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Peter Battaglia, il “passepartout” della ‘ndrangheta nella Pubblica Amministrazione

Peter Battaglia, il “passepartout” della ‘ndrangheta nella Pubblica Amministrazione

di Claudio Cordova

Nato in Inghilterra, ma perfettamente inserito nelle dinamiche reggine e “riggitane”. Il dipendente pubblico Peter Battaglia sarebbe stato l’interfaccia delle cosche all’interno del Comune di Reggio Calabria. Battaglia si è “salvato” dalla custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Thalassa” per ragioni temporali, visto che i fatti contestati sono abbastanza datati, ma gli inquirenti sono convinti della sua vicinanza alle cosche e, in particolare, agli ambienti di Paolo Schimizzi, plenipotenziario del clan Tegano fino al momento della scomparsa per “lupara bianca”. Battaglia avrebbe agevolato le cosche nella realizzazione del complesso residenziale in Contrada Armacà, ad Archi, periferia nord di Reggio Calabria. E avrebbe compiuto plurimi atti contrari ai propri doveri d’ufficio, tra cui: • il permesso di costruire n. 25 del 21.4.2006 (relativo al primo lotto del complesso edilizio), quello n. 63 del 13.8.2007 (relativo al secondo lotto del complesso edilizio); nonché le varianti n. 87 del 24.7.2008 e n. 112 del 3.2.2009 (con cui è stata autorizzata la modifica funzionale all’allestimento dell’area destinata a supermercato, poi acquistata dalla SGS S.r.l.), • tutti atti illegittimi che consentivano alla Tegra Costruzioni S.r.l. di edificare il complesso immobiliare i “Thalassa”, utilizzando un indice di fabbricabilità maggiore rispetto a quell’o consentito e realizzando una tipologia di fabbricati (in particolare residenziale e commerciale) aventi destinazione urbanistica non conforme agli strumenti urbanistici vigenti. In cambio avrebbe ricevuto per sé o per terzi ed accettava la promessa delle seguenti utilità dalla Tegra, società centrale nell’inchiesta, e da Paolo Schimizzi: • la possibilità di svolgere attività d’intermediazione immobiliare in relazione a taluni dei fabbricati edificati nel complesso immobiliare “Thalassa”, tra cui quello, poi, acquisito dalla SGS S.r.l. e destinato a supermercato; • l’acquisto (anche a mezzo della moglie) dalla Tegra Costruzioni S.r.l. di due appartamenti, insistenti nel predetto complesso immobiliare “Thalassa”, o ottenendo modalità di pagamento agevolate e l’accollo sostanziale di parte del mutuo ipotecario contratto con un istituto di credito da parte della Tegra Costruzioni S.r.l., al punto che a distanza di quasi cinque anni dalla stipula dei contratti di compravendita (risalente al 2009), egli ancora risultava debitore della Tegra Costruzioni S.r.l.. Acquisti a prezzi stracciati, di cui, peraltro, si sarebbe accollata una parte dei costi proprio la Tegra. L’indagine ha, infatti, svelato che il Battaglia svolgesse anche un ulteriore, occulta attività lavorativa che presentava plurimi profili d’incompatibilità con il ruolo pubblico ricoperto. Ed infatti, già dalle attività d’intercettazione emerge come il funzionario comunale non disdegnasse di cimentarsi nello svolgimento di attività d’intermediazione immobiliare; in particolare, era stato accertato lo svolgimento di siffatto ruolo in relazione alla locazione di alcuni locali. Impegno del medesimo tenore svela Battaglia in relazione ai locali del Cordon Bleu, che erano oggetto delle attenzioni di Brunella Latella e di Gaetano Tomasello, i quali indicano il ruolo svolto da Battaglia. in relazione allo storico esercizio commerciale reggino. Ecco quindi il modus operandi di Battaglia, il quale approfitterebbe del suo ruolo apicale nell’ambito del SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) del Comune di Reggio Calabria, per svolgere una sorta di attività di “mediatore”, che gli consentirebbe di percepire notevoli, illecite, remunerazioni.

