Appartamenti confiscati dimenticati in cambio di aiuto elettorale. Indagato sindaco di Agropoli, consigliere di De Luca
I Marotta avrebbero continuato a fruire di quelle case nonostante l’assegnazione dell’Agenzia dei beni confiscati al Comune di Agropoli retto dal sindaco Pd più votato del Cilento. Secondo gli inquirenti, gli appartamenti erano rimasti nella disponibilità dei Marotta in cambio del sostegno elettorale ad Alfieri della folta e variegata comunità rom di Agropoli. La scoperta avvenne in maniera causale: i finanzieri del Gico andarono ad eseguire un nuovo provvedimento di sequestro su quei beni immobili e si accorsero che il vecchio provvedimento non era stato compiuto. Ed in una di queste case, sarebbe stata persino portata a termine una pratica di condono edilizio. Alfieri è indagato insieme a tre funzionari comunali. Per questa vicenda a dicembre è stato condannato in primo grado dalla Corte dei conti a risarcire 40.000 euro di danno erariale. La sentenza non è definitiva.
L’avviso notificato nei giorni scorsi mette la parola fine a un’inchiesta iniziata dalla Dda di Salerno, sul presupposto della ‘mafiosità’ dei Marotta. Ma nel 2014 il Tribunale per le Misure di Prevenzione ha sancito che i Marotta sono un gruppo criminalefamiliare ma senza connotazioni camorristiche. La Dda ha raccolto questa indicazione e ha trasmesso il fascicolo a Vallo della Lucania, la procura competente su Agropoli e il territorio cilentano. Gli avvocati degli indagati perorano la tesi del disguido burocratico: mancate comunicazioni tra gli uffici. Hanno venti giorni di tempo dalla notifica per rafforzarla attraverso interrogatori o memorie difensive. Poi l’ultima parola sulla richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione spetterà alla Procura.