Cerca

Pale eoliche e grande distribuzione:il business di Mattia Messina Denaro.DAL 2008 AL 2011 C’E’ STATO UN INTENSO TRAFFICO DI PALE EOLICHE SIA IN ENTRATA CHE IN USCITA DA E PER IL PORTO DI GAETA,IN PROVINCIA DI LATINA ,PALE EOLICHE TUTTE O QUASI SEMBRA DIRETTE VERSO IL MOLISE A MEZZO DI CAMION.E’ STATO VERIFICATO SE DIETRO TALE TRAFFICO NON CI FOSSE PROPRIO DENARO ?

Affari e passioni di un boss ateo

Mercoledì 22 Marzo 2017

di Giacomo Di Girolamo

La foto di Matteo Messina Denaro nella carta d’identità

PALE EOLICHE Uno degli ultimi grandi affari di Messina Denaro è l’energia alternativa, soprattutto l’eolico. I fedelissimi del boss sono riusciti a infilitrarsi nella realizzazione dei più importanti parchi eolici in Sicilia occidentale, e non solo. All’imprenditore Vito Nicastri, ritenuto vicino a Messina Denaro, definito dai giornali “il re del vento” sono stati confiscati beni per 1,3 miliardi di euro. Tanto valgono le 43 società di capitali che Nicastri utilizzava per gestire i suoi affari nel settore dell’eolico e del fotovoltaico. Nicastri era quello che in gergo si chiama lo “sviluppatore”: realizzava e vendeva, chiavi in mano, parchi eolici, con ricavi milionari.

CARRELLO DELLA SPESA Un altro grande affare del boss è quello della grande distribuzione, cioè del controllo dei supermercati. Al socio di Messina Denaro, Giuseppe Grigoli, è stato sequestrato il “Gruppo 6Gd0”, la più grande srl della Sicilia, che gestiva i supermercati a marchio Despar e il centro commerciale di Castelvetrano, Belicittà.  Grigoli era il “re”, il suo era un regno da 750 milioni di euro. Con lui lavoravano i familiari più intimi del boss che si dice di tanto in tanto entrava di nascosto in azienda, “camuffato”. Grigoli è solo uno dei pezzi da novanta che fino a poco tempo fa aveva assicurato al capomafia la possibilità di incanalare un enorme flusso di denaro sporco nei circuiti dell’economia legale. Nel 1974 era un semplice proprietario di una bottega alimentare, ma sotto l’ala del boss in breve tempo è riuscito a consolidare un impero economico

DIABOLIK Matteo Messina Denaro ha il mito di Diabolik, il popolare criminale protagonista dei fumetti ideati nel 1962 dalle sorelle Giussani. Tanto appassionato è di Diabolik da averlo scelto anche come soprannome. E non solo: quando era giovane, si racconta, Matteo Messina Denaro, rampante padrino onnipotente e violento di Castelvetrano, andò dal suo meccanico di fiducia per chiedere una cortesia: se si potevano montare dei mitra “a scomparsa” sui fari della sua fuoriserie, proprio come aveva visto nei fumetti di Diabolik… Il povero meccanico pur di non dire no al boss fece sparire le sue tracce per un po’…

LE OPERE DARTEsatiro 2 Messina Denaro è un appassionato di opere d’arte. E come suo padre, ha anche trafficato in reperti archeologici (l’area di Castelvetrano ne è piena) e opere d’arte. Non solo, secondo alcune fonti Messina Denaro tentò anche il furto del Satiro Danzante di Mazara del Vallo, poco dopo la sua scoperta. Fu invece il padre a organizzare il furto dell’Efebo di Selinunte, nel 1962. La piccola statua greca (alta circa 85 centimetri) era detta “u pupu” e tenuta sul tavolo dell’ufficio del sindaco di Castelvetrano. Una volta trafugata per essere venduta, venne portata in America, poi in Svizzera, infine tornò di nuovo in Sicilia quando si capì che nessuno l’avrebbe acquistata. Al Comune di Castelvetrano giunse allora una richiesta di riscatto di 30 milioni di lire, che nessuno pagò. Il 14 marzo del 1968 l’Efebo venne recuperato dalla polizia a Foligno, in Umbria.

UN MAFIOSO NON CREDENTE Messina Denaro è un boss anomalo, perché, ad esempio, rispetto agli altri boss lui è ateo, e lo scrive chiaramente in alcuni dei pochi suoi scritti ritrovati.  Racconta anche che una volta un alto prelato, forse addirittura un Vescovo, lo incontrò per tentare di convertirlo, ma non fu cosa.  Certo è invece che ad una cosa la chiesa serve, per Messina Denaro, a trovare rifugio. Alcune fonti dicono che ha più volte trovato riparo in conventi e monasteri, e tra l’altro con suo padre, durante il periodo di latitanza trascorso insieme, furono ospitati nella canonica di un prete, vicino Alcamo.

I LUSSI Messina Denaro è un boss contemporaneo. Ha una grande passione per le auto di lusso (e per il lusso in generale), per la bella vita, le donne. Non è come Riina o Provenzano che invece vivevano in una condizione quasi di miseria, pur essendo miliardari grazie ai proventi dei loro crimini Prima che diventasse latitante tutti lo ricordano scorrazzare per Castelvetrano, quando su una Mercedes, quando su una Bmw, sempre in abiti di ottimo taglio e con Rolex al polso.

I VIDEOGIOCHI Altra passione del boss sono i videogiochi, dei quali sarebbe accanito consumatore. Così come ormai è certo che Messina Denaro è stato uno dei primi ad utilizzare Skype per parlare con i suoi uomini senza essere intercettato.

LE VIGNEvigna Messina Denaro non ha mai dimenticato il legame con la terra, che è alla base della potenza della sua famiglia. Nonostante siano stati sequestrati decine di terreni alle famiglie mafiose della provincia di Trapani, gli affari in questo campo continuano a prosperare, soprattutto nell’architettare truffe, con professionisti e prestanomi compiacenti, per ottenere indebitamente contributi dallo Stato o dall’Unione Europea per l’avvio o la conduzione di aziende agricole.

fonte:http://www.tempostretto.it