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Quel poco che è stato fatto nel Lazio contro le mafie, lo si deve quasi per intero ad Uffici giudiziari ed investigativi di altre province e di altre regioni

“Tutto ciò che è emerso finora lo dobbiamo agli uffici di altre province e non di quelli territoriali”, grida Marco Galli del SILPCGIL di Frosinone, un poliziotto che se ne intende.

E siamo alle solite.

Anni di inerzia, di negazionismo, con Procuratori che si sono sbracciati -e qualcuno continua a sbracciarsi- dicendo che… ”le organizzazioni mafiose non sono radicate sui territori”, con Prefetti – fatta qualche eccezione come Frattasi e Mosca- che mostrano fastidio quando si parla di mafia, con una classe dirigente politica in parte collusa ed in altra parte disattenta ed assolutamente inconcludente, con un sistema di informazione drogato, con i mafiosi ed i loro amici che, come conseguenza di tutto ciò, stanno ormai annidati dappertutto, nei partiti, nelle istituzioni, in qualche caserma, fra i professionisti e fra la gente comune.

Dapperttutto.

E con molti organismi che si fregiano della parola “antimafia” che esauriscono la loro azione con commemorazioni, qualche sfilata, qualche comunicato stampa e tutto finisce qua.

I mafiosi ridono e ringraziano.

Alla faccia di noi tutti!

Così non si può andare avanti!!!

E’ inutile girare intorno alla realtà, facendo finta di ignorarla.

E’ giunta l’ora per chiamare alle loro responsabilità tutti coloro che sono preposti istituzionalmente a contrastare malaffare e mafie: forze dell’ordine in primis e Procure territoriali.

Altrimenti chiudiamo caserme e Procure.

Nel Lazio –e non solo nel Basso Lazio ma anche nell’Alto e nella Capitale-, con i migliori apparati di intelligence che sono accasermati nella Capitale- se siamo arrivati ad un punto di non ritorno, vuol dire che qualcosa finora non ha funzionato.

E’ inutile che partiti ed associazioni organizzano dibattiti e convegni se non si denunciano queste cose e non si corre ai ripari.

Cacciando letteralmente a pedate nel culo chi non ha fatto il proprio dovere e non ha tenuto fede al giuramento alla Costituzione.

Si cambia e si cambia ancora e continua a non funzionare niente.

Se non avessimo DIA, GICO, SCO, qualche Squadra Mobile, che fanno quello che possono, saremmo con il sedere nell’acqua.

Vogliamo cominciare a parlare di queste cose finendola con i bla bla?