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Regione Lazio.Appalti sospetti.All’esame 15 anni di gare

L’OMBRA DI MAFIA CAPITALE

Appalti sospetti, all’esame 15 anni di gare

Dopo le dimissioni di Venafro Zingaretti tira dentro le precedenti giunte. Oggi la commissione regionale Bilancio comincia a discutere sugli appalti

Conciliaboli, incontri nei corridoi, chiacchiere sussurrate. Il clima, alla Pisana, è di silenziosa fibrillazione. L’ombra di Mafia Capitale, dopo l’indagine che ha visto coinvolto Maurizio Venafro, capo di Gabinetto di Zingaretti, dimessosi il 24 marzo scorso proprio a causa dell’inchiesta sulla gara per il Centro Unico Prenotazioni (Cup) appetita da Buzzi, si è allungata e incombe sulla Regione Lazio e molti Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si interrogano sui potenziali sviluppi delle indagini. Durante la seduta di Consiglio dedicata proprio all’affaire Mafia Capitale, Zingaretti, pungolato dalle opposizioni, aveva acconsentito che le gare concluse venissero esaminate ma, a compensazione, ha chiesto e ottenuto che procedura analoga si riservasse anche a quelle delle precedenti tre Giunte, Polverini, Marrazzo e Storace.

Proprio Storace, da giorni, torna in modo puntuale sul tema chiedendo chiarezza e trasparenza. Oggi, in Ufficio di Presidenza della Commissione Bilancio, allargata anche ai capigruppo, si inizia. Non ci saranno carte da esaminare ma si comincerà a discutere del metodo da seguire per esaminare la massa di tutte le gare regionali dal 2000 a oggi: 15 anni abbondanti di gare da controllare.

L’opposizione è sul piede di guerra e, ovviamente, la maggioranza, che sostiene Zingaretti, tende a ricompattarsi. I Grillini hanno deciso di presentare una mozione di sfiducia contro il Presidente: «Siamo stati i primi a chiedere le dimissioni di Zingaretti – afferma il capogruppo pentastellato, Gianluca Perilli – e continuiamo ad essere gli unici. Per ribadire la nostra concreta volontà di tornare alle urne abbiamo preparato una mozione di sfiducia come previsto dal nostro statuto. La mozione è depositata nei nostri uffici e in attesa delle firme necessarie per essere discussa e votata in aula alla presenza di Zingaretti».

I numeri, chiaramente, sono a favore del Governatore. E, per questo, proprio Storace sta tentando di coordinare gli sforzi delle opposizioni, organizzando una sorta di controffensiva.

«La volontà di inserire nell’elenco delle gare da esaminare anche quelle delle precedenti Amministrazioni – argomenta Storace – sembra un modo per perdere tempo: basti pensare che molte di queste gare non solo non sono mai state oggetto di attenzioni da parte della Magistratura, a differenza di quelle di Zingaretti. Se a sinistra si punta a fare melina e perdere tempo, occorre che a destra si rifletta sulla mozione di sfiducia dei 5Stelle. Occorre trovare un modo che la renda efficace: oggi, la maggioranza si chiuderebbe a riccio, si farebbe una bella battaglia d’Aula e la cosa finirebbe lì. Se decidiamo, invece, di puntare seriamente alla sfiducia, la mozione deve essere discussa a luglio: bisognerà lavorare sul logoramento, visto che tutti sappiamo che sta per accadere qualcosa».

Due, almeno, sono le gare sulle quali si è centrata sia l’attenzione dei magistrati che delle opposizioni: la prima, quella che è costata il posto a Venafro, è quella del Cup. La seconda è il “garone” da 1 miliardo e mezzo per i servizi tecnologici nella sanità. Dopo le interrogazioni sdi Storace, la gara Cup è stata prima sospesa, poi annullata da Zingaretti. E, nei giorni scorsi, è stata ascoltata in Procura anche Alessandra Longo, direttrice della Centrale unica degli Acquisti, non indagata. Proprio sulla gara da 1,5 miliardi, Storace potrebbe, in Commissione Bilancio, tirare fuori dal cilindro l’ennesimo colpo di teatro: una lettera, con la quale lo stesso Vicepresidente del Consiglio regionale chiedeva alla Longo di conoscere i partecipanti all’appalto. Lettera senza risposta.

Carmelo Del Principe