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Quando l’Associazione Caponnetto dice che a Fondi il “sistema” non è stato nemmeno scalfito!!! Ricomincia il tritolo

QUANDO LA CAPONNETTO DICE CHA A FONDI IL “SISTEMA” NON E’ STATO NEMMENO SCALFITO!
In qualcuno, a Fondi, trascorso qualche tempo dai ben noti fatti, sicuramente stanno cominciando a crollare alcune certezze.
Siamo stati obiettivi e sereni durante la testimonianza da noi resa in Tribunale appena qualche mese fa.
Non una sola parola in più e fuori luogo.
Obiettività ed estrema pacatezza pur di fronte ad alcuni interventi a nostro avviso inidonei.
Abbiamo testimoniato con profondo senso di distacco e senza alcuna animosità convinti come siamo che la realtà giudiziaria non sempre riesce totalmente a far luce su tutti gli aspetti degli eventi e delle situazioni.
I giudici giudicano sulla base delle carte che arrivano sulle loro scrivanie.
Non spetta, quindi, ad essi sostituirsi ad altri apparati deputati a disegnare il quadro completo delle situazioni individuandone tutti gli attori, maggiori o minori che siano.
Ma non è tanto di questo che vogliamo ora occuparci quanto, soprattutto. di quanto sta – o, meglio, non sta – avvenendo “dopo” quegli eventi che hanno fatto parlare le cronache di molti Paesi.
Forse in quel “qualcuno” di cui parlavamo all’inizio sta maturando l’idea che, se anzicché nei nostri confronti egli avesse diretto i suoi pensieri in altra direzione, ne avrebbe tratto giovamento non solo personale ma, in particolare, ne avrebbe fatto trarre a tutti i cittadini perbene di Fondi e non solo in quanto avrebbe potuto eventualmente aiutare chi di dovere a far piena luce su tanti aspetti che a nostro avviso sono rimasti occulti.
L’Associazione Caponnetto è stata violentemente attaccata in mezzo Lazio, da Civitavecchia fino alle sponde del Garigliano, sulle piazze, sulle televisioni, dovunque.
Rea di aver toccato alcuni nervi sensibili di alcune realtà.
Un attacco veemente che ci è piovuto da più parti, anche da chi non ce lo saremmo mai aspettati.
Ci risuonano ancora nelle orecchie gli insulti e le accuse di… “falsa associazione” in alcuni comizi nelle piazze di Fondi, Monte San Biagio, SS. Cosma e Damiano. San Felice Circeo, Fondi, Terracina e attraverso qualche emittente televisiva.
Un’intera campagna elettorale contro la Caponnetto e contro le nostre persone descritte come dei diavoli, oltre che come dei millantatori.
E, qui, andiamo al nodo dei problemi: le trasversalità politiche.
Chi scrive viene “da lontano”, da “molto lontano” e conosce, pertanto, molto bene mentalità, abitudini, consuetudini, storie della vita pubblica laziale e nazionale.
Egli non è, insomma, uno sprovveduto, uno che non sa.
Il Lazio particolarmente, sede della Capitale del Paese e del Potere, è stato sempre, dai tempi della Costituente, la regione degli accordi sotterranei, dei compromessi, delle trasversalità.
C’è stata sempre una diplomazia parallela e coperta che ha condotto le cose e tracciato le linee talvolta in sintonia con l’opposizione di allora, quella del PCI.
Si faceva a Roma, a Frosinone, a Latina, a Viterbo, a Rieti, dapperttutto.
Ed anche, per altro verso, a Milano, Torino, Venezia, Napoli, Palermo e così via.
Perché non si sarebbe dovuto fare e si dovrebbe continuare a fare anche a Fondi, Gaeta, Formia, Terracina, Aprilia e negli altri comuni della provincia di Latina?
Esiste un termine in gergo: “inaffidabile”.
Questo è colui che non accetta la regola; colui per il quale il bianco è il bianco ed il nero il nero.
In politica chi è “inaffidabile” va fuori, viene espulso, emarginato, messo fuori campo.
E’ successo con il “Manifesto”, con l’ACPOL di Livio Labor e succederà sempre nell’Italia del “trasformismo”, dei grandi misteri, delle mafie.
Come anche ora, con Renzi e Berlusconi.
Ritornando a Fondi, almeno le persone più avvedute ed informate si sono mai chiesto CHI ha governato la Regione Lazio e quali maggioranze hanno espresso nel tempo i commissari o i presidenti del MOF?
Per carità, non sono di certo responsabili questi se nella struttura si sono infiltrati o non infiltrati elementi facenti capo ai clan, ma certo è che qualcuno non ha vigilato come avrebbe dovuto vigilare.
Il Presidente e il Commissario non sono presenti nella struttura 24 ore su 24 e non possono, quindi, essere a conoscenza di ogni movimento, di ogni ingresso, di ogni insediamento.
E va detto, per onestà intellettuale, anche che le responsabilità non vanno imputate tutte all’interno, in quanto proprio noi della Caponnetto abbiamo negli anni sempre insistito sulla necessità di istituire nel MOF un saldo, adeguato presidio di polizia che controllasse ingressi ed uscite di merci e soggetti.
Come anche noi della Caponnetto abbiamo chiesto più volte di controllare le “residenze”, soprattutto quelle campane, dal momento che di quelle siciliane e calabresi si sapeva già tutto.
Per l’istituzione del presidio di polizia non ci è stato mai risposto (come non ci viene oggi risposto anche per il Supercommissariato
a Formia dove ce ne sarebbe un urgente bisogno!!!), mentre per le residenze” campane” qualcuno ci rispose che si trattava di tutte persone perbene scappate dalla Campania per sfuggire alla camorra.
Oggi ci lamentiamo e piangiamo perché i clan la fanno da padroni, perché arriva il tritolo per qualche commerciante, perché, oltre che nel commercio, anche nell’edilizia l’imprenditoria locale è sparita a vantaggio dei “napoletani” ed avanti di questo passo.
Ma se si dice che nella “Relazione Frattasi” è scritto che non sarebbero stati richiesti per alcuni lavori pubblici nemmeno i certificati antimafia e nessuno, da sinistra a destra, ha gridato allo scandalo ed ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine e della Magistratura?
E’ falsa questa notizia???
Ma di cosa vogliamo parlare per prenderci ulteriormente in giro???
Quando la Caponnetto dice che a Fondi il “sistema” non è stato nemmeno scalfito!