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ROMA,”COMUNE INFILTRATO”

Mafia Capitale, «Comune infiltrato»: la relazione sul sistema degli appalti nelle mani di Gabrielli

Marco Ludovico

L’organizzazione capeggiata da Carminati ha realizzato una sistematica infiltrazione del tessuto imprenditoriale e delle istituzioni locali

Mafia capitale ha permeato il Comune di Roma e le altre pubbliche amministrazioni. «L’organizzazione capeggiata da Carminati – si legge nella relazione messa a punto dalla commissione di accesso presieduta dal prefetto Marilisa Magno – ha realizzato una sistematica infiltrazione del tessuto imprenditoriale, attraverso l’elargizione dei favori, e delle istituzioni locali, attraverso un diffuso sistema corruttivo». La relazione, con dicitura «riservato», è nelle mani del prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Oggi in prefettura Gabrielli presiederà il comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza che, oltre ai vertici delle forze dell’ordine, prevede la presenza del procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il comitato viene sentito, secondo legge, proprio per il parere che lo stesso prefetto deve inviare al ministro Angelino Alfano. Il parere ipotizza la misura da adottare – scioglimento per infiltrazione mafiosa o per violazione di legge, o in alternativa avvicendamento dei diritgenti collusi con l’organizzazione mafiosa – ed è probabile che entro luglio Gabrielli lo trasmetta ad Alfano.

Ciò che fa impressione, intanto, è la documentazione di partenza. Perchè la commissione prefettizia, dopo aver spulciato migliaia di atti e documenti del Comune, aderisce convinta alla tesi di Pignatone. Quella di Carminati &amp; soci è mafia, senza dubbio, anche se “del tutto peculiare, che opera su due fronti”: quello “prettamente criminale e quello “imprenditoriale” dove “l’associazione privilegia lo strumento della corruzione rispetto a quello dell’intimidazione al quale comunque ricorre in caso di necessità”. La relazione sottolinea peraltro lo spirito imprenditoriale dell’associazione criminale: «L’obiettivo principale dell’organizzazione è quello di realizzare la infiltrazione nei settori economici e degli appalti pubblici».</p><p>La commissione prefettizia non esprime un’indicazione sull’opportunità che sia dato corso allo scioglimento del Comune di Roma per infiltrazione mafiosa, evento che resta comunque improbabile. Ma non nasconde nulla e anzi rilegge e amplifica, con argomentazioni dettate dalla visuale amministrativa, l’ordinanza del gip Flavia Costantini del 28 novembre 2014. «Mafia capitale, in questo differenziandosi e in parte affrancandosi dalle precedenti espressioni organizzate capitoline come la banda della Magliana, ha avuto la capacità di adattarsi alla particolarità delle condizioni storiche, politiche e istituzionali della città di Roma, creando una struttura organizzativa di tipo reticolare o a raggiera».

Molto pesante è un passaggio esplicito che riguarda proprio il Campidoglio: «L’organizzazione di Carminati ha potuto condizionare pesantemente il contesto politico e amministrativo romano, determinando la nomina di personaggi “graditi” in posizioni strategiche quali quelle di presidente e di capo segreteria dell’assemblea capitolina, di presidente della commissione per la trasparenza del consiglio capitolino, di direttore generale, consigliere di amministrazione, dirigente dell’azienda municipalizzata Ama; ottenendo l’allontamento e la sostituzione del direttore del dipartimento per i servizi sociali del Comune di Roma in quanto non sensibile alle esigenze del sodalizio; intervenendo nelle elezioni comunali di Sacrofano». Fatti, quelli messi in evidenza, che riguardano sia la consiliatura con giunta di Gianni Alemanno sia quella in carica guidata dal sindaco Ignazio Marino.

Il documento della commissione prefettizia riprende e fa proprio il concetto sostenuto dalla procura di Roma del “capitale istituzionale”: «Un articolato sistema di relazioni arrivato a coinvolgere i vertici delle istituzioni locali» visto che «grazie a tale capitale istituzionale, costantemente alimentato da un imponente circuito corruttivo» Carminati &amp; soci sono riusciti a ottenere «solo per quanto fin qui accertato, affidamenti particolarmente redditizi dal Comune di Roma e dall’Ama». E la relazione mette in evidenza un altro passaggio dell’ordinanza del gip: «Il polimorfismo dell’approccio alla dimenzione pubblica da parte di mafia capitale si coglie ove si considerino i protagonisti interni ed esterni alla struttura, rigorosamente bipartisan, appartenenti per storia e per scelte politiche ad aree diverse, spesso anche opposte, nelle quali al radicalismo delle posizioni ideali professate fa da contrappunto l’assenza totale di remore a comporre, con soddisfazione e apprezzamento reciproci, affari illeciti».