubando sul sangue della povera gente.

“o sistema” che si autolegittima e si difende e tenta di stritolarti quando lo attacchi.

Che si esprime attraverso quella “borghesia mafiosa” di cui Ingroia, Scarpinato e tutti i magistrati e gli inquirenti perbene parlano sempre.

E’ in quell’area che bisogna scavare, indagare, colpire.

Perché se non si fa questo è tutta aria fritta.

Si possono arrestare migliaia di camorristi, di mafiosi, ma “o sistema” resta lì, integro, florido, sempre più potente.

E la responsabilità è sempre della politica, di una parte consistente della politica, che ne fa parte o che, comunque, ne beneficia.

Ecco i tanti “silenzi”, i tanti bla bla bla, una montagna di disinformazione e di manipolazione della realtà, la poca stampa che informa e la tanta che disinforma.

“’o sistema”!

Ecco il motivo per il quale noi suggeriamo sempre alle tante persone che chiedono di venire nella nostra Associazione di non avere paraocchi politici, di non avere pregiudizi di sorta, di avere la mente sgombra da schemi, le idee chiare circa la presenza di mafiosi in ogni dove, dappertutto e di sapere bene cos’è antimafia.

Non chiacchiere, non racconto, non commemorazione o quant’altro, ma, al contrario, scavo, indagine continua.

Il nostro deve essere un osservatorio costante, 24 su 24 ore, che osserva tutto, non si fa sfuggire niente, sul proprio territorio, non a Milano o in Africa, filtra, coordina, seleziona.

E segnala a chi di dovere, stando anche attenti a “chi” segnala in quanto gli infiltrati delle mafie stanno dappertutto, nei partiti come nelle istituzioni ed anche, a volte, nelle stesse forze dell’ordine.

Questa è antimafia.

E questo debbono sapere e capire tutti coloro che vogliono venire nella nostra Associazione, dove le chiacchiere, i tentativi di strumentalizzazione e quant’altro di scorretto rispetto ai nostri scopi non è accettato.