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Ringraziamento al Colonnello Paolo Kalenda,Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Latina.

Noi intendiamo ringraziare pubblicamente il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Latina Colonnello Paolo Kalenda per la sua personale partecipazione al Convegno da noi organizzato a Terracina sulla presenza mafiosa nel Basso Lazio e per il suo intervento durante il dibattito.

Con la Guardia di Finanza, di cui riconosciamo il ruolo insostituibile che essa svolge a livello nazionale nella lotta alle mafie come corpo di polizia economica, noi abbiamo avuto sempre in animo di aprire una fase di strettissima collaborazione ed un’apertura di credito particolari, pur mantenendo vivo e fortificando ancor più il rapporto con gli altri corpi di Polizia e, in particolare, con la Polizia di Stato, dei cui vertici provinciali di Latina e Frosinone non finiremo mai di tessere gli elogi.

Francamente dobbiamo confessare il nostro più vivo disappunto ed il nostro dispiacere per l’assenza al predetto Convegno, che pur ha registrato la presenza qualificata del Capo della DDA di Napoli Dr. Cafiero de Raho, del Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Colonnello De Chiara, che pur avevamo invitato.

C’era la Polizia di Stato, c’era la Guardia di Finanza, ma mancavano i Carabinieri, o, quanto meno, la loro rappresentanza ufficiale.

Come pure siamo rimasti dispiaciuti per la mancata partecipazione dei rappresentanti della Magistratura pontina, partecipazione alla quale tenevamo moltissimo al fine, soprattutto, di offrire il nostro modesto contributo per la creazione di quel raccordo fra DDA e Procure territoriali, che talvolta è mancato e manca e che è, al contrario, tanto necessario e fondamentale per impostare una strategia più efficace di attacco alle varie mafie, militari, politiche ed economiche, che hanno occupato i nostri territori e li stanno strozzando.

Queste assenze, delle quali francamente non riusciamo a capire le ragioni, provano l’esistenza, se non di uno sfilacciamento, quanto meno di un mancato raccordo fra quelle istituzioni, magistrature territoriali e distrettuali e forze di polizia e fra tutte queste e quei pezzi di società civile sensibili ed organizzati come associazioni come la nostra, tanto essenziale per contrastare e debellare il malaffare e la corruzione nella pubblica amministrazione e nella società e le mafie.

Se non si crea una rete che veda le forze sane, istituzionali e civili, tutte unite, non si riuscirà mai a combattere seriamente ed a battere il crimine, sia esso politico, economico o di altra natura.

Vorrà dire che il cammino da percorrere sarà ancora lungo e che dovremo tutti impegnarci ancor di più per eliminare quelle spiacevoli e mortali aree di incomprensione, talvolta di eccessivo spirito di appartenenza, di corpo, di concorrenza e quant’altro, che, anziché unità, creano, purtroppo, divisioni.

E con le divisioni, creano sconfitta, sconfitta dello Stato di diritto da parte appunto delle mafie.

Parlavamo della Guardia di Finanza della provincia di Latina.

Chi scrive è pronto in qualsiasi momento ad aderire, nel più assoluto rispetto dei criteri di riservatezza che l’argomento impone, all’invito del Comandante provinciale ad un incontro.

Un incontro che appunto serva a far luce su alcune aree di inefficienze e anomalie che caratterizzano non tanto i livelli provinciali, quanto, soprattutto, alcuni locali, tipo Formia, ma, soprattutto, Fondi.

Fondi in primis e, poi, Formia.

A Fondi, in particolare, noi lamentiamo l’assenza di un’azione adeguata contro le mafie e una sorta di insufficiente resistenza ai tentativi da parte di ambienti politici locali di condizionare l’attività dell’apparato locale delle Fiamme Gialle o, quanto meno, di qualcuno del Corpo.

I dolorosi avvenimenti interni al Corpo degli anni andati, ai quali in verità sono completamente estranei i vertici attuali provinciali e, in primis, il Colonnello Kalenda, avrebbero dovuto indurre questi ultimi ad accendere i riflettori al massimo su una situazione che francamente ci sta preoccupando non poco.

A Fondi sarebbe necessario un ricambio radicale di quadri intermedi, non essendo assolutamente concepibile il fatto che ci sia personale in servizio in quella Compagnia da decine di anni.

Gli Ufficiali vengono trasferiti ogni due-tre anni e non si capisce il motivo per il quale non si fa altrettanto con i Marescialli.

Ma questo rappresenta materia di esame da fare in maniera la più riservata possibile in quell’incontro di cui si fa cenno sopra.

Anche a Formia è necessario qualche aggiustamento con un miglior utilizzo delle risorse umane e professionali, che pur ci sono.

Per concludere, ribadiamo al Colonnello Kalenda la nostra più assoluta disponibilità al massimo della collaborazione.

Noi non abbiamo mai inteso criticare l’operato del Corpo in quanto tale, Corpo di cui apprezziamo l’importanza della specificità e del ruolo assegnatogli.

Noi chiediamo alle Fiamme Gialle pontine solamente un ammodernamento delle strategie e delle tecniche di aggressione alle mafie (intese in senso lato) e, soprattutto, ai loro capitali, cominciando dall’individuazione dei cosiddetti “reati spia”.

Senza presunzione e nell’esclusivo intendimento di voler essere sempre più un’associazione che fa dell’antimafia seria, efficace e non parolaia, non asservita a logiche partitiche e, quindi, “operativa” (non a caso i mafiosi denunciano noi… ), come ci viene riconosciuto, dopo dieci anni di lotte e di rischi e di sacrifici anche personali, a tutti i livelli investigativi e giudiziari qualificati, intendiamo offrire il nostro piccolo contributo al fine della creazione di una rete di rapporti e di collaborazione al massimo fra tutte quelle forze, istituzionali e civili insieme, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli, impegnate al fronte contro il crimine, organizzato o comune che esso sia.