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ratteri:niente più soldi alle associazioni antimafia

Caro Procuratore,l’associazione Caponnetto condivide appieno quanto lei sostiene.Da anni stiamo denunciando l’esistenza di un esercito in Italia di opportunisti ed affaristi che usano la cosiddetta “antimafia” come strumento per fare business e costruirsi carriere.Ma ,a nostro avviso,non bisogna solamente chiedere che alle associazioni e fondazioni cosiddette antimafia non vengano più concessi finanziamenti pubblici ma bisogna andare oltre.Bisogna,inoltre,non concedere più legittimazione e riconoscimento a coloro che NON fanno INDAGINI E DENUNCE collaborando con la Magistratura e le forze dell’ordine.Di parolai ce ne sono fin troppi in giro

 

 

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REGGIO CALABRIA

Gratteri: basta soldi 
alla finta antimafia

31/08/2015

“Non si può fare dell’antimafia un mestiere. Invito politici ed enti locali a non erogare più denaro pubblico ad associazioni che nascono dal nulla”. Lo dice il procuratore aggiunto del Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri

Gratteri: basta soldi 
alla finta antimafia

ROMA, 31 AGO – “Non si può fare dell’antimafia un mestiere. Invito politici ed enti locali a non erogare più denaro pubblico ad associazioni che nascono dal nulla”. Lo dice in un’intervista a Qn il procuratore aggiunto del Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. “Le indagini sono in corso, non posso fare nomi – sottolinea -. Ma ci sono casi di soggetti che hanno ricevuto importi che sfiorano il milione di euro di contributi. Gente furba che si fa vedere vicino a magistrati e vittime di mafia ma che, in realtà, non ha mai prodotto nulla. Persone che ottengono la legittimazione tenendo incontri nelle scuole e magari relegano nell’ombra chi, davvero, i crimini di mafia li ha vissuti sulla propria pelle”. “Invece che fare incontri molto spesso inutili nelle scuole – propone -, si assumano insegnanti, iniziando dai territori ad alta densità mafiosa. Si dia modo ai ragazzi di fare il tempo pieno, anziché rimandarli a casa, col rischio che si nutrano di cultura mafiosa”. Sulla questione del caporalato, Gratteri non è convinto dalla proposta di una commissione ad hoc: “non servono organi costosi, ma modifiche normative e presìdi delle forze dell’ordine sulle strade dove passano i camion pieni di schiavi. Li fermi, sequestri il mezzo, li denunci e fai indagini”. L’operato del governo nella lotta alla mafia? “Ha fatto piccole cose, come l’inasprimento delle pene nel 416 bis, ma si può fare molto di più. Negli ultimi mesi non ho visto lo scatto che auspicavo”.