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Polizia, il capo Gabrielli a Napoli: «Mutazione genetica della camorra»

Il Mattino, 15 LUGLIO 2020

Polizia, il capo Gabrielli a Napoli: «Mutazione genetica della camorra»

«A fronte di una significativa disarticolazione di alcune famiglie camorristiche, il venir meno del controllo sociale ha lasciato libere una serie di forze anarcoidi, non più rispondenti alle logiche delle famiglie malavitose. In questo ambito le fasce più giovanili hanno dato luogo al fenomeno di gangsterismo che ha caratterizzato e sta caratterizzando la città e l’hinterland in questo periodo. Ovviamente tutto questo non significa che la lotta alla camorra non debba vedere la parola fine, però in questo momento questa violenza che è motivo di grande preoccupazione per i cittadini e si traduce attraverso l’uso di armi, è una cosa che ci interroga e ci impegna». Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli rispondendo – a margine del Premio Ammaturo in corso nel capoluogo partenopeo – a chi gli ha chiesto di commentare l’allarme lanciato su ‘Repubblicà del prefetto di Napoli Marco Valentini sulla diffusione delle armi tra i giovani.

«Un Prefetto non parla mai a vanvera ma per dati consolidati e acquisiti – ha sottolineato Gabrielli – e come autorità provinciale per la sicurezza ha il polso della situazione. Credo che la città, come tutto il Paese, si sta riprendendo dopo il lockdown e dopo un periodo di compressione della delittuosità dovuta al fatto che la gente stava in casa e che i reati predatori era complicato realizzarli».

«In questo contesto – ha aggiunto – come avevamo già notato prima del Covid, in un Paese in cui in reati di sangue sono sempre più marginali, la realtà napoletana e quella foggiana hanno rappresentato in questi anni un pò delle eccezioni nel senso che a dispetto del trend fortemente compresso di altre parti del Paese, nel Napoletano e nel Foggiano si è continuato a sparare e a morire ammazzati seppure in percentuali minori. E questo nella realtà napoletana ha avuto una mutazione gangsteristica». «Perciò in questo momento – ha concluso – c’è una particolare attenzione ai fenomeni di criminalità diffusa, proprio perché il periodo del lockdown ha portato a una compressione dei fenomeni criminali e adesso questi fenomeni stanno riprendo con una violenza superiore di quella precedente».