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Pubblichiamo, come promesso, la nota integrale pervenutaci dal sinor Antonio Pettini, proprietario della “casa rosa” di Ventotene

Mi chiamo Antonio Pettini e sono il proprietario della “casa rosa”

In difesa della mia onorabilità, di quella di mia moglie e, permettetemi, anche del buon uso del nome di Antonino Caponnetto cui la vostra associazione è dedicata.

Tengo a precisare che:

non ho scavato affatto il locale ipogeo di cui sono proprietario, esso esisteva con le stesse caratteristiche da molti e molti decenni, dello stesso sono testimoniati svariati usi nel corso del tempo, compreso quello abitativo. Non ne ho snaturato ne la forma, ne la

dimensione, ne altre caratteristiche. Ho cercato insieme a mia moglie di ripristinarlo nel

miglior modo possibile senza aggiungere murature o posare mattonelle.

Per quanto riguarda la “casa rosa”, l’iter di acquisizione dei permessi per ristrutturarla è

stato lungo e tormentato, senza sconti e raccomandazioni, inclusi ricorsi al TAR.

In ogni caso i permessi regolarmente acquisiti esistono dall’anno 2008, e a chi avesse da obiettare che la zona in cui si trova la casa è particolarmente pregiata, ricordo che era ed è una zona con tante altre case abitate e campi coltivati, che esistono case e interi paesi all’interno di zone pregiate e pregiatissime di tutti i parchi italiani e non.

La “ villa” ha una superficie di meno di 50mq. Stiamo cercando di manternerne l’aspetto all’interno del paesaggio in cui è inserita nel miglior modo possibile, anzi ambiremmo ad essere d’esempio ad altri interventi analoghi, soprattutto per questo motivo non è ancora finita, al contrario di qualsiasi opera abusiva che nasce e cresce in fretta a Ventotene.

Infine mia moglie non è funzionaria di alcuna sopraintendenza piuttosto lavora per chiamata e con poco brillanti retribuzioni per le sopraintendenze ARCHEOLOGICHE di tutta Italia.

Ha nel suo curriculum numerose ottime pubblicazioni ma nessuna raccomandazione.

La stupida insinuazione che io possa aver preso un vantaggio dalla sua posizione è

doppiamente ignorante; l’ unica sopraintendenza che si è occupata del mio immobile

è quella paesistica e con questa non ho avuto alcun contatto, in tutta Italia queste pratiche le svolgono gli “sportelli unici” dei Comuni e comunque non c’era alcun motivo

al diniego di detto parere.

Personalmente non credo che che si possano utilmente perseguire fini di giustizia e di denuncia servendosi maldestramente, o in mala fede, dell’anonimato. Amplificando qualsiasi insano risentimento e facendolo diventare, per le povere persone che così agiscono, un insano divertimento.

Non è onesto, non è civile e serve solo alla parte peggiore della nostra comunità.

Sono convinto che Antonino Caponnetto condividerebbe questo pensiero.