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Quei saluti romani ai funerali di Ajmone Finestra e quella mancata celebrazione, sempre a Latina, della Festa di Liberazione…

Quei saluti romani!

E la mancata celebrazione della Festa della Liberazione da parte dell’Amministrazione Comunale di Latina!

Anche noi ci siamo inchinati di fronte alla morte di Ajmone Finestra che, per i suoi alti valori morali e civili, è stato un simbolo per quella Latina laboriosa e fatta per lo più da lavoratori e persone oneste e dabbene.

Anche noi partecipiamo al cordoglio della famiglia in primis ma anche della parte onesta della città e, al di là dei suoi convincimenti politici che non condividiamo, riconosciamo in Ajmone un galantuomo che, fedele ai suoi ideali, si è battuto fino alla morte per la collettività.

Un galantuomo appunto.

Ma quei saluti romani di un manipolo di persone fuori la Cattedrale di San Marco schierate militarmente ed in camicia nera, quasi in contemporanea con la mancata celebrazione da parte dell’Amministrazione comunale di Latina della Festa di Liberazione, hanno guastato tutto e creato imbarazzo ai più, cittadini ed autorità, che hanno partecipato alla Messa ed alle esequie.

E, soprattutto, hanno guastato l’immagine di una città, Latina, e di una provincia intera che, sotto certi aspetti e da alcuni punti di vista, già non godono nel Paese di una fama eccellente

L’Amministrazione comunale, con il 25 aprile, aveva avuto la possibilità di cancellare un’immagine di “città nera”, disunita, spaccata e legata ad un passato che non ha fatto onore al nostro Paese e l’ha sprecata.

A Latina la Festa della Liberazione è passata nel silenzio quasi generale.

Se non fosse stato per l’ANPI e qualche partito del centrosinistra, quello del 25 aprile sarebbe passato come un giorno qualsiasi.

Francamente, è una vergogna.

Una vergogna perché è stata messa sotto i piedi la Costituzione repubblicana che è nata sui valori della Resistenza e sul sangue di centinaia di migliaia di nostri genitori e nonni; vergogna per il significato che essa ha assunto negli anni come Festa non di parte ma di tutti gli italiani; vergogna perché è stata ignorata la storia del nostro Paese.

Un’offesa, insomma, alla coscienza civile dell’intera comunità.

Un’offesa alla città ed alla gente perbene.

Chi ha commesso questo atto ignobile dovrebbe essere cacciato a pedate nel sedere dalle cariche pubbliche che occupa in quanto non è degno di rappresentare le istituzioni democratiche nate, appunto, sul sacrificio di chi ha dato la propria vita per combattere contro i nazifascisti.

Non è bastato tutto ciò ed oggi si sono aggiunti quei… saluti romani di quella gente in camicia nera!