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NESSUNA NOVITÀ, IN PROVINCIA DI LATINA SI RICICLA. GAETTI: “MAFIA ECONOMICA”

NESSUNA NOVITÀ, IN PROVINCIA DI LATINA SI RICICLA. GAETTI: “MAFIA ECONOMICA”

14 Giugno 2019

di Bernardo Bassoli

Nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, intorno alle 13 in Prefettura a Latina, il sottosegretario dell’Interno Luigi Gaetti ha sinteticamente illustrato, dopo l’incontro a porte chiuse con il Prefetto Trio, il quadro che, per lui, si lumeggia nella provincia pontina: riciclaggio di denaro illegale e “mafia sempre più economica e quindi sempre più complicata da evidenziare”, con la collusione di professionisti di alto profilo e relative società che pervertono la concorrenza del mercato.

Venuto a Latina per un incontro istituzionale con il prefetto Maria Rosa Trio, Gaetti parla in conferenza stampa dell’argomento annunciato dai comunicati dei giorni precedenti.
Parla di riciclaggio, e non potrebbe essere altrimenti, di immissione di denaro frutto di proventi illeciti, narcotraffico sopratutto, nell’economia legale. Cita esempi quali le strutture alberghiere o le seconde case costruite nella nostra provincia, molto simile alla tesi dei Carabinieri di Sperlonga autori dell’informativa sul Piano Integrato a Sperlonga, o la droga come motore primo di ogni consorteria: a Bogotà la cocaina si smercia a 1500 euro al chilo, ricorda Gaetti, il che rappresenta un enorme plus valore quando la polvere bianca viene rivenduta nella vecchia Europa a 100/150mila Euro al kg. Promette misure legislative atte a migliorare l’efficacia delle indagini, sopratutto per ovviare a quelle vicende per cui non c’è associazione mafiosa ma che sono di natura corruttiva e/o con la presenza di colletti bianchi.

Per il sottosegretario, in provincia, ci sono amministrazioni che, da un lato, rischiano di mettere in cantiere, al fine di far ripartire l’economia, opere non strettamente necessarie con il rischio di infiltrazioni e reimpiego di capitali dubbi, ma dall’altro queste stesse sono “forti e vigili” poiché pongono in essere problemi sul riutilizzo dei beni confiscati. A suo dire, inoltre, ci sono Giunte e Sindaci che fanno esposti e segnalazioni su cui gli organi inquirenti indagano. Una notizia che apprendiamo con stupore poiché l’ultimo esempio pubblico fornito dalle amministrazioni del sud pontino, disertanti in massa una Commissione regionale antimafia a febbraio, aveva fatto tirare altro tipo di conclusioni. Senza considerare che anche per lo scandalo del compost fumante, non sono state le Istituzioni ad essere vigili bensì i cittadini

Ma il punto dirimente del discorso di Gaetti è, per l’appunto, una mafia della provincia che lui chiama economica e che si traduce in reinvestimento di ingenti capitali nel tessuto del territorio.

Alla presenza del prefetto Trio, a Gaetti abbiamo fatto una domanda in riferimento a un ormai vecchio caso che ha avuto il sudpontino come protagonista: il film di Angelo Bardellino di cui fu bloccata la proiezione a Spigno Saturnia dalla Prefettura pontina in sinergia con il Ministero degli Interni e che, poi, a distanza di qualche settimana, vide la sua pubblicizzazione con spazio dedicato su Radio Padania Libera, l’emittente di riferimento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Sopratutto perché la regista Antonella D’Agostino, durante la trasmissione radiofonica, disse al conduttore Sammy Varin che le polemiche intorno al suo film erano carta o voce straccia in ragione del fatto che lei, quel film, ha sostenuto di averlo girato dentro le caserme dei Carabinieri e persino con veri Carabinieri in divisa come comparse.

Il sottosegretario ci ha risposto che non vede una discrasia tra questi due comportamenti – da un lato film bloccato dallo Stato, dall’altro promosso dall’emittente leghista e con le caserme dei Carabinieri (a quanto dice la D’Agostino) aperte alla produzione di Angelo Bardellino – poiché un prodotto cinematografico non si può sapere come sarà una volta finito. Aggiunge, ma noi questo non l’avevamo messo in dubbio, che la Prefettura ha agito benissimo proponendo il blocco.
Ad ogni modo, Gaetti si è compiaciuto della reazione del corpo sociale che “
deve dimostrare la propria disapprovazione“. Poi, se c’è qualcuno, come Radio Padania Libera, che ha ritenuto di pubblicizzare il film, “questo fa parte di una dinamica democratica che io non condivido, però fa parte delle diversità di vedute“.

Fonte:https://latinatu.it