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Operazione Olimpia a Latina: il Manovratore

 

Domenica 20 novembre 2016

Il manovratore”. Era il 18 gennaio 2015 e titolavamo così il servizio di copertina di H24 inchieste. Non c’era traccia in quel periodo di Don’t touch” né di Olimpia” o di Starter”, ma tanti, tantissimi segnali che non potevano sfuggire all’occhio del cronista.

Politico tra i più votati a Latina, ex assessore al bilancio, deputato, presidente del Latina Calcio, la squadra giunta in serie B e che ai latinensi stava facendo sognare anche il raggiungimento del massimo campionato, Pasquale Maietta era al massimo della potenzaEra considerato un intoccabile. I segnali di un certo “sistema”, quello che ora ha portato gli inquirenti a ipotizzare la costituzione di ben tre associazioni per delinquere all’ombra del Comune, e quelli di indagini che lasciavano presagire lo tsunami c’erano però appunto tutti.

Nell’estate 2014 i carabinieri avevano sequestrato le tribune dello stadio e i finanzieri di Roma erano andati a spulciare in fatture della società, sembra indagando sull’attività professionale di Maietta e il possibile utilizzo illecito del club per affari opachi. Intervistato, il deputato si era alla fine pronunciato sulla sua amicizia con Costantino Cha Cha Di Silvio, dicendo che si erano conosciuti sui campi di calcio e che lui “non rinnegava gli amici”, mentre alla domanda su come il Latina Calcio riuscisse a far fronte alle tante spese rispondeva che in certe situazioni “bisogna essere intelligenti”. Il questore Giuseppe De Matteis, proprio sullo stadio intanto parlava di “sciatteria” e contro di lui, sempre con la firma di Maietta, partiva un’interrogazione parlamentare, poi disconosciuta dal parlamentare e ritirata nel momento in cui ne era stata data notizia sulla stampa. Senza contare che quando il sindaco Giovanni Di Giorgi rassegnò le dimissioni, poi ritirate, nell’aula consiliare davanti al primo cittadino che sosteneva di essere “stanco di essere tirato per la giacchetta” c’era un solo politico, l’onorevole Pasquale, che già si sapeva indagato insieme allo stesso Di Giorgi per la cosiddetta variante Malvaso.

Nello stesso periodo erano inoltre emerse le prime indiscrezioni sulle indagini che, proprio su Maietta, tra il 2011 e il 2012 aveva avviato il sostituto commissario Salvatore Marongiu, cacciatori di patrimoni sospetti, che da quel momento era entrato però in rotta di collisione con l’allora questore Alberto Intini,punito, con una punizione poi annullata dal Tar, e il suo ufficio smantellato, tanto da spingere l’investigatore ad andare in pensione. Ma tanto in maggioranza che in opposizione, tanto nei Palazzi quanto nella cosiddetta società civile, nessuno si sognava di sollevare il caso “Maiettopoli”.

DON’T TOUCH – Poi è arrivata Don’t touch e sono stati resi noti i rapporti dell’onorevole Pasquale con il clan Di Silvio, l’influenza del presunto capo Cha Cha sulla squadra, la legge dei rom dettata allo stadio, la sede della tifoseria base per lo spaccio di droga, le minacce a un rappresentante del Pd “reo” di aver criticato Maietta, vicenda per cui quest’ultimo è indagato anche per violenza privata. Ed è arrivata anche la conferma dell’interrogazione utilizzata come attacco al questore, con De Matteis che riferirà in commissione antimafia di aver saputo dallo stesso Maietta e dal sindaco Giovanni Di Giorgi che a preparare quell’atto era stato Gianfranco Melaragni, ex uomo dei servizi segreti, ex funzionario di Polizia e capo di gabinetto dello stesso Di Giorgi, vicende ora ampiamente confermate dagli inquirenti in “Olimpia”. L’onorevole Pasquale resiste. Resiste anche alle indagini su due finanzieri che avrebbero chiesto mazzette a una serie di imprenditori, incastrati proprio dopo che uno di loro era stato sorpreso dagli inquirenti a registrare un colloquio con Maietta. E resiste alle ombre che calano pesanti sulla città dopo il suicidio, pochi giorni prima del Natale scorso, dell’avvocato Paolo Censi, il professionista che pochi giorni prima si era recato in Svizzera proprio con Maietta e con la copresidente del Latina Calcio, Paola Cavicchi, secondo gli inquirenti a operare su un conto a Lugano dove erano stati versati milioni di euro di provenienza sospetta, ora oggetto di una maxi inchiesta per riciclaggio e non solo, per far luce su “tesori” esportati e sulla morte del penalista. L’onorevole Pasquale resiste. Ma poi arriva “Olimpia”. Il sostituto procuratore Giuseppe Miliano e il gip Mara Mattioli confermano dubbi vecchi e ne pongono di nuovi.

