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‘Ndrangheta, sequestri alla cosca Fiarè-Razionale: sigilli anche alla casa del sindaco rieletto

Ancora sequestri per la cosca Fiarè-Razionale, capeggiata da Saverio Razionale, che aveva reinvestito su Roma, in società ed attività commerciali, tra cui il noto bar Caffè Fiume, nelle adiacenze dell’omonima piazza, a pochi passi da via Veneto, gran parte dei guadagni provenienti delle attività illecite del’organizzazione criminale nel territorio d’origine. Dopo quelli eseguiti lo scorso mese di marzo, gli uomini del Centro operativo Dia della capitale, supportati da quelli della Sezione Operativa Dia di Catanzaro, hanno eseguito nella mattinata un ulteriore provvedimento del Tribunale – Sezione misure di prevenzione, di Vibo Valentia, che ha riguardato tra l’altro la società Caffè Fiume Srl proprietaria dell’omonimo bar di via Salaria. Gli approfondimenti investigativi successivi ai sequestri operati a marzo tra Roma e la Calabria hanno consentito di ricostruire nel dettaglio tutti i passaggi relativi all’acquisizione da parte della cosca del predetto esercizio pubblico capitolino, e di individuare tutte le società create ad hoc, per sviare gli accertamenti patrimoniali ed evitare il sequestro del noto caffè romano. Tra i beni sequestrati dalla Dia anche un altro bar-ricevitoria ed un appartamento, dimora della famiglia Razionale, ubicati nel territorio della provincia di Vibo Valentia. In particolare, gli investigatori hanno appurato che l’appartamento sequestrato, era fittiziamente intestato alla famiglia ed al sindaco uscente di San Gregorio d’Ippona (Vibo Valentia), che avevano venduto negli anni 80 l’immobile al capo della cosca Fiarè-Razionale senza mai effettuare il dovuto passaggio di proprietà. La posizione del sindaco e dei suoi famigliari è adesso è al vaglio degli inquirenti, avendo favorito, per tutti questi anni, l’aggiramento della normativa antimafia da parte di Razionale.

LA CASA DEL SINDACO. La casa del sindaco di San Gregorio Ippona, Michele Pannia, riconfermato nelle elezioni di ieri alla guida del comune del vibonese, è stata sequestrata dalla Dia di Roma in collaborazione con quella di Catanzaro insieme ad altri beni riconducibili, secondo l’accusa, alla cosca Fiarè-Razionale. La cosca, al cui vertice ci sarebbe Saverio Razionale, ha reinvestito su Roma, in società ed attività commerciali, tra cui il noto bar Caffè Fiume, a pochi passi da Via Veneto, gran parte dei guadagni provento delle attività illecite nel territorio d’origine. Dopo i sequestri del marzo scorzo, la Dia, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia, hanno effettuato un nuovo sequestro che ha riguardato anche la società Caffè Fiume proprietaria dell’omonimo bar. Le indagini successive ai precedenti sequestri operati tra Roma e la Calabria hanno consentito di ricostruire tutti i passaggi relativi all’acquisizione da parte della cosca del bar e di individuare le società create ad hoc per sviare gli accertamenti patrimoniali. Sotto sequestro è finito anche un altro bar-ricevitoria ed un appartamento, dimora della famiglia Razionale, situati nel vibonese. L’appartamento, in particolare, secondo le indagini della Dia era fittiziamente intestato alla famiglia ed al Sindaco uscente di San Gregorio d’Ippona, che avevano venduto negli anni ’80 l’immobile al capo della cosca Fiarè-Razionale senza mai effettuare il dovuto passaggio di proprietà. La posizione dell’ex Sindaco e dei suoi famigliari è adesso è al vaglio degli inquirenti perchè avrebbero favorito, in questi anni, l’aggiramento della normativa antimafia da parte di Razionale. Sequestrata anche una grossa società edile con sede a Roma, la «Lico santo», la cui gestione è stata affidata ad un amministratore giudiziario. La Dia ha accertato intensi rapporti di affari tra la società e la Edil Service e la Roma Service già sequestrate perchè riconducibili alla cosca. La Lico Santo avrebbe impiegato operai non in regola forniti dalle società di Razionale risparmiando sui costi del personale.

LA SOCIETA’. Il provvedimento del Tribunale di Vibo ha riguardato anche una società di rilievo nazionale nel campo dell’edilizia, la «Lico Santo s.r.l.», soggetto giuridico con sede legale a Roma, ma operativa in varie città. Applicando la nuove norme antimafia, il tribunale ha affidato la gestione della società ad un amministratore giudiziario, poiché le indagini della Dia di Roma hanno svelato l’esistenza di intensi rapporti affaristici tra detta società e la Edil Service srl e la Roma Service srl già sottoposte a sequestro perchè riconducibili alla cosca di Razionale. Dalle indagini è emerso che la Lico Santo srl ha impiegato nel ciclo lavorativo operai non in regola con la normativa vigente, forniti dalle società di Razionale, risparmiando così notevoli costi del personale. La durata nel tempo di tale rapporto aveva trasformato la Lico Santo srl, in una società fiduciaria della cosca, che poteva farvi affidamento come fonte stabile di guadagno, permettendogli di partecipare indirettamente alla gestione degli appalti privati e pubblici, senza correre il rischio di essere scoperti, motivo del provvedimento adottato dal Tribunale finalizzato a garantire il controllo della società ed a prevenire la continuità dell’ingerenza mafiosa.

(Tratto da Il Mattino)