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Primo sì all’impunità fiscale

Passa in prima lettura, al Senato, la maxisanatoria per chi ha esportato illegalmente capitali all’estero. Aliquota al cinque per cento (invece del 43) e super – protezione per una serie di reati societari e tributari, tra cui il falso in bilancio.  Protesta compatta delle opposizioni, con il Pd che abbandona l’Aula. La Finocchiaro attacca: “Era meglio il cartello di Medellin”. Si schierano contro anche la Cgil e l’Associazione nazionale magistrati. Lo scudo è il terzo, del genere, varato dai governi Berlusconi, a cui si aggiunge un condono edilizio. Il ricavato sarà il pilastro della politica economica di Tremonti nel 2010

Pare che l’ultima, definitiva versione dello scudo fiscale – approvato in mattinata dal Senato e in attesa del sì definitivo della Camera – possa arrivare a fruttare alle casse dello Stato 4 miliardi e mezzo di euro. C’è chi sostiene la stima è pessimistica. In ogni caso, un bel gruzzolo: tanto da permettere al ministro dell’Economia Giulio Tremonti di presentare una Finanziaria vuota, e riservarsi di stabilire le risorse per i tagli alle tasse ai lavoratori dipendenti, la ricerca, l’università, il cinque per mille e le missioni militari all’estero in base ai proventi che arriveranno dalla maxisanatoria. Le casse dello Stato e le politiche economiche del governo, insomma, saranno sorrette per un anno intero dai soldi racimolati dai pentiti “evasori – esportatori” di capitali.

A che prezzo? Niente che non sia già stato pagato con il precedente governo Berlusconi, che di scudi fiscali ne varò due a cui aggiunse anche un condono edilizio. Il costo si può definire con una parola: legalità. Lo scudo fiscale la calpesta, e permette a chi evaso il fisco ed esportato soldi all’estero di farli rientrare a prezzi stracciatissimi, un’imposta con aliquota al cinque per cento. Si noti che, in condizioni normali, su quei soldi gli evasori – qualora non avessero, appunto, evaso il fisco – avrebbero dovuto pagare quasi nove volte tanto: il 43 per cento. All’evidente convenienza economica si aggiunge quella giuridica. Chi vuole far rientrare i capitali dall’estero avrà garantito l’anonimato e sarà coperto da una serie di reati tributari e di violazioni contabili, come la dichiarazione fraudolenta, l’infedele dichiarazione, l’omessa dichiarazione, l’occultamento o la distruzione di documenti contabili. Impunità garantita anche dal falso in bilancio. La norma è valida dal 15 settembre al 15 dicembre 2009, i procedimenti avviati prima non verranno interrotti.

Il Senato ha approvato tutto questo con 140 voti favorevoli, 21 contrari e un astenuto. Al computo finale mancano i senatori del Partito democratico, che hanno deciso di abbandonare l’Aula, per protesta, al momento del voto. La scelta è stata motivata con durezza dalla capogruppo Anna Finocchiaro: “Era più onesto il cartello di Medellin. Si è presentato con i suoi capi, con nome e cognome, al governo colombiano per offrirgli di far rientrare i capitali all’estero e aiutare così il bilancio pubblico. Il governo colombiano non accettò, ma – ha proseguito la Finocchiaro – da noi, no: in violazione di tutte le norme, si fanno rientrare capitali sulla cui costituzione nessuno indagherà mai e a cui si garantisce l’anonimato, in spregio a qualsiasi norma di civiltà giuridica”. La Finocchiaro aveva richiesto, a nome del gruppo, la presenza dei ministri interessati, quelli della Giustizia e dell’Economia, Angelino Alfano e Tremonti, per una pubblica assunzione di responsabilità. Non l’ha ottenuta, e ha attaccato: “Loro non vengono e noi usciamo dall’aula anche in nome di tutti quelli che pagano tasse salate: dagli imprenditori agli operai metalmeccanici”.

La linea del Pd è condivisa anche dalle altre opposizioni. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha detto: “Chi ha truffato lo Stato o i risparmiatori deve pagare. Questa sanatoria del falso in bilancio è inaccettabile e getta un’ombra nera su tutta l’operazione scudo fiscale. Chiediamo al ministro Tremonti di esprimersi: non può far finta di non vedere quello che ha fatto la sua maggioranza al Senato”. Ma quanto fatto dalla maggioranza è sicura esecuzione dei desiderata di Tremonti, che vuole i soldi per una Finanziaria senza tasse.

Il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro, come di consueto, non c’è andato giù tenero: “Noi dell’Idv crediamo che lo scudo fiscale sia una legge ‘criminogena’ che favorisce i criminali e mette nella disperazione chi rispetta la legge e paga le tasse, crediamo che in questo modo si incentivi l’evasore fiscale a continuare ad evadere”. Secondo Di Pietro dello scudo beneficerà anche il premier: “Solo la certezza del diritto e della pena può garantire il rispetto della legge. Crediamo che ancora una volta Berlusconi abbia voluto una legge per se stesso ed i suoi amici giacché come si legge dall’inchiesta giudiziaria in corso ha da sistemare sue pendenze personali che riguardano soldi depositati e investiti all’estero”.

Schierata contro anche la Cgil, con il segretario confederale Agostino Megale: “La politica dei condoni continua a rappresentare uno schiaffo a tutti i contribuenti onesti che pagano le tasse e rispettano la legge”, e l’Associazione nazionale magistrati. In una nota il sindacato delle toghe ha segnalato che il provvedimento votato dall’Aula del Senato “esclude la punibilità per tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere il fisco e trasferire il denaro all’estero. Anche i delitti di frode fiscale, emissione e utilizzazione di false fatture, falso in bilancio e persino le cosiddette frodi carosello, che tanto allarme suscitano in ambito europeo, potranno dunque essere sanati con il pagamento di una somma pari al 5% dell’imposta evasa”. Tutti reati economici e fiscali sanabili in un settore che, l’Associazione giudica “delicatissimo, nel quale già si sconta una situazione di illegalità diffusa e di difficoltà di accertamento”. Si garantisce così “l’impunita’ a chi ha realizzato profitti violando la legge”.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha preferito non commentare, aspetta – come vuole la prassi – che arrivi sul suo tavolo il testo per la promulgazione, quindi il secondo passaggio a Montecitorio. Certo è che il Capo dello Stato studierà con particolare attenzione il provvedimento, di cui si è già interessato personalmente prima del percorso parlamentare. Grazie a lui, infatti, dalla protezione sono stati esclusi coloro che hanno procedimenti penali in corso.

Andrea Scarchilli
(Tratto da www.aprileonline.info)