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Pupi e pupari. C’è anche nel Lazio una “cupola” che vaglia, decide ed ordina? Tanti i “casi” da analizzare a fondo

PUPI E PUPARI. C’E’ UNA “CUPOLA” ANCHE NEL LAZIO CHE VAGLIA, DECIDE ED ORDINA?

C’è un dato che tutte le persone perbene e pensanti dovrebbero considerare come acclarato: che sul piano della lotta alle mafie noi ci troviamo di fronte ad uno Stato bifronte.

Ne abbiamo ripetutamente spiegato connotati e ragioni.

Talché sarebbe veramente illusorio pensare che il problema “mafie” possa essere risolto solamente con il concorso delle istituzioni.

Se non ci sarà un sussulto di orgoglio da parte della componente sana e non corrotta della società, sussulto accompagnato da una convinta e determinata presa di coscienza da parte del segmento della politica non corrotta e non collusa con le mafie, possiamo dire che quella della lotta alla criminalità organizzata è una battaglia già persa.

A noi ribolle il sangue nelle vene quando sentiamo un autorevole rappresentante dello Stato, come un Prefetto, che, negando la realtà e smentendo quello che è stato scritto da organismi investigativi e giudiziari importanti, sostiene, senza che venga ripreso e quanto meno rimproverato se non rimosso dalla carica, che “la Capitale è la città più tranquilla d’Italia” o che, come ha fatto quello di Viterbo, a specifica domanda di un cronista se c’è o non c’è la mafia nel viterbese, non risponde, come a dire “ non c’è”.

Oppure, come nel caso di una provincia invasa dalle mafie com’è quella di Latina, vediamo che la Guardia di Finanza, presente sul territorio con centinaia e centinaia di uomini a disposizione, in un anno fa solo 3 indagini patrimoniali.

Potremmo continuare all’infinito, citando anche quanto fatto –o, meglio, non fatto – sempre sul piano del contrasto delle mafie, dalla locale Procura della Repubblica.

Questo significa che lo Stato è inefficiente, tremendamente inefficiente.

Si tratta di scoprirne le ragioni e le finalità.

Si tratta, per essere più precisi, di chiarire se tali carenze siano determinate da incapacità ed omissioni dei singoli suoi rappresentanti sul territorio o da un disegno preciso.

Il punto oscuro è qua.

Incapacità dei singoli o disegno criminale?

Noi ci rifiutiamo di credere che piccoli ed oscuri personaggi locali, anche se investiti di importanti cariche istituzionali, siano capaci di azzittire un Ministro dell’Interno e fargli ingoiare la reiezione della sua richiesta di scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Fondi.

Abbiamo conosciuto nei decenni altri soggetti, di altra statura intellettuale e morale e siamo abbastanza a conoscenza, per storia vissuta ed esperienze politiche ed istituzionali, di certi meccanismi, per pensare a cose del genere.

Cosa vogliamo dire?

Che siamo sempre più convinti dell’esistenza di un “qualcosa”, di una struttura, di una “cupola” o roba del genere, che vaglia, decide ed ordina.

Una struttura ad un certo livello, composta da vari soggetti di diverse natura e matrici, i pupari, che tirano le cordicelle ed azionano i pupi.

Noi vediamo i pupi, ma non i pupari.

Non troviamo spiegazioni diverse a certi fatti e comportamenti apparentemente molto strani.

Allora, se c’è una “cupola”, è necessario ed urgente per chi vuole fare antimafia seria scoprirne le componenti, perché è veramente da ingenui dichiararsi soddisfatti di un’azione repressiva che vede la mafia “bassa”, sì, colpita quotidianamente, quando, invece, quella “alta” rarissimamente viene scalfita.

A pensar male, tanto per usare il gergo andreottiano, si potrebbe sospettare che la mafia “bassa”, la manovalanza cioè, viene eliminata in quanto è diventata ormai, nelle condizioni attuali che vedono le mafie ben inserite nell’economia, nella politica e nelle istituzioni, un fardello ingombrante.

Noi non vogliamo arrivare a pensare questo perché conosciamo personalmente l’onestà intellettuale e morale di tantissimi magistrati e componenti delle forze dell’ordine che danno la vita per combattere i mafiosi e difendere lo Stato di diritto per la cui costituzione sono morti milioni di nostri nonni e genitori.

Ma tant’é.

Il discorso è lungo, complesso, delicato ed articolato e non si può di certo esaurire in due-tre pagine, ma richiede un’analisi accurata, una riflessione profonda, un dibattito fra persone pensanti e con le menti non obnubilate da schematismi politici, un confronto impegnativo.

Franco e duro, se necessario.

E, soprattutto, su fatti e circostanze precisi.

Non possiamo continuare a fare i Don Chisciotte, non conoscendo rotte ed obiettivi ed accontentandoci di quei risultati risibili e transeunti che gli incantatori del “sistema”, prezzolati e ben gratificati, ci ammanniscono da mane a sera.

Chiediamo a tutti i nostri iscritti e simpatizzanti –ed a tutte le persone perbene che ci leggono – un salto di qualità nella “lettura” della situazione in cui ci troviamo, una fotografia delle realtà in campo.

Un esercito che non sia in possesso di tale fotografia sbaglia nel posizionare le artiglierie e perde la battaglia.

Noi richiamo proprio questo, se non riusciremo ad individuare i VERI nemici – e non i quaquaraqua che mostrano la faccia – che abbiamo di fronte, i VERI mafiosi, cioè.