La vicenda delle trattative per l’acquisto dei locali destinati a supermercato è una perfetta esemplificazione di come si snoda questo che sembra palesarsi come un perverso meccanismo messo in piedi da Battaglia: gli operatori economici si rivolgerebbero a quest’ultimo quale “mediatore”, in quanto trattasi di soggetto che proprio in virtù dell’incarico ricoperto potrebbe ben “facilitare” (o, viceversa, ostacolare) la risoluzione di eventuali problematiche presso il SUAP, ufficio a cui gli stessi operatori economici devono necessariamente rivolgersi per il rilascio di provvedimenti afferenti il settore delle attività produttive e commerciali. In cambio dei plurimi atti contrari ai propri doveri d’ufficio, accertati in capo a Battaglia, egli aveva conseguito la possibilità di inserire anche gli immobili del “Complesso Immobiliare Thalassa” nel carniere di quelli che poteva proporre per l’acquisto nell’ambito della attività occulta d’intermediazione immobiliare, integrando così pienamente – secondo gli inquirenti – gli elementi costitutivi del delitto di corruzione: “Gli accertamenti svolti dal locale CO DIA, infatti, hanno consentito di verificare come il Battaglia (e per suo conto anche la moglie Sabrina Condemi) avesse acquistato dalla Tegra Costruzioni S.r.l. due appartamenti. Le modalità di pagamento e regolazione delle complessive poste finanziarie legate all’adempimento del prezzo, in uno con le non eccelse risorse economiche note del Battaglia, destano seri, preliminari sospetti circa l’effettiva corresponsione alla S.r.l. di quanto dovuto. Ed infatti, il pagamento della somma residuante a quella già corrisposta prima del rogito, è avvenuta tramite la stipula di un mutuo ipotecario che, in origine, risulta documentalmente essere stato oggetto di accollo da parte della Tegra Costruzioni S.r.l.” scrivono gli inquirenti. Le vistose anomalie emergenti dagli accertamenti, in ordine alle modalità di pagamento e definizione delle pendenze economiche tra Battaglia e la Tegra Costruzioni S.r.l., si innestano, dunque, in una rodata dinamica dissimulatoria e fraudolenta attraverso la quale la S.r.l. ha gestito, in modo occulto, tali poste finanziarie. Insomma, il contesto perfetto per dissimulare le utilità ricevute dal pubblico ufficiale infedele, quali contro-prestazioni per remunerarlo degli atti contrari al proprio ufficio che hanno consentito alla Tegra Costruzioni S.r.l. ed alle cosche di ndrangheta che dietro lo schermo di questa operavano, di moltiplicare illecitamente i profitti loro derivanti dalla speculazione edilizia investigata. Il dato ha un immediato e preciso riscontro nelle attività d’intercettazione svolte che hanno consentito di accertare come la S.r.l., ancora nel 2014, fosse creditrice di somme da parte di Battaglia, fratello del consigliere regionale del Partito Democratico, Mimmetto. La ‘ndrangheta che “entra” nella Pubblica Amministrazione attraverso la corruzione. Ed è molto importante l’intercettazione tra l’imprenditore attivo nella grande distribuzione, Giuseppe Crocè, coinvolto nell’affare, e Pasquale Utano, considerato uomo forte dei Tegano e genero proprio di Paolo Schimizzi: “La mazzetta l’ha combinata lui” dicono. L’interpretazione data dal pm Stefano Musolino e dagli uomini della DIA è quella che vuole Paolo Schimizzi quale colui che ha progettato e coordinato la corruzione necessaria ad amplificare i profitti derivanti alla ndrangheta ed alla Tegra S.r.l. da quell’investimento immobiliare. Scrivono gli inquirenti: In conclusione, è stato accertato che Paolo Schimizzi – quale rappresentante delle cosche di ndrangheta che attraverso lo schermo apparente della Tegra Costruzioni S.r.l., partecipavano con ruoli direttivi alla speculazione edilizia del “Complesso Immobiliare Thalassa” – avesse ideato e coordinato un patto corruttivo, funzionale ad ampliare illegalmente le potenzialità edificatorie dell’area di cd. Armacà e di realizzare, poi, ulteriori modifiche a quanto già illegittimamente assentito, al fine di agevolare gli interessi della SGS Group S.r.l. che andava preferita ad altri concorrenti interessati ad ivi avviare un loro punto vendita (tra questi, in particolare, la Doc