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Napoli, il procuratore Colangelo resta in carica per un altro anno

Il Mattino, Giovedì 29 Dicembre 2016

Napoli, il procuratore Colangelo resta in carica per un altro anno

di Viviana Lanza

Si ferma la corsa alla poltrona di capo della Procura di Napoli. Prende una pausa in attesa della decisione del governo sul decreto Milleproroghe che potrebbe allungare i tempi per il collocamento a riposo dei magistrati che nel 2017 compiono 70 anni. Se passerà, infatti, la modifica contenuta nel Decreto, il procuratore Giovanni Colangelo manterrà ancora per i prossimi dodici mesi le sue funzioni alla guida dell’ufficio napoletano, Procura tra le più grandi e oberate di lavoro di tutta Italia. La modifica del Milleproroghe prevede che restino in servizio fino al 31 dicembre dell’anno i magistrati che nel corso di quell’anno compiono 70 anni di età. Se dovesse passare, la modifica avrebbe i suoi effetti sulla Procura napoletana. E verosimilmente potrebbe produrre come conseguenza anche la revoca delle pubblicazioni del posto, cioè la sospensione delle candidature attualmente in pole position per la guida dell’ufficio giudiziario del Centro direzionale.

A Palazzo di giustizia si respira il clima dell’attesa. Quello della Procura è l’unico ufficio della giustizia napoletana a dipendere dalle decisioni che in queste ore il governo dovrà valutare in tema di pensionamento dei magistrati. È un ufficio che lavora a ritmi serrati, anche in questo periodo in cui i pm napoletani sono impegnati in indagini delicate come quelle sugli appalti Consip, che hanno generato un filone di inchiesta passato a Roma per competenza territoriale su una presunta fuga di notizie, e in quelle che tanto stanno interessando l’opinione pubblica della città relative alle ricerche di Luca Materazzo per l’omicidio, commesso a Chiaia un mese fa, del fratello ingegnere Vittorio. Possibile, dunque, che si debbano rimescolare le carte per le candidature e imprimere uno stop alla corsa dei due superfavoriti: Federico Cafiero de Raho, attuale procuratore di Reggio Calabria, e Giovanni Melillo, attuale capo di gabinetto del ministero della Giustizia. Entrambi hanno alle spalle una lunga e importante esperienza negli uffici giudiziari napoletani. De Raho ha coordinato, da capo del pool Antimafia, le indagini che sono riuscite a contrastare duramente la camorra dei Casalesi, i suoi affari, i suoi appoggi, le collusioni e gli interessi nei settori più vari. Melillo, dopo alcuni anni in Dda, ha coordinato da procuratore aggiunto inchieste sulle più varie forme di criminalità cittadina, inclusa quella da stadio, opera delle tifoserie più violente.

L’approvazione del Milleproroghe sembra quindi destinata a intervenire sulle sorti della Procura di Napoli. La gestione Colangelo ha dato importanti risultati. Giovanni Colangelo è magistrato di lungo corso. Si insediò al vertice dell’ufficio inquirente nel maggio 2012 e in questi anni ha guidato la Procura in inchieste che hanno spaziato dalla lotta ai clan della camorra alle non facili indagini su babygang e killer bambini che hanno scatenato faide nel centro storico di Napoli, inchieste che si sono concentrate su temi delicati come la corruzione, i reati contro la pubblica amministrazione, i reati informatici sulla scia del doloroso caso della ragazza suicida per i video hard diffusi sul web. In magistratura dal 1973 con il primo incarico a Chivasso, Giovanni Colangelo è stato anche procuratore a Potenza e Bari. Nel 1999, quando era in Direzione distrettuale antimafia, creò l’organizzazione dell’ufficio sui collaboratori di giustizia, e nel 2002, nel periodo della nuova minaccia terroristica dopo gli attentati alle Torri gemelle in Usa, coordinò indagini sul terrorismo, oltre che inchieste finalizzate alla cattura di pericolosi latitanti. Mesi fa Colangelo è stato protagonista di un caso sicurezza che ha reso necessario potenziare la sua scorta, dopo Ie dichiarazioni di un collaboratore di giustizia della Sacra Corona Unita su un possibile attentato al tritolo ora oggetto di un’inchiesta della Procura di Bari, attentato che camorristi non ancora identificati avrebbero avuto intenzione di compiere contro il procuratore a Gioia del Colle, la cittadina dove Colangelo è nato e periodicamente ritorna durante le pause dal suo lavoro a Napoli. Una minaccia che non ha mai interrotto il suo lavoro.