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‘Ndrangheta, 42 arresti tra Reggio Calabria e Genova: interessi delle cosche sul Terzo Valico. Nuove accuse per Caridi

Il Fatto Quotidiano, Martedì 19 luglio 2016

‘Ndrangheta, 42 arresti tra Reggio Calabria e Genova: interessi delle cosche sul Terzo Valico. Nuove accuse per Caridi
I reati contestati ai 42 soggetti arrestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al concorso esterno con la ‘ndrangheta passando per la corruzione e l’intestazione fittizia di società. Nuova richiesta d’arresto per il senatore di Gal. Il gip ha ritenuto però che le accuse fossero assorbite dall’ordinanza dell’operazione Mammasantissima

di Lucio Musolino

La casa madre era sempre la Calabria, tra Cittanova e Palmi, ma il braccio stava in Liguria dove le cosche stavano investendo milioni di euro in appalti pubblici grazie al supporto di politici locali e nazionali ma anche di funzionari pubblici dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione tributaria. Quarantadue arresti per ‘ndrangheta, di cui 36 in carcere, sono stati eseguiti stamattina dalle squadre mobili e dalla Dia di Reggio Calabria e Genova.

È scattata stamattina all’alba l’operazione “Alchemia”, coordinata dalla procuratore di Reggio Federico Cafiero De Raho, dall’aggiunto Gaetano Paci e dai sostituti Roberto Di Palma eGiulia Pantano che hanno disposto anche numeroseperquisizioni tra la Liguria, la Calabria, il Lazio e il Piemonte. Nel mirino della Direzione distrettuale antimafia gli affiliati alle famiglie mafiose Raso-Gullace-Albanese di Cittanova eParrello-Gagliostro di Palmi. La Dda di Reggio Calabria aveva chiesto l’arresto del deputato Giuseppe Galati di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l’ha accolta perché non ha ritenuto sussistesse un quadro indiziario grave. Nuova richiesta d’arresto anche per il senatore Antonio Caridi, di Gal. Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto in questo caso che le accuse fosseroassorbite dall’ordinanza emessa nell’operazioneMammasantissima che ha svelato la cupola che governa la ‘ndrangheta.

I reati contestati ai 42 soggetti arrestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al concorso esterno con la ‘ndrangheta passando per la corruzione e l’intestazione fittiziadi società che sono state colpite anche da un provvedimento disequestro. Polizia e Direzione investigativa antimafia, infatti, hanno applicato i sigilli a beni per oltre 40 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta, gli interessi delle cosche della Piana di Gioia Tauro nel settore del movimento terra, delle sale giochi ma anche sui lavori per il cosiddetto “Terzo Valico”. Dalle indagini della Dda, infatti, è emerso che i summit delle cosche si svolgevano nella Piana di Gioia Tauro da dove partivano gli ordini dei boss che hanno portato all’infiltrazione della ‘ndrangheta nei subappalti della linea ferroviaria che collega Milano a Genova e che serviva a valorizzare il porto ligure.

Sono emersi, inoltre, i contatti con funzionari dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria. Ma anche rapporti conpolitici calabresi del Partito Democratico che ricoprono ruoli importanti nelle istituzioni locali. I dettagli saranno illustrati dal procuratore De Raho nel corso della conferenza stampa che si terrà in mattinata negli uffici della Procura.

Non solo politici locali: nel fascicolo dell’inchiesta ci sono i contatti anche di alcuni politici nazionali con la cosca Raso-Gullace. Rapporti che erano già emersi nel 2011 quando, nelle carte dellaDirezione distrettuale antimafia di Reggio e Genova era spuntato il nome del senatore Antonio Caridi per il quale presto il Parlamento dovrà pronunciarsi per l’arresto nell’ambito di un’altra inchiesta della Procura calabrese. All’epoca Caridi era assessoreregionale alle Attività produttive ed era finito nel dossier che l’allora capo della Dda di Genova Vincenzo Scolastico consegnò all’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia Beppe Pisanu. Un dossier dove erano ricostruiti alcuni passaggi che hanno consentito alla ‘ndrangheta di infiltrarsi nel territorio ligure.

“L’indagine – in uno stralcio di quel dossier si faceva riferimento all’appoggio fornito dalle famiglie emigrate in Liguria nella campagna elettorale per le regionali in Calabria – ha consentito di documentare l’alacre attività di sostegno svolta, nell’ultimo voto regionale, da esponenti della cosca, anche con palesiintimidazioni, a favore del candidato Antonio Stefano Caridi”.