Market S.r.l.), in quanto già pienamente inserita e partecipe del sistema illegale attraverso il quale la ndrangheta si era infiltrata nel sistema della grande distribuzione alimentare reggina. Al fine di conseguire tali scopi, lo Schimizzi e la ndrangheta avevano utilizzato la disponibilità (per come si dirà niente affatto occasionale, ma stabile e duratura) del funzionario comunale Battaglia Peter Dominic che aveva redatto plurimi atti contrari del suo ufficio (tra cui quelli fondamentali per avviare e definire nei termini illegali predetti la speculazione edilizia), omettendo di astenersi in presenza di interessi personali nella predetta attività immobiliare, desumibili dall’intermediazione immobiliare concessagli su porzioni del fabbricato – nel contesto della più ampia attività di mediazione che egli occultamene svolgeva – e dall’acquisto di due appartamenti limitrofi dalla Tegra Costruzioni S.r.l.. Ed oltre a tali utilità, il funzionario comunale otteneva dai coniugi Zaffino-Cozzupoli di potere corrispondere un prezzo inferiore a quello formalmente dovuto e di poterne procastinare il pagamento ad libitum. Emergono così chiarissimi i contorni della “mazzetta” combinata da Paolo Schimizzi, grazie alla quale la ndrangheta aveva potuto curare al meglio i propri interessi, aumentando i profitti connessi alle maggiori volumetrie assentite e selezionando gli imprenditori della grande distribuzione alimentare da agevolare per l’acquisto, intervenendo così nelle dinamiche di quel mercato, privilegiando coloro che erano già perfettamente inseriti nel sistema illegale dalla stessa infiltrato, a discapito di imprenditori più riottosi e, perciò, inaffidabili”. Ma le carte di indagine parlano anche di una s”icura, stabile ed imperterrita proclività del Battaglia ad assecondare gli interessi di esponenti della ndrangheta, sfruttando il suo ruolo pubblico, ma anche la sua tendenza ad utilizzare tale ruolo, per conseguire benefici connessi all’esercizio diretto o indiretto di ulteriori attività economiche. Insomma, le condotte specifiche, accertate nel presente procedimento, sono solo una delle concrete manifestazioni di quello che è un consolidato stile relazionale e professionale a cui l’indagato è solito prestarsi”. Paolo Schimizzi e Giovanni Schimizzi, oltre ad essere cugini, avevano notevoli interessi economici in comune: erano soci in una impresa edile, la moglie di Paolo e la madre di Giovanni erano socie in un’altra società nell’ambito della quale lo stesso Giovanni lavorava. Per gli inquirenti, appare non trascurabile il fatto che Battaglia , quando nel giugno del 2008 (quindi in un periodo in cui le vicende del Complesso Immobiliare Thalassa si snodano ancora saldamente sotto l’egida di Paolo Schimizzi) ha necessità di acquistare arredi (o, forse, ha necessità solo di una fattura per accedere ad un finanziamento agevolato) si rivolga al socio di Paolo Schimizzi Pertanto, proprio nel periodo in cui Paolo Schimizzi stava combinando “…la mazzetta…”, Peter Battaglia era in relazioni d’affari con il cugino e fidato socio in svariate imprese dell’esponente di ndrangheta. Ma agli atti vi è anche il legame di Battaglia con Salvatore Mazzitelli, “il Barone”, già condannato nell’ambito del procedimento “Meta”, per le vicende afferenti il lido “Calajunco”, sul lungomare di Reggio Calabria. Un legame mediato dall’allora politico Dominique Suraci, oggi alla sbarra per ‘ndrangheta. Dalle conversazioni emergerebbe un rapporto di grande amicizia tra Battaglia e Suraci sul quale si innestano interessi principalmente ricollegabili all’incarico al tempo ricoperto da Battaglia all’interno del Comune di Reggio Calabria, ed in relazione al quale Bataglia si mette a disposizione di Suraci. E poi, l’impegno elettorale, importante a lumeggiare i termini della sua relazione con Franco Gattuso, figlio del più noto Ciccillo, recentemente condannato in via definitiva, nel procedimento “Crimine”, per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, nonché con Giuseppe Richichi, anch’egli condannato per ‘ndrangheta. A pesare sono anche le dichiarazioni di Enrico De Rosa che, nel verbale d’interrogatorio del 20.10.2014, introduceva la