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Patto fra camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra sull’ortofrutta

Sud pontino, mafia a camorra controllavano ortofrutta e trasporti

L’operazione della Dia di Napoli ha smantellato un’organizzazione criminale attiva soprattutto nella zona di Fondi, dai cui controllava il settore

ROMA – Il sud pontino – Fondi in particolare – come punto di convergenza degli interessi per mafia e camorra, alleate nel controllo dei trasporti a servizio del settore ortofrutticolo in tutto il centro sud Italia e per alcune tratte verso le regioni settentrionali. E’ quanto emerge dall’operazione «Sud Pontino» della Dia di Napoli e dalla squadra mobile di Caserta che ha smantellato un potente sodalizio criminale. Nel mirino i vertici del clan dei Casalesi e dei Mallardo di Giugliano (Napoli) che, alleati con le famiglie mafiose siciliane dei Santapaola-Ercolano di Catania, imponevano il monopolio dei trasporti, con la conseguente lievitazione dei prezzi.

DECAPITATI – Sessantotto le ordinanze di custodia cautelare eseguite a carico di esponenti dei clan Licciardi e Mallardo di Napoli, affiliati al clan siciliano dei Santapaola-Ercolano, tra cui il reggente Giuseppe Ercolano. Decine di perquisizioni e sequestri ( requisito un vero e proprio arsenale di armi da guerra provenienti dell’est europeo) a carico di società e aziende contigue al cartello mafioso, operanti nei maggiori mercati ortofrutticoli di Campania, Lazio e Sicilia. In manette è finito anche Paolo Schiavone, figlio di Francesco detto ‘Cicciariello’, cugino e omonimo del boss dei Casalesi. L’uomo è stato bloccato al termine della luna di miele trascorsa a bordo di una nave della Msc dopo una crociera nel Mediterraneo. Paolo Schiavone, 27 anni, era rientrato nel porto di Napoli dopo essersi sposato pochi giorni fa.

EPICENTRO A FONDI – La polizia ha arrestato a Fondi tre persone: si tratta di Giuseppe D’Alterio (54 anni), insieme a Luigi e Melissa D’Alterio, rispettivamente di 31 e 29 anni. Per loro l’accusa è di associazione per delinquere di stampo camorristico, illecita concorrenza con violenza e minacce, riciclaggio di capitali illeciti. I D’Alterio, affililiati ai Casalesi, sono titolari della società di trasporti ‘Lazialfrigo’ e controllavano le attività di trasporto di ortofrutta all’interno del mercato di Fondi e non solo. Il gruppo gestiva anche il traffico su gomma sulle tratte fra il sud pontino e l’Italia nord occidentale, così che qualsiasi commerciante e trasportatore che intendeva affidare ad altre ditte il trasporto dell’ortofrutta o acquisire incarichi di trasporto di ortofrutta – sulla tratta verso il Piemonte – veniva intimidito anche con il ricorso alla minaccia di attentati a beni e persone o a quella di non potere più frequentare il mercato di Fondi. Le indagini hanno appurato come ‘Lazialfrigo’ fosse a tutti gli effetti una controllata della ditta ‘Paganese Trasporti & co’, monopolista per i Casalesi del trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano e da questi mercati verso il sud Italia ed in particolare verso i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria, Gela e Marsala.

PLAUSO DI MARONI – Soddisfazione da parte del ministro dell’interno, Roberto Maroni, per l’operazione che ha decapitato i vertici delle famiglie camorristiche dei Casalesi e mafiose dei Santapaola. «Si tratta di una grande operazione – ha commentato il ministro – contro il clan dei Casalesi ma non solo: viene accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra, la mafia siciliana, nel settore del trasporto della frutta».

Michele Marangon

(Tratto da Corriere della Sera)