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Nella Capitale fiumi di denaro sporco delle mafie. Hanno comprato e continuano a comprare ogni giorno tutto, monopolizzano l’edilizia, il commercio, la ristorazione ecc. ecc. Solo i romani non se ne accorgono e stanno fermi!

L’imprenditorialità mafiosa si insinua nei negozi, bar, ristoranti, piccole imprese e attività agricole. Solo un omicidio su 28 direttamente collegato alla criminalità

ROMA – Non spara per uccidere. Ma si incunea come un cancro mortale nelle attività commerciali e imprenditoriali. Impossessandosi di negozi, bar, ristoranti, piccole imprese, attività agricole e aziende anche grosse. E’ la mafia a Roma, descritta durante l’audizione del prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro alla commissione parlamentare Antimafia convocata mercoledì 28. Altro che piombo e pistole: la vera arma della criminalità organizzata è la capacità di convogliare fiumi di danaro sporco nell’economia legale, ragionando come una vera e propria imprenditoria capace di cogliere «nuove opportunità e di intervenire con proprie imprese nelle relazioni economiche». Lo scrive direttamente Pecoraro nella relazione consegnata a deputati e senatori: a Roma e in provincia «sembra emergere un’imprenditorialità mafiosa costituita da gruppi di imprenditori – nota il prefetto – professionisti ed altre figure che, in cambio di favori o di altre utilità, curano gli interessi delle cosche».


RICICLAGGIO SOFISTICATISSIMO – «Desta preoccupazione soprattutto l’interesse (delle mafie) per il tessuto economico» prosegue il prefetto, con la minaccia di infiltrazione delle organizzazioni criminali, ad esempio nelle attività legali, per il riciclaggio del denaro. Nella relazione si parla, appunto, di «sempre più sofisticate capacità di riciclaggio e di reimpiego del denaro nell’economia legale (da parte delle mafie) nonchè l’abilità nel cogliere nuove opportunità e di intervenire con proprie imprese nelle relazioni economiche».

PISANU: MILANO COME ROMA – Secondo il presidente della commissione Giuseppe Pisanu «la presenza della criminalità a Roma non si limita al traffico degli stupefacenti e ai conseguenti scontri per il controllo dello spaccio: indagini anche recenti rivelano la forte presenza della criminalità organizzata». A preoccupare è soprattutto la presenza della ‘ndrangheta, «attiva nel riciclaggio e nel reinvestimento di capitali in attività commerciali, come dimostrato anche dai recenti sequestri di locali del centro storico». Quanto alla camorra, «in alleanza con i clan cinesi – ha spiegato Pisanu – ha fortemente condizionato il mercato immobiliare di quartieri come l’Esquilino e il traffico di prodotti contraffatti» mentre anche la capitale, al pari di Milano, «è ormai un luogo privilegiato di investimenti mafiosi».


SPARATORIE PER CONTESA LEADERSHIP – In merito all’aumento di omicidi e ferimenti nelle strade di Roma, che hanno generato polemiche e forte allarme sociale, «l’impressione – ha aggiunto Pisanu – è che si sia sviluppata una contesa molto dura per la leadership e il controllo dello spaccio di droga, contesa che vede contrapposte piccole bande di spacciatori non collegate tra di loro». In questo scenario uno snodo importante è stato rappresentato nel gennaio 2009 dall’arresto di Michele Senese, «che gestiva il grosso del traffico nel quartiere tuscolano: la sua uscita di scena ha determinato un vuoto di potere che ha spinto vari gruppi a cercare di ritagliarsi nuovi, più importanti spazi nel circuito degli stupefacenti».

«UNO SOLO OMICIDIO COLLEGATO A MAFIA»- Sulla recrudescenza di omicidi il prefetto è stato chiaro: dei 27 compiuti a Roma e provincia nel 2011, 21 dei quali risolti – ha sottolineato Pecoraro -, forse solo uno (non ancora risolto) è attribuibile alla criminalità organizzata. Quanto all’assassinio di Flavio Simmi, il 33/enne ucciso in strada nel centrale quartiere Prati a luglio, «al momento ci sono ancora dei dubbi che sia un delitto di criminalità organizzata».

«UNA VOLTA SCAZZOTTATE, ORA SI SPARA» – Semmai, secondo Pecoraro, omicidi e ferimenti che hanno insanguinato Roma sono dovuti, almeno in parte, «al tentativo di gruppi emergenti di occupare spazi lasciati liberi dalla disarticolazione dei gruppi criminali più importanti», in particolare nel settore del traffico di droga. «Non essendoci soggettività criminali in grado di assumere un ruolo egemone – si legge nella relazione -, i vuoti aperti vengono colmati da una nuova generazione di criminali, violenti, meno riflessivi, più inclini all’esercizio della forza che alla mediazione». «Viene utilizzata la pistola dove una volta si usava una scazzottata o un coltello – ha sintetizzato il prefetto -. Spesso si tratta di eventi legati al mancato pagamento di partite di droga».

FIUMICINO SNODO DROGA – C’è poi il problema droga. «Su un altro versante va segnalato -ha spiegato il prefetto- come la posizione geografica e la presenza di scali aerei e marittimi internazionali, favoriscano un elevato a costante flusso di stupefacenti in cui sempre più spesso intervengono organizzazioni straniere. Ma le criminalità straniere presenti a Roma sono anche fortemente impegnate nel controllo dell’immigrazione clandestina e nel traffico di migranti, con caratteristiche di transnazionalità sempre più estese».

Alessandro Fulloni

(Tratto dal Corriere della Sera – Roma)