conoscenza di un soggetto — non ancora esattamente identificato — descritto alla stregua di un passe-partout attraverso il quale anche alcuni esponenti di rilievo della componente “militare” della cosca De Stefano riuscivano a relazionarsi profittevolmente, con la classe dirigente cittadina ed, in particolare, con il settore della pubblica amministrazione. Dichiarazioni che arrivano da un collaboratore, per anni in contatto con le cosche più potenti, ma proveniente dalla borghesia cittadina. DR.STEFANO MUSOLINO (PM): ma come faceva Mimmo Sonsogno a fare assumere qualcuno …? ENRICO DE ROSA: tramite… Cioè quando io… Mimmo parlava, però la sua forza era sempre Enzo Zappia. Allora Vincenzo Zappia parla poco e si fa vedere poco però a Enzo con le persone giuste… Enzo si è esposto nella mia vicenda con …omissis… perché non c’era Mico… Per forza è dovuto andare lui, però lui è una persona dal profilo molto basso… Enzo non lo trovi mai la sera in ,discoteca, non lo trovi mai la sera nei locali, non lo trovi mai a drogarsi, non lo trovi mai… è sempre molto lucido… E poi tipo… è una persona tipo… a parte che ha degli ottimi agganci… Gli agganci di Mico derivano dall’amicizia con Vincenzo Zappia… Non a caso per dire si è saputo di Checco… Non è che l’ha saputo Checco… (n.d.r.: il riferimento è all’esecuzione della misura cautealre a carico del predetto che, avendola appresa in anticipo, si era dato alla latitanza volontaria) Perché Checco di fatto è un… E’ una persona diversa da

loro… Loro loro sono proprio… hanno gli agganci veramente giusti.. Da paura… fa paura per dire…fa cose tipo dove il cervello non viene utilizzato… DR.STEFANO MUSOLINO (PM): ok ma restiamo allo specifico, se è in grado… ENRICO DE ROSA: si… DR.STEFANO MUSOLINO (PM): Mimmo Sonsogno deve fare assumere due persone ENRICO DE ROSA: si… …omissis… DR.STEFANO MUSOLINO (PM): le ha fatte assumere….omissis… Come fa? ENRICO DE ROSA: …omissis… siamo andati da Pasquale… Un tale Pasquale che lavora all’intendenza di finanza tipo. Non so dove lavora. Amicizie grosse comunque.. ENRICO DE ROSA: si si si e poi siamo andati…omissis…a pigliarci il caffè DR.STEFANO MUSOLINO (PM):con lui…? ENRICO DE ROSA: si AVV.FIORMONTI: quante volte siete andati li? ENRICO DE ROSA: siamo andati oltre quattro volte… 3-4 volte …omissis… DR.STEFANO MUSOLINO (PM): lui andava e questo era il referente attraverso il quale… ENRICO DE ROSA: lui si muoveva tipo per fare queste cose qua… lo ci sono andato in occasione di questi posti… Però sempre lui per dire metteva in mezzo Enzo Zappia… Uno… Due… Poi l’ha chiamato e gli ha detto “-vieni qua lo vedi questo ragazzo?” Riferendosi alla mia persona ” qualsiasi cosa ha bisogno o vengo io ho viene lui… Se viene lui vuol dire che l’ho mandato io” quindi… E questo qua… Niente ma in ogni caso… DR.STEFANO MUSOLINO (PM): no no ma dico di fronte a lei chiese il favore per …omissis…? ENRICO DE ROSA: no no…, Lui mi ha detto che andava da Pasquale, da questo signor Pasquale, perché gli doveva fare la cortesia per assumere …omissis… perché aveva le amicizie giuste , però noi ci siamo andati anche per altre cose DR.STEFANO MUSOLINO (PM): per esempio? ENRICO DE ROSA: tipo… vi posso dire… Serviva alla moglie di… La suocera di …omissis… dovrà farsi una visita di invalidità? …omissis…, aveva avuto un tumore ed aveva l’invalidità, …omissis…si chiama, e per dire gli servivano delle cose… Dei favori …omissis… tipo sempre legati tipo alla medicina… A ‘ste cose qua… E noi parlavamo con questo qui… Era una sorta.,. Questo era una potenza… Aveva amicizie giuste nei posti giusti. Proseguendo nel suo racconto, nel verbale del 24.11.2014, De Rosa riferiva in ordine a talune delle specifiche occasioni in cui il citato “Pasquale” aveva messo in campo la sua capacità relazionale, a favore degli interessi degli esponenti della cosca De Stefano. Va subito anticipato come tale porzione delle dichiarazioni presenti profili di speciale attendibilità intrinseca, atteso come il dichiarante riferisse circostanze che lo avevano direttamente coinvoltó, attraverso la presa in; carico e la risoluzione;di problematiche relat0-e ad interessi economici che riguardavano lo stesso collaboratore di