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Operazione Hummer contro la ‘ndrangheta. Sequestrati beni per 40 milioni di euro. Solo nella Capitale il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato al boss villa, appartamenti, centro sportivo ed auto di lusso. Roma è ormai invasa dalle mafie nazionali ed internazionali

Operazione “Hummer”, nullatenente milionario investiva i capitali del clan Muto

L’uomo avrebbe avuto tra le sue proprietà anche un intero villaggio turistico in Calabria, sul tirreno cosentino

Per il fisco era uno sconosciuto nullatenente, ma conduceva una vita da milionario investendo capitali della ‘ndrangheta del ‘clan Muto’, i così detti «re del pesce», nei settori del turismo e società immobiliare.
E’ quanto scoperto grazie all’operazione antimafia, denominata “Hummer” e condotta dal ‘Gico’ del nucleo di Polizia tributaria di Roma, della Guardia di Finanza e coordinata dal procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia, Giancarlo Capaldo, e dal sostituto procuratore, Maria Cristina Palaia. I beni, per un valore di oltre 40 milioni di euro, sono stati sequestrati grazie alla misura di prevenzione patrimoniale.
L’operazione dei finanzieri, ha investito Lazio, Calabria, Basilicata e Toscana, consentendo il sequestro di 11 fabbricati, 12 terreni, quote di partecipazione in 18 società, 2 aziende, 9 auto di lusso, un aliscafo, un’imbarcazione e numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, anche una villa lussuosa con piscina nel quartiere romano dell’Infernetto, un centro sportivo a Trigoria e un intero villaggio turistico a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza.
Il finto nullatenente, che aveva rapporti con la ‘ndrangheta, è stato sottoposto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di Roma.

«L’operazione – ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Roma, Ignazio Gibilaro – è partita dopo aver notato il contrasto patrimoniale tra il reddito dichiarato e la disponibilità effettiva dei beni. Roma è sempre un’area di investimento dei flussi finanziari della criminalità».
«L’infiltrazione di gruppi criminali – ha concluso il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo della Dda di Roma, che ha coordinato le indagini – calabrese, siciliana e campana è sempre più ampia. Con sempre maggiore consapevolezza si vengono ad accertare i meccanismi, spesso nascosti, che hanno reso problematico individuare le attività di riciclaggio della criminalità. Attaccare l’aspetto economico è sempre importante poichè afferma i principi che il delitto non paga».

(Tratto da La Voce del Meridione)