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Quando viene offesa la sofferenza delle persone con disabilità. Pronta una denuncia per questo fatto avvenuto a Pastena (in provincia di Frosinone)

Accade a Pastena, in provincia di Frosinone, dove una vera e propria “manovra di palazzo” da parte degli amministratori locali grava su quei fondi regionali che la Regione Lazio aveva esclusivamente destinato all’acquisto di un autoveicolo adattato, per la famiglia di due ragazzi con grave disabilità. Ma secondo l’avvocato Vincenzo Falabella, responsabile dell’Ufficio Legale del Centro per l’Autonomia di Roma, vi sono tutti i requisiti per un’azione legale vincente, nei confronti di quegli amministratori


La storia è asciutta ed essenziale, non ha bisogno né di spiegazioni né di “teoremi” e colpisce nel vivo l’esistenza di una famiglia di Pastena(Frosinone), coinvolgendo per la sua intensità l’intera comunità.
È una storia viva perché riguarda la quotidianità di due ragazzi con disabilità, Giada e Davide, interseca gli sforzi compiuti per tenerli aggrappati a un tessuto sociale altrimenti lontano e irraggiungibile e interferisce nelle relazioni affettive, interponendosi tra l’incombenza di una solitudine minacciosa che emargina e ferisce e il sogno mai raggiunto di un’integrazione globale e armoniosa con l’intero Comune di residenza.
Una storia che al tempo stesso è di dolore e di speranza, emblematica di un riscatto dal peso e dalla fatica che in ogni istante possono tramutarsi in rassegnazione. Una storia, infine, che dà un senso al futuro, sapendo che l’abbandono inizia con la negazione di un diritto acquisito.

La vicenda prende le sue mosse poco meno di due anni fa, dalla richiesta inoltrata dai genitori di Giada e Davide al sindaco di Pastena Renato De Angelis, per accedere a un finanziamento regionale – con fondi sociali speciali –  idoneo all’acquisto di un’automobile esclusivamente attrezzata per il trasporto dei due ragazzi disabili.
Carte e certificati che parlano di una vita segnata, documenti personali e riservati, certificati medici con timbri e firme di specialisti, che accertanosenza equivoci la gravità delle patologie di cui sono affetti i due ragazzi. Tutte documentazioni che, corredate dall’assenso di una specifica Delibera di Giunta Comunale, giungono a Roma negli Uffici Regionali e ottengono il contributo, attingendo dalle somme riservate ai problemi emergenti e allecondizioni particolarmente gravi segnalate dai Comuni del Lazio.
I fondi arrivano quindi nell’ormai lontano novembre del 2009, destinati esclusivamente all’cquisto dell’autovettura che nel frattempo era stata scelta e accuratamente adattata e resa accessibile per Giada e Davide. E invece, inspiegabilmente, a quel punto i fondi vengono distratti dal Comune di Pastena, con l’autovettura già predisposta che rimane ferma in concessionaria. Solo dopo quasi due anni si arriva a una conclusione, con il Comune che reperisce altri fondi e li utilizza finalmente per l’acquisto del veicolo.

Tutto sembrerebbe a posto, se nella mente di qualche amministratore non si insidiasse il tarlo della cattiveria, della malizia e del sopruso, con l’unico obiettivo di strumentalizzare i bisogni e la sofferenza dei singoli, probabilmente per arrivare ad avere qualche misero voto in più. Demagogia e presunzione che insieme vanno a riscoprire norme e codici, per utilizzare in maniera  impropria l’auto che intanto è arrivata in paese.
E così viene portato in Consiglio Comunale, circa un mese fa, un “regolamento gaglioffo”, emerso da un’ingannevole filosofia giustificata dalla necessità – tutta propagandistica – di offrire a tutti i Cittadini le stesse opportunità.
Si tirano fuori leggi e codicilli, malamente interpretati, per camuffare l’unico intento che è quello di togliere alla famiglia il veicolo destinato unicamente ai due ragazzi, negando loro un diritto acquisto legalmente. E ci si riesce.
In Consiglio Comunale, infatti, il vicesindaco azzarda spiegazioni “fantasmagoriche”, fornisce giustificazioni inconsistenti, si mostra intollerante alle critiche e si spazientisce di fronte alla ricostruzione vera della vicenda.
In realtà, se quei fondi sono arrivati al Comune di Pastena, lo si deve solo ed esclusivamente alla richiesta inoltrata dalla famiglia per conto dei figli Davide e Giada e quei fondi dovevano essere destinati solo all’acquisto del mezzo, per altro attrezzato unicamente per il trasporto dei due ragazzi e da utilizzare in comodato gratuito da parte della famiglia stessa.
Quella riunione di Consiglio Comunale si rivela disorientata e confusa, con una votazione finale dettata più dalla consuetudine che dal convincimento. «Hanno ottenuto il mezzo solo grazie ai certificati dei due disabili – viene detto -, hanno avuto la possibilità di comprarlo solo perché i soldi erano destinati, dalla Regione, ad alleviare alcune condizioni di estremo disagio sociale». E ancora, «sono stati abbagliati dall’articolo 26, comma 2 della  famosa Legge-quadro 104/92, ove si dice che “i comuni assicurano, modalità di trasporto individuali per le persone handicappate non in grado di servirsi dei mezzi pubblici”. In quell’articolo, però, si dice anche che questo si può fare “nell’ambito delle proprie ordinarie risorse di bilancio”».
Ecco l’appiglio: una frase semplice, estrapolata da un articolo della Legge 104 che tante cose fa capire di questa vera e propria “manovra di palazzo”, una manovra che non merita alcun commento, caratterizzandosi come un’offesa alla sofferenza di tutte le persone con disabilità, oltreché al decoro della comunità e anche come un’offesa alla politica, la cui unica ragione dovrebbe essere quella di servire il prossimo, senza alcuna distinzione e senza alcun pregiudizio… Possiamo definirlo un disonorevole atto di “vandalismo istitutuzionale”?

Ora chi scrive, insieme ai colleghi avvocati Marilena Maurizi ed Ernest Carretta, sta predisponendo gli atti civili, amministrativi e finanche penali, pertutelare in pieno gli interessi lesi della piccola Giada e di Davide.
Questa è davvero una vicenda paradossale e di inaudita cattiveria, di fronte alla quale siamo praticamente certi che la Procura della Repubblica ravviserà nella condotta degli amministratori di Pastena violazioni alle norme contenute nel nostro Codice Penale.
E sarebbe anche bene ricordare a questi politici che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal Governo Italiano con la Legge 18/09, agli articoli 18, 19, 20 e 30 impegna gli Stati Parte a  garantire alle persone con disabilità «libertà di movimento e di cittadinanza», «una vita di inclusione nella società» e la piena «mobilità personale».

Vincenzo Falabella – Avvocato. Responsabile dell’Ufficio Legale del Centro per l’Autonomia di Roma. Presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) (presidenza@apromaelazio.org)