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Occorre sempre di più un’antimafia diversa da quella che si è fatta finora. Quella della DENUNCIA e non delle chiacchiere. Quella del “giorno prima” e non del “giorno dopo”.

Siamo in pochi, purtroppo, in Italia a denunciare i mafiosi, facendone nomi e cognomi.
E questo è un errore imperdonabile che pagheremo tutti amaramente.
Tutti pronti per le commemorazioni, le presentazioni di libri, i convegni che trattano di situazioni e fatti generici o di 30 anni fa, ma mai che si trovi qualcuno disponibile a darti una notizia attuale, nomi e cognomi di coloro che costruiscono, che comprano, che corrompono politici, amministratori pubblici ed altri esponenti delle istituzioni.
” Tengo famiglia”, “non spetta a noi fare i poliziotti”, “queste cose le debbono fare magistratura e forze dell’ordine”: queste sono le risposte che ti senti dare.
E, così, le mafie avanzano, conquistano nuovi territori, comprano quel poco che resta da comprare, corrompono quel poco che resta sano in questo disgraziato Paese.
Ed intanto forze di polizia e magistratura fanno quello che possono fare, con una legislazione carente e non adeguata alle mutazioni che le nuove mafie si sono imposte, afflitte da carenze di organici e di risorse.
L'” antimafia del giorno dopo”, comoda per i più, l’antimafia che si predica quando i buoi sono già scappati dalle stalle!!!
L'”antimafia” delle chiacchiere che fa solo il solletico ai mafiosi!!!