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Scandalo Ruby, processo lampo contro Berlusconi. La procura di Milano lo accusa di concussione prostituzione minorile

SCANDALO RUBY – C´è la «prova evidente» che Silvio Berlusconi ha compiuto atti sessuali con una prostituta di diciassette anni, ma anche aggirato un funzionario della questura di Milano sfruttando la sua funzione di presidente del Consiglio. Circa 300 pagine di accuse quelle che i magistrati milanesi Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano hanno recapitato giovedì sera al Cavaliere e in cui gli preannunciano, anche, che hanno intenzione di chiedere contro di lui un processo lampo.

È una brutta tegola quella che è piombata sulla testa del premier. Tempi di prescrizione infiniti (sino al 2026), ma soprattutto una soluzione che, sulla carta, potrebbe bruciare molte tappe. Il codice lo chiama «rito immediato», prevede uno sconto di un terzo della pena, saltando direttamente l´udienza preliminare e facendo un potenziale processo solo con le carte fin qui raccolte. Niente di più. L´ultima parola spetterà al gip Cristina Di Censo, il giudice che dovrà valutare la fondatezza delle accuse, ma soprattutto se quanto raccolto meriti quella corsia preferenziale garantita dal rito alternativo.

Per adesso, di certo c´è che il Cavaliere è stato «invitato» a presentarsi in procura nel prossimo fine settimana. I tre pm che si occupano del caso gli hanno anche consentito di scegliere il giorno: da venerdì fino a domenica. Anche se qui si potrebbe aprire il primo incidente. Il codice permette all´indagato, nel caso avesse un «legittimo impedimento», di rinviare il faccia a faccia. E visti i precedenti processuali del Cavaliere, l´ostacolo potrebbe essere non da poco. Se il duo di avvocati-parlamentari del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, presentasse alla procura questa eventualità, si dovrà concordare la prima data utile. Non mesi, ma al massimo qualche giorno in più rispetto al prossimo week end. Nel caso in cui il premier, invece, decidesse di non presentarsi, la procura dal giorno successivo sarebbe legittimata, codice alla mano, a presentare la richiesta di «immediato» al gip. Una volta arrivato al settimo piano del palazzaccio milanese il fascicolo, la Di Censo avrebbe cinque giorni di tempo (non vincolanti), per decidere se accogliere la richiesta. In questo caso, le alternative si sdoppiano. Se il gip non dovesse essere d´accordo (è successo per il crac Parmalat con la posizione di Calisto Tanzi e del suo management), invierebbe nuovamente il fascicolo alla procura che a questo punto potrebbe solo seguire il canale ordinario, passando da un altro gup e per una udienza preliminare. Ma se il lavoro della procura venisse invece «promosso» così come è attualmente, le carte finirebbero direttamente al Tribunale per la fissazione dell´udienza. Tempi rapidi, come detto. Nel giro di massimo due o tre mesi, infatti, verrebbe fissato il via al dibattimento.

La scelta del rito immediato, Ilda Boccassini l´ha adottata recentemente per l´operazione «Infinito», contro 174 presunti ‘ndranghetisti. La richiesta è stata formalizzata il 15 dicembre scorso, il gip l´ha accolta in circa un mese, e il Tribunale ha fissato la prima udienza per i primi di maggio. Nell´inchiesta sulla malavita organizzata, però, le carte dell´accusa sono state decine di migliaia e gli imputati numerosissimi. Per il premier, i tempi potrebbero essere ancora più contenuti. In tutta questa fase, al collegio difensivo del Cavaliere il codice concede un ridottissimo margine operativo. Una volta venuti a conoscenza della tattica della procura, i legali possono solo depositare al gip una memoria in cui spiegano i motivi per opporsi all´immediato.

Dal prossimo fine settimana, dalla risposta che il pool difensivo del premier darà all´invito della procura, si conoscerà con quali carte si giocherà la partita.

(Tratto da DirettaNews)