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Roma capitale di tutte le mafie

«E’ la città ideale per le cosche»

Relazione del sostituto procuratore Diana De Martino: «Il Lazio meta ambita per il riciclaggio in immobili e negozi». Rischio infiltrazioni nei centri di accoglienza

ROMA – Cosche che riciclano comptrando negozi e interi palazzi. Tratta degli esseri umani. Rapine nelle ville. Clonazione dei bancomat. Roma è la capitakle di tutte le cosche, avverte la Direzione nazionale antimafia: nella Città Eterna propserano organizzazioni criminali di ogni provenienza.
I reati che creano «conflittualità sociale» sono sempre più spesso monopolio della criminalità organizzata straniera. Non ci sono solo le indagini sul fiume di soldi da ripulire e la vigilanza su appalti e possibili infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni: l’allarme riguardante il «caso Roma» lanciato dal sostituto procuratore antimafia Diana De Martino – ascoltata martedì 24 dalla commissione Sicurezza e criminalità della Regione Lazio – riguarda anche il proliferare delle mafie africane e slave. Che possono approfittare dell’emergenza immigrazione per estendere la ragnatela dei loro business tanto da rendere necessari «controlli sui centri di accoglienza».

CONTROLLI SUI CENTRI D’ACCOGLIENZA – «C’è una conflittualità sociale perché le mafie straniere hanno loro settori di competenza come il traffico di droga o la tratta degli esseri umani. C’è un problema di sicurezza – ha spiegato ai consiglieri della Pisana il magistrato, in prima fila in numerose indagini antimafia presso la Dda di Roma e adesso coordinatrice delle inchieste nel Lazio per conto della Direzione nazionale antimafia (la Dna) – e di microcriminalità per le rapine in villa e per la clonazione dei bancomat, per esempio. Sono problemi che stanno creando una difficoltà di accettazione di queste etnie a livello sociale». Questioni da affrontare nell’immediato, dato che la Procura nazionale si aspetta «un aumento di questi reati legati all’aumento dell’immigrazione» e sollecita «controlli anche sui centri di accoglienza».

«A ROMA C’E’ POSTO PER TUTTI» – Il Lazio resta meta ambita per il riciclaggio dei capitali illeciti e Roma è il «mercato ideale per le mafie» che hanno cambiato il loro modus operandi passando da un modello basato su violenze ad uno che punta su appalti pubblici e imprenditoria. «Roma è il centro degli interessi economici – ha spiegato Diana De Martino – un mercato ideale per investire i capitale illeciti per il semplice motivo che c’è posto per tutti, ovvero non esiste interesse da parte dei diversi clan a contendersi il territorio». A dimostrazione di questo fenomeno sono i 274 procedimenti di competenza della Dda di Roma aperti dal 1 gennaio 2010: le misure cautelari per il reato di associazione di stampo mafioso sono state sette mentre per il traffico di stupefacenti 74.

LA NIPOTE DI «SANDOKAN» – «Il riciclaggio non avviene più attraverso i soliti canali – ha aggiunto il sostituto procuratore – ma grazie sia ad appalti pubblici sia ad imprenditori collusi che reinvestono i capitali illeciti in attività commerciali o in immobili di pregio. Il tessuto imprenditoriale di Roma è troppo allettante per la criminalità organizzata e altrettanto lo sono quelli vicino la Campania e nel litorale laziale perchè non ci sono lotte tra gruppi criminali. La violenza nel Lazio basta evocarla: come nel caso di Rosaria Schiavone, nipote di Sandokan, che aveva creato una minicellula per controllare le attività commerciali nella zona di Cisterna di Latina e San Felice Circeo solo evocando l’appartenenza alla famiglia Schiavone».

IL CASO OSTIA – A proposito di passate indagini sulla gestione delle spiagge di Ostia, il procuratore antimafia ha detto che «sarebbe opportuno creare un’alternanza tra i funzionari preposti nel settore della gestione degli arenili. Una presenza a lungo termine porta ad istituzionalizzare prassi che derogano alle regole. Questo potrebbe creare sacche in cui si infiltrano comportamenti anomali».

ZARATTI: «VIGILANZA CONTINUA» – «Nel Lazio c’è una forte presenza delle infiltrazioni criminali. È bene non abbassare la guardia. La legalità e la democrazia sono sempre messe a repentaglio». Lo ha detto il presidente della commissione Sicurezza della Regione Lazio Filiberto Zaratti. «Nella città di Roma negli ultimi mesi – ha aggiunto – si sono registrati numerosi episodi di violenza di chiara matrice criminale: omicidi, tentati omicidi, incedi dolosi, gambizzazioni, regolamenti di conti. Basta elencare gli episodi degli ultimi trenta giorni per vedere che a Roma la criminalità sta assumendo dimensioni preoccupanti». «La direzione distrettuale antimafia – ha concluso Zaratti – ha un ruolo fondamentale ma nel Lazio è sottodimensionata. Il tumore sociale della mafia sta invadendo la comunità».

Alessandro Fulloni

(Tratto dal Corriere della Sera)