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Ospedale di Caserta: 24 arresti. Appalti truccati, coinvolti politici e camorristi.

Appalti per tre milioni di euro. Tutto parte dal nosocomio casertano dove, per anni, politica, camorra e impresa sono andate a braccetto.

Caserta – Ventiquattro persone sono state arrestate (10 ai domiciliari, 14 in cella), tra cui un dirigente della sanità regionale, in un’operazione della Dia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su appalti truccati delle Asl di Caserta aggiudicati a imprese del clan dei Casalesi, con l’appoggio di politici e amministratori pubblici. In corso anche numerosi sequestri di società e di beni. L’inchiesta riguarda una serie di presunti appalti truccati indetti dall’Azienda Sanitaria Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. In particolare appalti per tre milioni di euro: per la tinteggiatura (450mila euro); manutenzione immobili (150mila euro); impianti elevatori (1.189.500).

TUTTI I NOMI degli arrestati in carcere: Remo D’Amico, Elvira Zagaria, Antonio Magliulo (consigliere provinciale di Forza Italia), Raffaele Donciglio, Bartolomeo Festa (dirigente unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera), Vincenzo Cangiano, Orlando Cesarini, Domenico Ferraiuolo, Gabriele D’Antonio, Luigi Iannone

TUTTI I NOMI degli indagati agli arresti domiciliari: Francesco Alfonso Bottino (direttore generale azienda ospedaliera S’Anna e San Sebastiano), Salvatore Cioffi, Antonio Della Mura, Roberto Franchini, Nicola Frese (dipendente unità operativa complessa di ingegneria), Giuseppe Gasparin (Direttore Asl Caserta ed ex sindaco Caserta), Antonio Maddaloni (dipendente unità operativa complessa di ingegneria), Paolo Martino (dipendente unità operativa complessa di ingegneria), Mario Palombi, Angelo Polverino ex consigliere regionale Pdl, Giuseppe Porpora, Rocco Ranfone, Giuseppe Raucci (dipendente unità operativa complessa di ingegneria), Umberto Signoriello (dipendente unità operativa complessa di ingegneria).

Tutto parte dal nosocomio casertano, dove per anni politica, camorra e impresa sono andate a braccetto, secondo quanto emerge dalle indagini dell’aggiunto Giuseppe Borrelli e dei pm Ardituro (oggi al Csm) e Lucchetta, al termine degli accertamenti condotti dalla Dia del capocentro Giuseppe Linares.

In pratica accanto a tecnici e dirigenti, anche un uomo legato al clan Zagaria, sempre presente nel momento clou, solo per riportare notizie ai vertici del clan. Diversi i riferimenti alla politica, da intercettazioni telefoniche e ambientali: un boss – oggi deceduto – fa i nomi del centrosinistra e del centrodestra, di candidati la cui campagna elettorale sarebbe stata sostenuta dalla camorra. Lo abbiamo fatto votare, si legge.

L’operazione – si apprende dalla Dia di Napoli – è scattata nelle prime ore di stamani nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Gli arresti sono stati fatti nelle provincie di Caserta, Napoli e Verona. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e abuso d’ufficio.

Camorra e politica. Atteggiamento bipartisan da parte della camorra di Caserta, da parte del clan Zagaria, secondo quanto sta emergendo dalla misura cautelare a carico di manager e imprenditori della sanità casertana. Per la Dda di Napoli, la copertura politica sull’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano era assicurata da Udeur e Pdl (Mastella, Fantini e Cosentino), mentre Francesco Zagaria (cognato del boss Michele capastorta) avrebbe sostenuto la campagna elettorale di un candidato alle primarie del Pd nel 2007. Secondo quanto emerge da intercettazioni tra il direttore dell’ospedale Luigi Annunziata e il boss Francesco Zagaria, la camorra avrebbe sostenuto un candidato in particolare alle primarie decisive per la nomina di segretario del Pd nel costituendo partito. Al momento non risultano indagati esponenti di spicco – in chiave provinciale e nazionale – dello stesso Pd.

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