LA RICHIESTA D’ARRESTO, IL QUESTORE INTINI E LA SPARTIZIONE DI ACQUALATINA

Appare chiaramente come il Di Giorgi è assoggettato al presidente del Latina Calcio Maietta Pasquale, adoperandosi il Di Giorgi sia per tornaconto elettorale sia per un proprio interesse economico nel Latina Calcio, nonché per stretti rapporti di natura economica con il Maietta stesso”, scrive il giudice nell’ordinanza con cui dispone sedici misure cautelari e chiede alla Camera l’autorizzazione per mandare in carcere anche Maietta. Ancora: “Maietta, sostenuto dal Di Giorgi, esprime indisturbato nel Comune di Latina la sua preminenza intimidatoria direttamente sul personale amministrativo”. “La dirigenza non osa opporsi e soddisfa qualsiasi richiesta del Maietta con riverenza tramite percorsi amministrativi alterati, con procedure irregolari e contributi illeciti”. “La forte influenza del Maietta sull’attività amministrativa deriva non solo dalla carica da lui rivestita (deputato del Parlamento italiano) ma anche dagli stretti legami di quest’ultimo con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata locale, particolarmente violenta, a cui risulta essere parimenti assoggettato il Comune di Latina”.

Quelli con i Di Silvio, a loro volta legati ai Casamonica di Roma, quelli che, specifica il Tribunale di Latina motivando le condanne nel processo “Don’t touch”, avrebbero dettato legge allo stadio. Ed ecco che in “Olimpia” emerge come Cha Cha intimi a funzionario comunale, Nicola Deodato, di riparare le caldaie degli spogliatoi del campo sportivo di Campo Boario in uso alla squadra AS Campo Boario, presieduta da Gianluca Tuma, anche lui imputato in Don’t touch. E subito Deodato chiama l’imprenditore Andrea Capozzi: “Dovresti andà a vedé la caldaia là a Campo boario che c’ho ‘sti zingari che me stanno a massacrà”. E poi rassicura Cha Cha: “Lo sto a fa solo per te è”. Il tutto nonostante il campo non sia mai stato dato in concessione al Campo Boario, che lo utilizza dunque abusivamente, fino a che, giunto a Palazzo il commissario prefettizio Giacomo Barbato, non verrà recuperato al patrimonio comunale. Quando poi Deodato crea dei problemi per noleggiare un gruppo elettrogeno al Latina Calcio, interviene direttamente Maietta: “Tu informate bene come so io, informate bene… allora non mi fai la guerra perché sennò diventa un casino eh”. Ancora: “Tu non sei in grado de incularme a me… hai capito… ve inculo prima io a voi… allora a me non me dì un cazzo adesso… risolvi il problema… ok?…Io aspetto che mi chiami e mi dici Pasquà ho risolto il problema”.

Personalità delinquenziale quella del Maietta”, scrive il gipPer il gip, inoltre, gli indagati per anni avrebbero operato in un sistema illecito, “contando anche su coperture nelle istituzioni, tra cui l’ex questore Intini”.

SPARTIZIONE ACQUALATINA – Senza contare che, come emerge sempre in “Olimpia”, Maietta sarebbe stato anche protagonista, per Fratelli d’Italia, della spartizione di potere nell’ambito di Acqualatina, insieme a Claudio Moscardelli per il Pd e a Claudio Fazzone per Forza Italia, come scrive sempre il gip nell’ordinanza. “La vicenda Acqualatina – specifica il giudice per le indagini preliminari – non riguarda questo procedimento, tuttavia varie intercettazioni danno prova di un accordo politico di Forza Italia – Partito Democratico posto in atto per assicurarsi la maggioranza nel CdA di Acqualatina, che porterà alla caduta del Comune di Terracina e Latina. Si apprende dalle intercettazioni un forte interesse politico per Acqualatina in procinto di un investimento di 80 milioni di euro”. E sempre Maietta, per salvare alla fine la giunta Di Giorgi, propone anche un accordo proprio su Acqualatina al sindaco, un accordo con Fazzone: “Gli damo Acqualatina tutta a lui e lui ci dà quattro consiglieri per governare fino alla fine dell’anno”. Progetto che non andrà in porto.

OPERAZIONE “STARTER” – Subito dopo gli arresti per “Olimpia”, mentre la Camera deve decidere se dare l’autorizzazione a procedere per il deputato pontino, sull’onorevole Pasquale si abbatte quindi “Starter”, con la Guardia di finanza che sequestra due milioni di euro al politico e ad altri nove indagati, ipotizzando l’utilizzo illecito di società decotte, clienti dello studio commercialista Maietta, per farvi transitare denaro di dubbia provenienza e ingenti somme che, passando anche per il Latina Calcio, finivano poi nelle tasche dello stesso Maietta. Solo dopo quest’ulteriore colpo, e dopo che il club nerazzurro si era chiuso in silenzio stampa per solidarietà al presidente di cui era stato chiesto l’arresto, anche la tifoseria chiede all’onorevole Pasquale un passo indietro. Arriveranno così le dimissioni dal vertice della società. Una parabola tracciata nell’arco di due anni. Un caso posto in quella copertina del 18 gennaio 2015 e ora descritto dagli inquirenti. Il caso di “Maiettopoli”.

fonte:www.h24notizie.com