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Presentato il dossier “le mafie nel pallone – storie di criminalità e corruzione nel gioco più…

“Le mafie nel pallone” – Libera denuncia il calcio malavitoso

ROMA – L’associazione Libera denuncia il calcio malavitoso. Più di 30 clan direttamente coinvolti nelle inchieste giudiziarie riguardanti le infiltrazioni mafiose nelle squadre di football nostrane e i casi di corruzione di giocatori, arbitri o dirigenti sportivi. Dalla Lombardia alla Sicilia, passando per l’Abruzzo, la Basilicata, la Campania, la Calabria e la Puglia, oggi i clan e le cosche della criminalità organizzata controllano le scommesse, condizionano il risultato delle partite, riciclano denaro mediante il sistema delle sponsorizzazioni, allungano le mani sulle scuole di calcio e si avvalgono di presidenti prestanome per i loro giri di affari. Sono i risultati del dossier “Le mafie nel pallone – Storie di criminalità e corruzione nel gioco più truccato al mondo”, un’anticipazione del libro scritto dal giornalista Daniele Poto, con un focus sul caso limite del Potenza Calcio, edito dal Gruppo Abele e presentato questa mattina in conferenza stampa. Il volume sarà in libreria a partire da ottobre.

“Sfogliando i rapporti della direzione Antimafia degli ultimi 3 anni mi sono accorto che il calcio giocava un qualche ruolo, seppur minore e spesso legato a club locali, all’interno delle pagine scritte dalla magistratura – spiega Poto –. E’ da qui che sono partito per la mia indagine, che tocca anche gli scandali degli anni ’80 e spazia anche oltre confine”. Il libro si focalizza poi sul caso limite del Potenza Calcio. “Oggi il Consiglio federale della Figc deciderà l’esclusione della società dal campionato di Lega Pro, e probabilmente non riuscirà a iscriversi nemmeno in una delle serie minori per via della vicenda giudiziaria che ha interessato il suo presidente, Giuseppe Postiglione”, coinvolto in un giro di scommesse su diverse partite truccate in una triade con la camorra e il clan dei Basilischi.

“Questo dossier dimostra che la criminalità organizzata nel calcio c’è, è sedimentata sul territorio e serve a dare prestigio ai boss e ad arruolare il loro piccolo esercito – commenta don Luigi Ciotti, presidente di Libera –. Lo dicono anche le dichiarazioni di alcuni pentiti, che raccontano di ‘posti di lavoro’ offerti dal colluso presidente della squadra di calcio locale in cui giocavano da giovani questi collaboratori di giustizia. Poi c’è il caso del boss siciliano Piazza, diventato presidente di un piccolo football club in provincia di Siena, e anche a Rosarno, tra gli arrestati, c’è il dirigente di una società calcistica. Ma lascia perplessi – continua don Ciotti – anche la decisione della serie B di far sponsorizzare il prossimo campionato dalla società di scommessi Bwin”.

Secondo l’indagine “Le mafie nel pallone”, nella spartizione della torta tutti fanno affari: dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pellè, dai Misso alla cosca dei Pesce e Santapaola. ‘Ndrangheta, camorra, cosa nostra, sacra corona unita: non manca proprio nessuno. “Emblematico il caso del giocatore D’Agostino, classe 1982, cresciuto nell’alea di una segnalazione da parte di Marcello Dell’Utri al Milan – si legge nella prefazione del libro –. Ma è nel club calcistico Bacigalupo che si registrano i primi rapporti certi tra esponenti della malavita e Dell’Utri”. Ma il volume parla anche di falsificazione di tesserini, di acquisto di giocatori stranieri come “ombrello” di copertura per operazioni offshore e di infiltrazioni mafiose tra i gruppi di ultrà.

Tratto da CommercialPointJob.it