giustizia; si tratta, quindi, di relazioni da lui stesso, personalmente, intrattenute con il citato “Pasquale” ed i soggetti facenti parte della sua rete relazionale. Orbene, ha riferito De Rosa come, allorquando egli (che gestiva un’impresa pubblicitaria) ed Sonsogno avevano progettato di acquisire gli spazi pubblicitari lungo il centralissimo tapis roulant, “Pasquale” li aveva messi in contatto con Peter Dominic Battaglia che aveva subito messo a loro disposizione la sua persona e soprattutto il suo ufficio pubblico, per fargli conseguire quanto desiderato (sebbene il progetto non fu, poi, portato a termine per l’indolenza dei due, nel frattempo divenuti assidui consumatori di cocaina). In un’altra occasione, invece, grazie all’introduzione del prefato “Pasquale”, Peter Dominic Battaglia si era attivato per fare conseguire le autorizzazioni necessarie ad avviare un affittacamere che il De Rosa non aveva intestato a sé (a cagione delle frequentazioni criminali che aveva preso a tenere), ma alla sorella. Ebbene, nonostante questa non fosse presente alla stesura degli atti e fosse, anzi, assente dalla città ed ignara di quanto andava accadendo, il Battaglia aveva avviato e definito la pratica a vantaggio del collaboratore di giustizia. Ancora dal verbale: De Rosa Enrico: …omissis… E poi mi fece parlare con quel Pasquale …omissis… per mettere la pubblicità…perché mi era venuta un’idea a me, ho detto io, il tapis roulant che sale e scende, dentro il tapis roulant se io gli metto la pubblicità, la persona ha tutto il tempo di camminare e di guardare la pubblicità e Mico all’epoca mi fece parlare con questo Pasquale, andammo a parlare, e gli disse che vedi che devo montare, non gli disse vedi se è possibile, vedi che devo montare i cartelloni, poi, praticamente, siccome abbiamo cominciato a drogarci… P. M.- Dott.Stefano Musolino: siete andati insieme? De Rosa Enrico: sì. Ci siamo visto al bar Messico, all’ex bar Messico che non era ancora di Tonino Serranò, poi noi, diciamo che ci siamo sfasati con quel discorso della droga prendevamo le cose sotto gamba perché eravamo entrati in un vortice negativo. P. M.- Dott.Stefano Musolino: nel senso che non l’avete più seguita? Questo vuol dire. De Rosa Enrico: no, quello si era messo a disposizione, un sacco di soldi ho perso, un cretino sono stato. Perché veramente avrei fatto un sacco di soldi. Perché uno spazio pubblicitario all’interno del tapis roulant… P. M.- Dott.Stefano Musolino: però Pasquale non le disse non si può fare. De Rosa Enrico: no, assolutamente no, io feci anche un progetto, una richiesta che adesso non mi ricordo a chi l’avevamo intestata, se non sbaglio, al Comune no…aspettate un secondo, mi fece parlare con un tale Peter Battaglia, grosso senza capelli, piazzetta San Marco. Pasquale ci mandò da questo qui per dire che io volevo fare ‘ste cose. Cap. Gabriele Tadoldi: Pasquale vi ha mandato? …omissis… De Rosa Enrico: Pasquale sì. P. M.- Dott.Stefano Musolino: la mise in contatto con Peter Battaglia? De Rosa Enrico: con Peter Battaglia sì. P. M.- Dott.Stefano Musolino: dicendogli che…e voi andaste… De Rosa Enrico: sapete doc’è l’ufficio? P. M.- Dott.Stefano Musolino: Piazzetta San Marco ha detto. De Rosa Enrico: sì, c’è il bar Martino… P. M.- Dott.Stefano Musolino: non ho idea ma comunque … De Rosa Enrico: va bene. P. M.- Dott.Stefano Musolino: lo descriva. De Rosa Enrico: caffè Martino, di fronte, c’è una sbarra se non erro, c’è un ufficietto, una stanzetta, si entra, al primo piano sulla destra. Cap. Gabriele Tadoldi: lo descriva per bene. De Rosa Enrico: sulla destra proprio di fronte al caffè Martino, scendendo sulla destra, c’è una sbarra dove ci sono…vicino la Caserma, sulla destra c’è questo ufficio comunale, al primo piano, sulla destra si entra. lo me ne andai a parlare con Peter Battaglia… Cap. Gabriele Tadoldi: ci sono più uffici suppongo nel… De Rosa Enrico: sì, credo che siano del Comune. Me ne andai con Peter Battaglia anche quando aprì il Bed and Breakfast, che fittiziamente, in maniera fraudolenta glielo intestai a mia sorella, coadiuvato dal Dottore Marino. P. M.