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Per Ruby è bufera sul premier, da Marcegaglia all’Avvenire. Se ne vada, ci sta portando in fondo ad un pozzo

Si chiede “dignità” e “sobrietà”. L’opposizione: si dimetta

Il ‘caso Ruby’ pesa: ministri e vertici del Pdl sono praticamente rimasti gli unici a difendere il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ha attaccato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, parlando di “Paese alla paralisi” e chiedendo alle istituzioni, cioè al premier, di ritrovare il “senso della dignità”. Ha attaccato, soprattutto, la Chiesa: dopo Famiglia Cristiana, la ‘pancia’, che lo definiva “malato”, anche ‘Avvenire’, espressione delle alte gerarchie ecclesiastiche, che invoca “sobrietà” anche nello “stile di vita”. Nel mirino in alcuni casi i ‘costumi’ privati del premier, in altri i comportamenti pubblici, ossia quella telefonata che sarebbe stata fatta da lui in persona il 27 maggio scorso alla Questura per il rilascio della giovane 17enne marocchina accusata di furto; e questo sebbene – è la notizia filtrata ieri – il tribunale dei minori ne avesse disposto già l’affidamento in comunità. D’altra parte anche quella di molti esponenti del Pdl rischia di sembrare una difesa d’ufficio se è vero che tanti parlamentari e ministri, off the record, parlano di “clima di sfiducia totale” e di un premier “non più lucido”. E ‘spifferi’ arrivano anche dalla Lega nella quale ci sarebbe enorme imbarazzo per quella telefonata in Questura, al punto da aver ‘accarezzato’ l’idea di un governo tecnico: linea, questa, che viene però ufficialmente negata. Il Cavaliere ha avviato una controffensiva mediatica passando da Acerra a Bruxelles e Napoli nel giro di 36 ore. Intanto l’opposizione chiede le dimissioni. Per Pierluigi Bersani “non può stare un minuto di più in un ruolo pubblico che ha indecorosamente tradito”. Per Antonio Di Pietro, “L’aspetto più deplorevole di questa vicenda è l’umiliazione a cui il Presidente del Consiglio ha sottoposto i funzionari della Questura”.

(Tratto da Virgilio Notizie)