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Napoli, il prefetto Valentini lancia l’allarme: «Rischio bomba sociale nei prossimi tre mesi»

Il Mattino

Napoli, il prefetto Valentini lancia l’allarme: «Rischio bomba sociale nei prossimi tre mesi»

Giovedì 24 Dicembre 2020

di Leandro Del Gaudio

Nelle ultime ore ha firmato quattro interdittive antimafia (sale a ottanta il numero di aziende colpite in pochi mesi), ha presieduto un comitato per fronteggiare il rischio assembramenti e ha chiuso un programma destinato a riportare gli studenti in classe, rafforzando il trasporto pubblico. Ma se pensa al futuro, il prefetto di Napoli Marco Valentini ha una preoccupazione in particolare: quella economica, il rischio di una bomba sociale provocata dall’aumento di disoccupati e dallo stop alle casse integrazioni.

Prefetto, quali sono i rischi all’orizzonte, dal suo particolare punto di osservazione?
«Sono preoccupato per quello che potrebbe accadere in primavera. Penso alla scadenza della cassa integrazione e, quasi in simultanea, allo stop ai licenziamenti. C’è il rischio di avere meno soggetti tutelati dalla cassa integrazione, ma anche più licenziati, in una realtà come quella napoletana, che resta pesantemente condizionata dal crimine organizzato».

Una realtà che, dopo un anno di Covid, potrebbe fare i conti con pesanti contraccolpi sotto il profilo economico e con i clan sempre più in agguato.
«È questo lo scenario, la cui pericolosità è intuitiva. Quanto al rischio infiltrazione mafiosa, mi basta fare riferimento al recente rapporto Eurispes sull’indice di permeabilità dei territori della criminalità organizzata, che colloca Napoli al terzo posto, dopo Vibo Valentia e Crotone, con la differenza che parliamo di un’area metropolitana decisamente più popolosa e centrale nello scenario economico del Mezzogiorno».

Come si sta muovendo la sua cabina di regìa?
«Ieri ho firmato quattro interdittive antimafia a carico di aziende legate al settore delle pompe funebri, edilizie e ristorazione, mentre sulla nostra area metropolitana sono operative su tutti i campi forze dell’ordine e reparti investigativi. In pochi mesi, abbiamo firmato una ottantina di interdittive, provando sempre a tutelare i dipendenti con gli strumenti che la legge prevede. In vista del nuovo anno, resta però una convinzione: far ripartire l’economia sarà il miglior vaccino contro usura, riciclaggio ed estorsioni».

Sul vaccino la sfida è aperta. Dal 27 a Napoli comincia la somministrazione. Non è solo un problema sanitario, ma anche di ordine pubblico, non crede?
«La macchina organizzativa è in piena attività, sono fiducioso. Questa mattina è previsto un comitato per l’ordine pubblico ad hoc, alla presenza di autorità sanitarie che sono pronte a dare inizio alle vaccinazioni. È un coordinamento senza precedenti, che riguarda il cronoprogramma delle somministrazioni, la tutela delle dosi, ma anche – più in generale – il senso di sicurezza che lo Stato saprà infondere nei cittadini in una fase così delicata per la storia del nostro Paese».

Cosa accadrà il sette gennaio? Dopo la Befana, gli studenti potranno tornare in classe?
«Mi aspetto che le scuole aprano il sette gennaio, ovviamente al netto del trend dei contagi e delle indicazioni sotto il profilo sanitario. Abbiamo definito in queste ore il documento A scuola, in sicurezza, perché i nostri giovani non devono essere lasciati per strada. Abbiamo previsto un impegno straordinario, ma facciamo appello anche al buon senso generale: non si deve salire su un bus affollato, occorre pazienza e autodisciplina».

Prefetto, è anche vero che se è l’unico bus che passa dopo tanto tempo, è difficile chiedere un passo indietro a uno studente che deve entrare in classe.
«Abbiamo messo in campo un impegno straordinario, sia per quanto riguarda il noleggio di mezzi su gomma, sia per quanto riguarda l’implementazione di altri mezzi di trasporto».

Oggi c’è il rischio assembramenti, nonostante la zona rossa, cosa avete previsto per evitare quanto avvenuto lo scorso week end con strade piccole piene di persone?
«Sono stati predisposti dei servizi di controllo da parte delle forze dell’ordine, anche con l’impiego massiccio di agenti o militari a piedi, in modo da svolgere un ruolo di deterrenza, chiedendo altresì al sindaco provvedimenti specifici, come il divieto per la vendita per asporto il pomeriggio del 24 e del 31, in alcune limitate aree della città a maggiore frequentazione. Per il resto, occorrono buon senso. Mi auguro che Napoli sappia vincere lo scudetto della disciplina e della collaborazione».

A Capodanno c’è il rischio fuochi d’artificio, cosa dice ai napoletani che non intendono rinunciare a questa consuetudine?
«Sarebbe un atto di irresponsabilità assoluto. Una catastrofe che rischierebbe di vanificare gli sforzi di tutti».