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Riunione del consiglio direttivo regionale del 17/03/2007

Latina 17 marzo 2007

COMUNICATO

“A Roma non c’è il fenomeno della criminalità organizzata”, ha detto in sostanza il Prefetto della Capitale Achille Serra durante un convegno svoltosi qualche settimana fa, su iniziativa dell’Associazione “Roma Nuovo Secolo”, nell’aula magna della Facoltà Valdese di Teologia di via Cossa.

“Criminalità organizzata alle porte o ha già preso Roma? “.

“Se fosse per me, ha detto Serra, secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, mi fermerei alla parte iniziale del titolo “criminalità organizzata alle porte “.

Tale affermazione, se riportata fedelmente, è davvero inquietante perché rivela quanto sia basso il livello di conoscenza del fenomeno mafioso da parte del massimo rappresentante dello Stato centrale sul territorio.

Delle due, una: o il Prefetto di Roma veramente ignora le dimensioni della presenza mafiosa nella Capitale, o, peggio, egli ne è consapevole, ma tende a sottovalutarne la pericolosità.

In uno come nell’altro caso, il suo atteggiamento è di una gravità eccezionale, tenuto conto, soprattutto, del suo ruolo di coordinatore del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico e, quindi, di colui che contribuisce in maniera determinante all’elaborazione delle strategie di contrasto della criminalità organizzata sul territorio di sua competenza.

E’ del tutto evidente, inoltre, rilevare il livello d’influenza che egli esercita, nella veste di Prefetto della Capitale, su tutti gli altri Prefetti delle province del Lazio.

Le affermazioni del Prefetto Serra al convegno presso la Facoltà Valdese coincidono con quanto egli stesso ebbe a dichiarare in un incontro pubblico, svoltosi nell’aula consiliare di Nettuno circa un mese fa, dichiarazioni il cui contenuto fu fermamente contestato dai rappresentanti della “Caponnetto” presenti in quell’aula.

Appare quanto meno strano che il Prefetto della Capitale, con un atteggiamento peraltro stizzoso, si ostini a non tenere affatto conto di quanto da anni stanno denunciando la Direzione Nazionale Antimafia, le varie Commissioni Parlamentari Antimafia, la Direzione Investigativa Antimafia, lo stesso Ministero dell’Interno, il Presidente della Corte di Appello di Roma, oltreché da tantissimi altri soggetti. Come pure appare strano il suo rifiuto di dare esecuzione alla circolare dell’ex Ministro dell’Interno ed attuale Capo dello Stato on. Giorgio Napolitano che chiedeva ai Prefetti di inserire fra i componenti delle Commissioni provinciali per la sicurezza e l’ordine pubblico un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, organo, questo, che ha per legge l’ESCLUSIVA

Competenza in materia di reati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Senza la partecipazione del rappresentante della DDA, le predette Commissioni provinciali non sono in grado di acquisire tutti gli elementi per una conoscenza completa del fenomeno mafioso.

Con le conseguenze che stanno sotto gli occhi di tutti!!!…

Il Consiglio Direttivo Regionale del Lazio dell’Associazione “A. Caponnetto”, nel chiedere al Ministro dell’Interno di adottare nei confronti del Prefetto di Roma i provvedimenti previsti, decide di rivolgersi a tutti quei parlamentari che abbiano finora dimostrato una sensibilità al tema della sicurezza e della legalità per sollecitare un loro intervento che miri ad imporre per legge quanto l’On. Napolitano non è riuscito ad ottenere con l’emanazione di una circolare: l’inserimento, cioè, di un rappresentante delle DDA in tutte le Commissioni provinciali per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Il Consiglio Direttivo Regionale del Lazio dell’Associazione “A. Caponnetto”, dopo aver trattato questioni di carattere organizzativo interne, oltreché alcune situazioni particolari che riguardano i comuni di Santa Marinella, Tolfa, Ostia, Ardea, Minturno, Sabaudia, Formia, Gaeta, Terracina, Fondi, Fiuggi (tutti territori sui quali richiede un’attenzione particolare da parte della DNA e della DIA), ha affrontato il tema della discarica di Malagrotta.

Un tema, questo, che vede l’Associazione Caponnetto totalmente concorde con le tesi sostenute dal Comitato dei cittadini.

Nella zona di via di Malagrotta già sono presenti una megadiscarica, 2 impianti di trattamento RSU, una megaraffineria di prodotti petroliferi, un inceneritore di rifiuti ospedalieri e, infine, in fase di realizzazione, un ulteriore inceneritore/gassificatore di rifiuti.

Per quanto riguarda quest’ultimo, il Consiglio Direttivo Regionale dell’Associazione “A. Caponnetto” non può non denunciare il fatto che un impianto similare a Karlsruhe in Germania, portato a modello per l’impianto di Malagrotta, ha dovuto essere chiuso circa 2 anni fa sia per problemi tecnici che per superamento dei limiti delle emissioni.

Ciò prova che non si è assolutamente in grado di fornire garanzie sul piano della tutela della salute pubblica e della salvaguardia dell’ambiente. Nella zona da tempo c’è una consistente emissione in atmosfera di fumi e vapori, ai quali, in uno stato di diffuso allarme sociale, si stanno per aggiungere ulteriori emissioni nell’atmosfera in conseguenza dell’avviata costruzione del nuovo gassificatore dei rifiuti.

L’Associazione “A. Caponnetto” invita, condividendo appieno le preoccupazioni dei cittadini tutti derivanti da tale concentramento di attività nocive della salute pubblica, le autorità centrali e regionali ad una riconsiderazione delle decisioni assunte al riguardo, riservandosi, in caso negativo, di studiare ulteriori decisioni al riguardo.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO REGIONALE