- Dott.Stefano Musolino: perché andò a parlare in quel caso con Peter Battaglia? De Rosa Enrico: perché era stato disponibile, dove mi vedeva mi vedeva mi offriva il caffè, un bravo ragazzo. Di qualsiasi cosa hai bisogno non c’è nessun problema. P. M.- Dott.Stefano Musolino: cioè la presentazione di Pasquale aveva aperto il mondo a Peter Battaglia, da quel momento Peter Battaglia era a sua disposizione. De Rosa Enrico: assolutamente sì. …omissis… P. M.- Dott.Stefano Musolino: dico ma che competenze aveva Peter Battaglia nel Comune? L’ha capito? De Rosa Enrico: no. era a disposizione ma non lo so. P. M.- Dott.Stefano Musolino: però si ricorda che sia per il Bed and Breakfast… De Rosa Enrico: me lo hanno fatto aprire il B&B poi. P. M.- Dott.Stefano Musolino: certo. Sia per il discorso del tapis roulant… De Rosa Enrico: sì. P. M.- Dott.Stefano Musolino: si rivolse a Peter Battaglia. De Rosa Enrico: tanto è vero che non ho dovuto portare neanche mia sorella davanti, ho portato delle carte firmate senza…questa è stata un’agevolazione molto grossa che io ho ricevuto. P. M.- Dott.Stefano Musolino: da Peter Battaglia? Quando ha fatto il B&B? De Rosa Enrico: e certo, è lo stesso che io apro un B&B a nome vostro e vado e gli dico lui sa tutto tieni. E voi vi ritrovate una posizione aperta come affitta camere a manco lo sapete. P. M.- Dott.Stefano Musolino: quello che è successo a sua sorella. De Rosa Enrico: quello che è successo a mia sorella. P. M.- Dott.Stefano Musolino: va bene. De Rosa Enrico: per ovvi motivi non ve lo farei mai Dottore. De Rosa evidenzia come Battaglia abbia curato vicende che lo riguardavano direttamente. Ed invero, nel riferire della rete relazionale che consentiva a Domenico Sonsogno di muoversi a prò della cosca De Stefano, egli faceva cenno a quando, mediante la sua intercessione, si era rivolto ad un tale “Pasquale” tramite cui erano entrati in relazione proprio con Battaglia. Riferiva, infatti, il collaboratore che, gestendo un’impresa pubblicitaria, con Sonsogno avevano progettato di acquisire gli spazi pubblicitari lungo il centralissimo tapis roulant e si erano, pertanto, rivolti al menzionato “Pasquale”. Costui, quindi, li aveva messi in contatto con Peter Battaglia il quale avrebbe messo a loro disposizione la sua persona e, soprattutto, il suo ufficio pubblico, per fargli conseguire quanto desiderato. Il progetto, poi, non sarebbe stato portato a termine per l’indolenza dei due, nel frattempo divenuti assidui consumatori di cocaina. In una seconda occasione, invece, sempre grazie all’intercessione del “Pasquale”, Peter Battaglia si era attivato per fare conseguire le autorizzazioni necessarie ad avviare una attività di affittacamere che il De Rosa aveva intrapreso ma che non aveva intestato a sé bensì alla sorella. De Rosa, infatti, temeva di essere sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale in ragione delle frequentazioni criminali che aveva preso a tenere e, pertanto, si era determinato per la fittizia intestazione dell’attività. “Il quadro complessivo che emerge, pertanto, consente di giungere alla conclusione che, per quanto di interesse in questa fase, può reputarsi acclarato il coinvolgimento del Battaglia Peter Dominic nelle vicende illecite che hanno interessato la realizzazione del complesso immobiliare Thalassa, laddove, con la propria attività amministrativa, egli ha agevolato la speculazione edilizia di contrada Armacà, in cui, come si è avuto modo di vedere, hanno avuto rilevante parte le cosche Tegano e De Stefano” scrivono gli inquirenti. Sembra emergere il quadro di una personalità orientata all’affarismo, che percepisce il proprio ruolo pubblicum non come strumento per realizzare gli interessi della collettività ma come una opportunità da sfruttare per la realizzazione dei propri interessi. Ed a tale ultimo fine questo ruolo sembra indirizzato. Emblematico, in tal senso, appare il contenuto di questa conversazione intercettata il 29.11.2014 prima che l’interlocutore risponda al telefono, Battaglia parla con una persona presente alla quale dice “tutto abusivo lo deve fare… se ti vuoi mettere in regola hai sbagliato città… hai sbagliato città se vuoi fare le cose in regola”.

 

Giovedì, 10 Maggio 2018

Fonte:http://ildispaccio.it/