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Pene più alte e soglie più basse per poter arrestare gli evasori

Il Fatto Quotidiano, 3 Novembre 2018

Pene più alte e soglie più basse per poter arrestare gli evasori

Dopo il condono, i 5Stelle inaspriscono le sanzioni per frode e omessa o infedele dichiarazione. Nuovi attriti con la Lega

di LUCIANO CERASA

Soglie più basse oltre le quali scatta il penale e pene detentive più alte, in alcuni casi addirittura triplicate, per gli evasori e per chi commette frodi fiscali. L’emendamento della relatrice Francesca Businarolo del Movimento 5 Stelle al disegno di legge Anticorruzione in discussione alla commissione Giustizia che usa il pugno di ferro contro chi aggira il fisco non è stato ancora depositato. Ma il contenuto del testo, che circola nei palazzi romani, nonostante il “ponte” dei santi e dei morti che ha paralizzato i lavori del Parlamento, tocca ancora una volta un nervo scoperto nel centrodestra, e tra le due anime inquiete che sorreggono il governo gialloverde riesplode la tensione.

IL PROVVEDIMENTO che doveva inasprire il carcere previsto per i reati tributari di maggior gravità è l’e nne simo cavallo di battaglia dei 5Stelle finito, a quanto pare, sulla graticola del confronto con la Lega. Il governo Renzi, nel 2015 aveva innalzato significativamente le soglie di imposta sottratta al fisco oltre il quale si rischiano le manette, con il risultato che nessuno in Italia è attualmente detenuto per evasione fiscale. L’impegno del vicepremier Luigi Di Maio era di inserire il giro di vite già nel decreto sul condono fiscale. Ed eccolo invece spuntare nel disegno di legge “per il contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici” con l’e me ndamento Businarolo, sul quale si apre subito un giallo: esiste oppure no? “A noi non è stato mostrato –spiega uno dei capigruppo in commissione, Enrico Costa (FI) – e nel fascicolo degli emendamenti non c’è”. In più, osserva Alfredo Bazoli (Pd), “ce lo dovrebbero mostrare perché dobbiamo avere il tempo per la presentazione degli emendamenti”. Dai 5Stelle si continua a confermare l’avvenuto deposito in Commissione. In realtà, a quanto si apprende, si starebbe attendendo a depositare la modifica normativa perché sarebbe oggetto di “un confronto all’interno della maggioranza” a causa della “f re dde zza ” m ost ra ta dai parlamentari del Carroccio. Oltretutto, si rincara nel centrodestra, “l’ e me ndamento sarebbe palesemente inammissibile per estraneità di materia: che c’entra infatti un inasprimento delle pene per gli evasori fiscali con un ddl che contiene norme sulla Pa e la lotta alla corruzione?”. Lunedì è prevista una riunione congiunta delle commissioni di Camera e Senato in cui si deciderà sull’ammiss ibilità degli emendamenti.

CON L’EMENDAMENTO al ddl “spazzacorrotti ”, inviato alla stampa dall’ono revole Businarolo assieme a quello –anche questo ancora da depositare – sul blocco della prescrizione, è stata modificata ulteriormente la norma che disciplina i reati in materia di imposte sui redditi e l’Iva. Chi viene riconosciuto colpevole del reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 2, dlgs 74/2000) quasi si triplica la reclusione prevista, che passa da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di 6 anni, a una forbice compresa tra i 4 e gli 8 anni. Nel caso l’utilizzo fraudolento di attestati fittizi sia di un ammontare inferiore ai 150 mila euro la reclusione prevista rimane la stessa, più mite, della normativa vigente. Le soglie previste per l’evasione fiscale attraverso l’uso di documenti falsi o operazioni simulate per ostacolare l’atti – vità accertativa, non vengono modificate ma aumenta la pena detentiva che passa da 1 anno e sei mesi minimi e 6 anni al massimo a 3 e 8 anni. Qui c’è un paradosso. Questi due reati sono anche oggetto del decreto fiscale all’esame del Senato, ma che prevede misure di segno opposto. Infatti i reati connessi alla falsa fatturazione e alla dichiarazione fraudolenta sono esplicitamente esclusi – e quindi ammessi ai benefici di legge – dall’elenco dei proventi di reato che non possono essere riciclati con il condono tramite la dichiarazione integrativa.

TORNIAMO all’emendamento. Il governo Renzi aveva aumentato le soglie per i reati di infedele e omessa dichiarazione da 50 mila a 150 mila euro e per l’omesso versamento Iva da 50 mila a 250 mila. L’emendamento dei 5Stelle riduce le soglie minime di imposta che passano rispettivamente da 150 mila a 100 mila per le prime e da 250 mila ai 200 mila per la seconda fattispecie. Anche le pene detentive previste passano da un minimo di uno e un massimo di 3 anni di reclusione a 2 e 5 anni. Per omessa dichiarazione si rischierebbe con le nuove disposizioni dai 2 ai 6 anni. Mano dura prevista anche per l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e per chi occulta o distrugge documenti contabili al fine di evadere e non consentire al verificatore la corretta ricostruzione dei fatti.