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Pietose le dichiarazioni del Ministro Maroni a Lucia Annunziata sul “caso Fondi”. In un altro Paese un Ministro dell’Interno si sarebbe dimesso

LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO MARONI A LUCIA ANNUNZIATA SUL “CASO FONDI”. DOPO LA BOCCIATURA DA PARTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELLA SUA PROPOSTA DI SCIOGLIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER MAFIA EGLI AVREBBE DOVUTO DIMETTERSI

Il Ministro dell’Interno Maroni non creda di essersi autoassolto recitando il ruolo di Ponzio Pilato.

Con le sue dichiarazioni a Lucia Annunziata nella sua trasmissione a RAI3 sull’esito del “caso Fondi” egli non si è affatto scrollato di dosso le sue pesanti responsabilità.

Anzi le ha aggravate per una serie di motivi.

Il primo dei quali è quello che ha consentito, senza dimettersi per protesta da ministro, che venissero lese, su una materia che riguarda il suo Ministero, l’immagine e la credibilità sue personali e delle Istituzioni.

“Quell’amministrazione doveva essere sciolta per mafia ed io mi sono battuto in Consiglio dei Ministri per 8 mesi, ma gli altri Ministri non hanno voluto”, egli ha dichiarato in quella trasmissione.

Un’accusa ad un intero Consiglio dei Ministri, la sua, dimostratosi, intanto, scorretto nel respingere una richiesta del Ministro competente e, poi, insensibile a un problema, quello delle attività delle mafie, diventato ormai la prima emergenza nazionale.

In un altro Paese, un Ministro dell’Interno, sconfessato oggettivamente dall’intero Consiglio dei Ministri, compresi quelli del suo stesso partito, si sarebbe subito dimesso.

Ma tant’é.

Siamo in Italia e soprattutto nell’attuale condizione politica succede di tutto.

Ma Maroni è censurabile anche perché, pur conoscendo benissimo la situazione esistente a Fondi e sull’intero territorio circostante e ragioni e condizioni che hanno determinato quella situazione, al di là delle dichiarazioni, di concreto non ha fatto e non fa assolutamente niente per eliminarla.

Se si leggesse attentamente i rapporti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina delle inchieste Damasco troverebbe anche qualche nome di appartenenti alle forze dell’ordine che continuano a stare a Fondi.

Ma c’è dell’altro.

Se si è arrivati a Fondi ed in provincia di Latina alla situazione attuale, in cui le mafie hanno occupato e continuano ad occupare sempre di più spazi cospicui dell’economia, della politica e delle istituzioni, lo si deve in gran parte alla fragilità ed alla insignificanza di un apparato investigativo locale che non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare in situazioni del genere.

Dobbiamo solo alla bravura dell’attuale Questore D’Angelo ed alla onestà ed alla sensibilità dell’Ex Prefetto Frattasi se in questi ultimi due anni si è messa a fuoco, pur con i limiti delle forze in campo, una strategia di attacco alle mafie.

Ma ormai i buoi sono scappati dalle stalle, il Prefetto Frattasi è stato mandato via, il Questore D’Angelo, che sta in provincia di Latina da parecchi anni, prima o poi andrà via anch’egli e tutto rimane come prima, con la stessa classe politica in campo, le stesse persone nelle piazze e sugli scranni.

Come prima, con lo stesso tessuto, gli stessi apparati dello Stato, gli stessi uomini delle istituzioni.

Ministro Maroni, non ci pigliamo in giro.

Lei, che è il Ministro dell’Interno, è il primo responsabile di tali situazioni.

E, ciò, lo dimostrano, oltre al “caso Fondi”, dove lei avrebbe dovuto almeno cambiare anche le pietre nei presidi investigativi locali, anche la sua inerzia di fronte a quanto si è verificato a Sabaudia e Minturno, per non parlare di altri comuni come Terracina ecc. , comuni che un Ministero dell’Interno vigile ed efficiente avrebbe dovuto subito attenzionare con la costituzione di apposite Commissioni di accesso.

Non ha fatto nemmeno questo!

Almeno taccia!…