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Provincia di Salerno – Patto tra politica e clan parla l’ufficiale del Ros «Ecco la corte del boss»

Il Mattino, Sabato 4 Maggio 2019

Patto tra politica e clan parla l’ufficiale del Ros «Ecco la corte del boss»

Nuove rivelazioni in aula durante il processo «Un’altra storia» il colonnello Mambor: Pignataro chiedeva informazioni a Bianco

Nicola Sorrentino

«Antonio Pignataro si informava sulle cose attraverso il candidato al consiglio comunale, Carlo Bianco». Prosegue il processo «Un’altra storia», che intreccia interessi di mondo criminale e politico, durante le elezioni del 2017, a Nocera Inferiore. Nella deposizione di ieri, il colonnello dei Ros, Gabriele Mambor, ha illustrato parte dei contatti intercorsi tra i candidati al consiglio comunale, Carlo Bianco e Ciro Eboli, insieme a quelli dell’ex vice sindaco Antonio Cesarano, con lo «zio» Antonio Pignataro, ex affiliato alla Nuova Famiglia. Tra intercettazioni, messaggi, pedinamenti e osservazioni, il militare ha illustrato i preparativi, tra aprile e maggio, per la campagna elettorale di Bianco ed Eboli, oltre alle pressioni fatte al sindaco Manlio Torquato per la delibera propedeutica all’edificazione di una casa famiglia nel rione Montevescovado.

I RISVOLTI

Un progetto che avrebbe rappresentato – per l’Antimafia – il cuore di uno scambio elettorale politico mafioso tra Eboli, Bianco e Pignataro. «Pignataro – ha spiegato Mambor – attraverso sotterfugi si informava di varie cose attraverso Bianco, come il progetto dellamensa e l’assunzione di una donna come badante. A riguardo, anche Cesarano invitava Bianco a mettersi a disposizione». Quando invece il sindaco Torquato decise di capirci di più su quel progetto di una casa d’accoglienza, incontrando proprio il Vescovo Giudice, Bianco cominciò ad innervosirsi: «Era risentito per il fatto che il sindaco cercasse di capire. Si sfogò così: “Mi fa perdere i voti, poi devo buttare giù anche il Vescovo”». L’ex consigliere comunale Bianco, sempre a detta del colonnello dei Ros, si impegnava nel far approvare la delibera in cambio di una promessa di voti: «Bianco informava in tempo reale Eboli di tutti i suoi messaggi con Torquato. Poi, tentò di farsi delegare per parlare direttamente con il Vescovo, ma il sindaco disse no. Gli servivano voti e Pignataro, in questo, era il suo garante. Al sindaco, Bianco disse che stava facendo figuracce, in virtù dei ritardi sulla firma di quella delibera». Anche il sindaco si stancò – a detta di Mambor – dell’insistenza di Bianco: «Digli che non deve scocciare l’assessore», dirà Torquato all’assessore Ciro Amato, dopo una telefonata ricevuta proprio da Bianco. La svolta nell’indagine si avrà poi dopo il 5 maggio, quando Ciro Eboli deciderà di candidarsi autonomamente, non più supportando Bianco. Lo sfogo di quest’ultimo è stato raccontato dallo stesso colonnello dei Ros: «Bianco ne parlò con Cesarano e disse: “Mi sono rotto il culo per questa cosa per fare un favore a lui? Lo “zio” pure deve saperle queste cose”». Ciro Eboli, invece, vedrà il rifiuto di Torquato a candidarlo tra le sue liste, optando per una civica, all’opposizione. Il processo proseguirà il 6 giugno.