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Ormai la camorra sta invadendo anche le altre regioni, come il Lazio e, come in quest’ultimo caso, la Toscana

ORMAI LA CAMORRA E’ PRESENTE PURE NELLE LOCALITA’ “CARTOLINA” DELL’ITALIA; UNO DEGLI ARRESTI DELL’ULTIMO BLITZ ANTICAMORRA E’ STATO EFFETTUATO A MONTALCINO.

FONTE: DAZEBAO 3 GIUGNO 2010
CASERTA – C’è anche Carmine D’Aniello, l’avvocato difensore del boss Casalese Francesco Bidognetti, fra i 14 arrestati che questa mattina sono stati destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla Dda di Napoli ed eseguite dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta. È accusato di associazione mafiosa, per gli inquirenti sarebbe stato lui a recapitare i messaggi di Francesco Bidognetti (attualmente sottoposto al regime del carcere duro col 41 bis) ad alcuni esponenti del gruppo camorristico e all’imprenditore Carmine Diana, titolare dell’Impregica costruzioni.

Azienda usata dal Diana, accusata di ripulire denaro sporco, e negli ultimi giorni alla ribalta per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sui grandi appalti del G8 alla Maddalena. Ad essere sotto accusa ci sarebbero altre aziende, sempre collegate al Diana. Per gli inquirenti l’attività di riciclaggio avveniva anche attraverso agenzie di pompe funebri. Cinque degli arrestati si trovavano già in carcere e hanno ricevuto il provvedimento in cella. Gli altri nove sono stati arrestati nelle proprie abitazioni. Il provvedimento ha colpito anche Giovanni Letizia, in prigione con l’accusa di essere uno dei killer dell’ala stragista dei Casalesi.

L’operazione ha riguardato diverse regioni e gli arresti sono stati eseguiti non solo a Casal di Principe e nell’Agro Aversano, ma anche a Montalcino e ad Altopascio, in provincia di Lucca. Gli arrestati dovranno rispondere di associazione mafiosa, subornazione, induzione a non rendere dichiarazioni all’Autorità Giudiziaria, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, con l’aggravante del metodo mafioso. Tra gli arrestati, c’è anche il nipote del boss Bidognetti, Luigi Tamburrino, 46 anni, di Casal di Principe, destinatario dei messaggi del boss.

Le indagini sono partite nel 2007 e hanno portato a galla nuove alleanze fra clan. Come quella della famiglia Bidognetti col clan del Napoletano. Inoltre in quest’arco di tempo si sarebbe stretto il legame con la famiglia di Michele Zagaria, latitante da oltre 14 anni. Dagli accertamenti risulta che gli arrestati avrebbero con minacce e ritorsioni fatto pressione su due collaboratori di giustizia: Anna Carrino e Domenico Bidognetti, cugino del boss Francesco Bidognetti. Suo padre venne ucciso nell’azienda zootecnica che gestiva, per una faida trasversale. Questo episodio, e quello della compagna Anna, sfuggita in un agguato dove rimasero ferite la sorella e la figlia, li hanno portati a collaborare con la giustizia.

Domenico Bidognetti, in una lettere letta agli alunni delle scuole di Casal di Principe, durante una manifestazione in ricordo di don Giuseppe Diana, il prete ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994, definì i camorristi buffoni. “La legalità è la cosa più bella del mondo e non vorrei che voi, figli di questa terra, ve ne accorgeste a 42 anni, come ho fatto io. Voi dovete combattere per difendere la vostra terra, per il vostro futuro e quello dei vostri figli. Per la libertà di tutti, per pulire il paese da questo cancro. Non permettete più a nessuno di appropriarsi delle cose degli altri senza averne diritto. Non dovete avere paura di denunciare”.